L’ex leader di CasaPound:”Niente rimandi ideologici al fascismo, il nuovo movimento strizza l’occhio alla galassia no vax: ”Siamo nel 2022 con i droni che ci inseguono sulle spiagge, con il riconoscimento facciale e i dati biometrici e dobbiamo stare a parlare delle cose del secolo scorso?”
La notizia, nel giorno in cui entra in vigore l’obbligo di super Green pass sui luoghi di lavoro, per gli over 50, l’ex vicepresidente di CP lancia il suo nuovo movimento Exit. Metterà insieme: «vaccinati sotto ricatto», «vaccinati con convinzione che odiano il Green pass» e «non vaccinati esclusi dal lavoro»
da AdnKronos
”Libertà al centro. Dopo due anni di oppressione totale e continuativa, con restrizioni, obblighi e green pass, l’idea della libertà va rimessa al centro della politica, però bisogna anche chiarire che cosa si intende e come questa idea possa diventare tangibile”. Simone Di Stefano, ex segretario di CasaPound, dopo aver chiuso l’ultraventennale sodalizio con Gianluca Iannone e le tartarughe frecciate, lancia Exit, nuovo movimento che strizza l’occhio ai no-vax ma con l’idea di “sottrarsi al dibattito scientifico” per riportare il dibattito “alla giusta dimensione politica”. Certamente, spiega all’Adnkronos, Exit è ”un movimento contro l’obbligo vaccinale”, contro il Green Pass e il controllo digitale ma che rivendica anche ”una libertà economica” per i cittadini. “Sono i temi – sottolinea – che ho sempre trattato quando ero in altre formazioni politiche: la casa, il lavoro, la possibilità di fare impresa senza essere torturati dallo Stato”.
Chi vuole parlare di fascismo, comunismo e i totalitarismi del ‘900 oggi, secondo Di Stefano, ”tenta di spostare l’attenzione e di riportare tutto a dinamiche ormai superate”. ”Siamo nel 2022 con i droni che ci inseguono sulle spiagge, con il riconoscimento facciale e i dati biometrici e dobbiamo stare a parlare delle cose del secolo scorso?”, chiarisce.
Quanto all’addio a Casapound, Di Stefano chiarisce: ”E’ il mio passato, ho fatto una scelta nuova e diversa, non rinnego niente di quello che ho fatto ma Exit ritiene che la politica sia fatta di programmi, di idee da proporre ai cittadini e agli italiani e che queste idee debbano essere rappresentate con forza all’interno delle istituzioni, del Parlamento. La politica si fa con il consenso elettorale, si fa andando incontro alle persone e parlando dei propri programmi per poi portare questa visione ma anche la rabbia dei cittadini all’interno del Parlamento, del Comune, della Regione. Exit vuole fare questo”.
Il nuovo movimento, di cui ieri è uscito un ”manifesto di intenti generalizzato” che verrà accompagnato nei prossimi giorni ”da un programma” in cui saranno affrontate ”anche altre tematiche dal punto di vista economico e sociale”, “nasce per porre l’accento sui problemi della libertà individuale – sottolinea Di Stefano – Ci troviamo in un momento storico in cui il combinato disposto tra potere finanziario, potere dei media e tecnologia può arrivare a mettere in piedi cose che prima si vedevano nei film di fantascienza. Se non iniziamo a immaginare un’opposizione a questo non ne usciamo, sembra di parlare di temi che sono futuribili però la realtà è dietro l’angolo”.
Se ci piace essere definiti no vax? ”Le etichette le danno i media e a noi ci piacciono tutte, anche quella no vax – sottolinea – Non ci sottraiamo a niente. Le idee espresse sono radicali, perché quando dici che vuoi togliere l’obbligo del trattamento sanitario obbligatorio dalla Costituzione entri in un mondo radicale e vieni immediatamente visto come il demonio. Se serve a scuotere, se serve a fare piangere un Cecchi Paone – scherza Di Stefano – noi siamo sempre contenti”.
(di Giorgia Sodaro)