E così Gaia “parla”; racconta di essere Terra, Donna, Madre, Figlia… soprattutto è riscatto, Amore.
A Sinagra, in questi giorni, a margine della rassegna artistica “SinagrArte” te la trovi di fronte appena entri in paese.
Ha la “prepotenza” di farsi notare fosse solo come composizione di pezzetti di ferro “scampati” al recupero e destinati a “battibeccare” con la segnaletica dell’autostrada che in parte ostruisce.
Ma chi è la misteriosa creatura- volutamente attaccata da pennellate di antiruggine- quasi a simboleggiare il tempo?
E’ “Gaia” la Terra, il capolavoro di Nicola Chiaromonte datato 2014 .
“All’inizio fu BIG BAN, in una frazione di secondo , in un luogo non luogo, in un tempo non tempo, in sintesi l’inizio della vita e dell’armonia tra terra e uomo. Poi venne l’era industriale e l’incanto ebbe termine.
Riassumendo l’artista: Rispettiamola e Rispettiamoci.
Ma l’opera d’arte non ha appartenenze esclusive; è come una cartina tornasole, una creatura che riflette chi l’ha creata ma anche, nel rispetto del “padre”, con chi la osserva, ci dialoga e la fa rinascere in nuovi significati o ne amplifica quelli originari.
E così Gaia “parla”; racconta di essere Terra, Donna, Madre, Figlia… Gioia come il nome che porta, sofferenza che deriva dalla costrizione pungente delle mille punte del ferro che la circondano e la imprigionano, Vitalità che impedisce alla gabbia di penetrare le fattezze.
Ma Gaia soprattutto è riscatto, Amore. E’ la figlia putativa del nostro tempo e del suo modo di concepire l’arte e la creatività. Gaia è soprattutto animo e come tale diventa musicalità… Note. Note che possono essere solo di sicilianità: “ Bella figliola ca’ ti chiammi Gaia”.
Enzo Caputo