CINEMA DI BROLO – Quale futuro?
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CINEMA DI BROLO – Quale futuro?

Da anni oggetto di lavori, ristrutturazione, promesse elettorali, proclami vincenti, ma facendo anche i conti con la crisi del settore, il Cinema di Brolo resta inesorabilmente chiuso. E’ così! deprivando il paese di una spazio culturale e sociale. Senza polemica, è il tempo di un’analisi seria.

esperienze premium.
Un polo culturale cinematografico, con aule studio, librerie, bistrot, cafè.
Un ampliamento del concetto di sala cinematografica da luogo in cui guardare film a baricentro culturale, un posto in cui passare del tempo anche senza vedere film, in cui aggregare umanità e idee.
Un progetto possibile, pensando anche all’eliminazione della biblioteca comunale, che da anni dovrebbe spostarsi in altro sito più idonee e meno mortificante.
Perchè bisogna dirlo per la biblioteca attualmente è uno spazio angusto, a volte inutile. Pensato come qualcosa di antico, poco agevole. Ha uno spazio sottostante oggi relegato a magazzino. Su questo bisognerebbe fare un ragionamento più ampio.
Altro che “fantomatiche” chiese, Brolo ha bisogno di spazi nuovi.
Ripensare e ridisegnare la sala Rita Atria per esempio. Questa ha fatto il suo tempo, potrebbe essere un luogo di letture e culturale, a supporto di altro. E non per volerne, quel centro anziani nato in un luogo che poteva essere altro, nuoce all’economia culturale del paese. Un luogo disegnato peggio, a partire dallo spazio esterno di quella piazza che castra ogni eventuale altra iniziativa, pensata per dar vita al centro urbano.
Per questi – gli anziani – necessitano spazi adeguati e funzionali.
Questo ci auguriamo sia di passaggio. Bell’idea ma senza futuro.

Cambiare l’idea di cinema

L’ambizione non è piccola a partire dall’architettura degli spazi. 
Il caso italiano
L’ex ministro della cultura Dario Franceschini  disse: “Molte sale italiane sono invecchiate e andrebbero rinnovate e rese accoglienti […] La differenza oggi non è più tra piccolo e grande schermo ma tra esperienza collettiva e individuale […] e questo deve essere percepito anche nella maniera di stare seduti, nell’esperienza della caffetteria e delle sale studio. Chi lo fa non vede i cali che vedono gli altri”. Le parole sono state pronunciate durante una conferenza stampa in cui veniva annunciato l’acquisto da parte dello stato (tramite la scuola nazionale di cinema, il Centro Sperimentale) di una sala storica, al centro di Roma, chiusa ormai da anni.
A Brolo l’obiettivo audace deve essere non solo quello  di attirare pubblico con una programmazione di film, ma la creazione di uno spazio che in sé racconti a chi ci entra di essere un punto d’aggregazione culturale attirando un pubblico non per forza cinefilo ma che si sente parte della comunità culturale della città e ha desiderio di relazionarsi a chi percepisce come propri pari.
Brolo ha una grande opportunità.
E l’amministrazione pubblica diventa il grande portatore di questa.
Aprire il cinema, metterlo al bando, tenendo conto conto che chi investe su questo non può rimetterci con contratti capestri, perchè c’è il valore sociale dell’impresa.
Un’amministrazione attenta che diventi partner sociale
E a questo proposito da subito, prima ancora del contratto d’affitto o di gestione si possono avanzare delle proposte sul merito dei costi che gravano sulla sala: la prima riguarda l’imposta sui rifiuti, che viene pagata dalle sale sulla base della volumetria. E’ facile considerare che è un controsenso.
Il peso dei rifiuti di una sala è infinitamente inferiore a quella di una pizzeria al taglio che occupa una manciata di metri. Buon senso vorrebbe una modulazione sulla base del peso specifico dei rifiuti stessi. La seconda riguarda le considerzione già dette: sala rappresenta un elemento di socialità, di vivibilità, di equilibrio del territorio e della comunità cittadina. Svolge una funzione culturale e civile. E tutti noi sappiamo come di questo ci sia bisogno nelle grandi città ma anche nei piccoli centri.
Questa funzione andrebbe premiata e non trattata come le altre utilizzazioni degli spazi costruiti.
 
Creare un “contratto” in grado pensato a far espirare la cultura e l’economia locale, realizzare  l’architettura sociale dei luoghi sia in grado di cambiare l’idea che le persone che li attraversano hanno non solo di quei posti, ma anche della funzione e del ruolo che ciò che ospitano ha nella società.
Brolo può vincere questa scommessa.
Ma bisogna far presto.
Aprire il cinema così diventa una priorità. Tenerlo chiuso è una bestemmia che non ha scusanti. Meglio abbatterlo e farne una piazza – ovviamente è una provocazione – .
Scomunicando lancia l’idea di un dibattito\confronto.
Tra idee e progetti. 
Far finta di non pensarci non è da intelligenti.
Far finta che il problema sia ad un passo dall’esserlo risolto è da stolti.
Dalle idee e dai progetti si trova sempre la strada comune per attualizzarli.
Senza paura, con cultura, senza remore, attingendo alle esperienze degli altri. Dire che ho sbagliato a volte è da persone accorte e intelligenti.
Quel cinema chiuso è una sconfitta, per tutti.
Nessuno escluso o assolto.
da leggere dall’archivio di scomunicando
26 Febbraio 2023

Autore:

redazione


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