Eppure quella voce non smette mai di sottolineare di come certe cose da tempo, tendino ad andare completamente a rotoli.
Un finto buonismo, una sorta di pensiero che accavalla solo guai, esternazioni che infangano una sensibilità spesso labile ..
Il Ferragosto distante, dentro la fiera, i grandi pranzi, l’eccitazione febbrile per i falò in spiaggia di mezzanotte, ma anche dietro la macchina votiva della Vara al grido di W MARIA!
Il Ferragosto dei disperati, degli sguardi imbarazzati dei passanti, troppo distanti dal loro mondo, mai azzardatamente vicini a quei pensieri, al nulla, al peso di giorni che sono tutti uguali, senza nessuna movenza o attrazione di gusto.
Il Ferragosto che svuota il centro, e trasporta migliaia di persone dall’altro lato della città, dimenticando quanto essenziale sia, riportare l’esistenza altrui al pari di chi veste bene e si diverte tra una bancarella e l’altra.
Per tanti, tutto questo, resta solo un insignificante bagliore, un luccichio assente, un vano tentativo di un sociale che sembra allontanarsi sempre più dalla nostra terra, da quello che si potrebbe fare, dare, ma che resta appeso ad un ideologia che arretra, anche dal cuore della gente, dalle emozioni, da una solidarietà sempre più messa ai margini della sopportazione.
Il Ferragosto delle buone intenzioni, dei paroloni, di tutte quelle evocazioni culturali che a conti fatti negano quella fetta di diritto anche a chi non c’è la fa ..
Il Ferragosto sul Viale San Martino, come fantasmi dormienti, lasciando tacere quelle carezze che ahime, la vita non ha concesso a tutti.
Salvatore Piconese