L’assessore alla cultura Maria Vittoria Cipriano, interpretando un pensiero collettivo, ha depositato un mazzo di fiori alla stele che ricorda il giudice barbaramente ucciso 32 anni fa in un agguato mafioso
“la sua una storia straordinaria di coraggio, legalità e fede. Il suo sacrificio non è stato vano”
Anche a Brolo ieri si è rinnovato l’impegno civile della Memoria ricordando il giudice Rosario Livatino, barbaramente ucciso 32 anni fa in un agguato mafioso. Livatino era stato tra i primi ad aver individuato lo stretto legame tra mafia e affari e per questo ha pagato con il prezzo più alto, quello della vita.
Venne assassinato il 21 settembre del 1990 in provincia di Agrigento.
“E’ un sacrificio che deve essere ricordato – ha detto l’assessore comunale brolese, aggiungendo – la consapevolezza di questo sacrificio deve porre i cittadini a stare al fianco delle Istituzioni per difendere i valori democratici sui quali si fonda il nostro Paese ed il ruolo delle amministrazioni locali è anche quello di tener vivo il ricordo di chi è caduto difendendo i valori dello Stato, della legalità, del rispetto dei Diritti”.
La storia del “giudice ragazzino” è una storia straordinaria di coraggio, di legalità e di fede.
A Brolo c’è un’associazione culturale – Raggio di Sole – che ne cura la memoria, e sul filo del ricordo da rammentare che recentemente l’amministrazione comunale ha fatto realizzare una stele in onore dei giudici Falcone e Borsellino.