PROPOSTE – Un dissalatore a Patti per dar acqua ai Nebrodi
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PROPOSTE – Un dissalatore a Patti per dar acqua ai Nebrodi

A lanciare l’iniziativa è il consorzio stabile Cassiopea.

Processi tecnologici per la desalinizzazione dell’acqua per superare l’emergenza e guardare al futuro

Da decenni il problema dell’acqua potabile continua ad aumentare, ogni anno la siccità e in forte crescita.

Parte da quest’analisi Giuseppe Pettina, advisor del Consorzio Cassiopea di Patti, che evidenzia come la realizzazione di un impianto di desalinizzazione, a Patti, potrebbe risolvere quello che fra qualche anno diventerà un’emergenza in grado di mettere in ginocchio l’economia rurale con gradi ripercussione anche in tema di occupazione e qualità della vita.

Patti, dice Pettina, per la sua pozione geografica, potrebbe essere capofila dei comuni dei Nebrodi in un progetto di tal fatta. E  come fatto per altre idee-progetti, aggiunge, sempre Giuseppe Pettina:”Per noi della Cassiopea, nei nostri obiettivi c’è sempre la ricerca e la progettazione. Guardiamo avanti e  per risolvere o diminuire i disagi delle comunità nel campo del prossimo approvvigionamento idrico, crediamo che la soluzione migliore, sarebbe la realizzazione di un dissalatore a Patti”
“Una soluzione, spiega il manager dell’azienda pattese, già supportata da tante analisi e studi di fattività che guardano anche all’aspetto ambientale.

Per fare questo bisogna iniziare immediatamente un progetto studio e ottenere i fondi del Pnrr” e il manager ribadisce: ” C’è la nostra disponibilità a proporci per questa sfida del futuro immediato. C’è la nostra disponibilità a condividere con l’amministrazione comunale locale, ma anche con le agenzie sovracomunali e territoriali le nostre idee-proposte… C’è semplicemente la necessità di sedersi ad un tavolo tecnico per confrontarci”.

Uno studio complesso, conclude Pettina, dove abbiamo messo in linea sia le problematiche dell’ impatto ambientale che non possiamo trascurare, che quelli legati all’introduzione di nuove tecnologie che ha permesso di abbassare nettamente il consumo di energia di questi impianti. Si tratta di tecnologie innovative ma che puntano anche all’utilizzazione di energia rinnovabile per gli impianti di desalinizzazione ad esempio ad osmosi inversa che oltre ai risparmi di rete portano a risparmiare e dimezzare le emissioni di CO2.

Siccità ed emergenza acqua, perché non puntiamo sui desalinizzatori?

La pochissima pioggia caduta negli ultimi mesi ha messo in gravissima difficoltà – da nord a sud – tutto il comparto agricolo, ma oggi già si parla di razionalizzare l’acqua nelle grandi città. Il problema diventa quindi sociale e sanitario.

Su tutto il territorio nazionale, mancano più di 40 miliardi di metri cubi di acqua. E la condizione in cui ci troviamo è particolarmente grave anche per l’assenza di neve sulle nostre montagne già all’inizio della prossima stagione estiva e per il grande caldo, aumentando l’evapotraspirazione, processo per cui l’acqua contenuta in piante, terreni e specchi di acqua si trasferisce in atmosfera, ci sarà una ricaduta negativa su tutto il sistema idrico.

I maggiori esperti mondiali da anni ci stanno dicendo che l’area del Mediterraneo, in particolare, sarà sempre più soggetta ad eventi del genere, con siccità prolungate, ondate di calore più intense e cambiamenti dell’andamento di piogge e nevicate.

Siamo una regione che andrà incontro ad una minore disponibilità d’acqua.

Non possiamo permetterci di andare avanti così.

a una sempre minore disponibilità d’acqua: servono desalinizzatori

Siamo circondati dal mare. Sarebbe illogico per noi, vista la crisi climatica, non cercare di prelevare e dissalare l’acqua marina. Molti Paesi già usano questa tecnologia per assicurarsi acqua specialmente durante i periodi più siccitosi: parliamo di Israele, degli Emirati Arabi, dell’Arabia Saudita, ma anche dell’Australia e della vicina Spagna.

Serve un piano e una decisione politica

19 Marzo 2023

Autore:

redazione


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