A conclusione dei riti della Settimana Santa, a Patti, Nino Milone, presidente della Pro Loco, dopo un’attenta analisi adotta la Varetta “Gesù nell’orto” augurandosi che quest’iniziativa diventi un’azione corale che coinvolga le altre associazioni che operano nel paese.
Una scelta non nata a caso
La processione del Venerdì Santo costituisce nelle sue forme di espressività rituale e religiosa uno dei momenti più pregnanti della Pasqua, specie in Sicilia e nei paesi della provincia di Messina.
Patti, sede vescovile dal XII secolo, restituisce con la processione delle varette il segno di una tradizione religiosa secolare e di intensa devozione popolare.
La processione, infatti, ha sempre toccato il cuore della popolazione pattese e limitrofa e oggi, nella naturale trasformazione delle fasi organizzative e logistiche, necessita di analisi accurata e consapevole per mantenere saldamente tale evento.
Da questa considerazione, Nino Milone, oggi Presidente della Pro Loco di Patti, che da oltre 40 anni ne è parte attiva, ora afferma:
“Da giovane facevo parte della parrocchia di San Michele, una delle chiese più antiche di Patti, il cuore organizzativo della processione: Padre Signorino Gurgone, il Parroco, mi chiamò preoccupato perché don Vincenzo Floresta, rappresentante della “categoria associativa” gli ortolani di Patti, che curavano la varetta del Gesù nell’orto non era più nelle condizioni di occuparsene. Fummo assaliti dallo scoramento: eravamo a pochi giorni dall’evento, avevamo due opzioni, quella più dolorosa fare a meno della prima varetta, la varetta di apertura, la più difficile trovare un nuovo interlocutore”. E Milone continua. “Mi confrontati con i miei compagni di squadra, (nda squadra di basket) e decidemmo con entusiasmo di ” salvare”la nostra varetta. Questa nuova situazione creó discontinuità con il passato: fino ad allora i portatori erano poco in linea a con quell’idea di devozione, di mestizia, di compenetrazione come racconta nelle sue Memorie lo storico Nino Lo Iacono erano “più vicini al legno della botte che a quello della Croce”. Da lí in avanti fu un susseguirsi di nuove adesioni e tutti quei giovani che vivevano l’evento da osservatori si sentirono parte in causa facendo a gomitate per essere annoverati tra i portatori delle varette del Venerdì Santo.”
Per Milone, tutto quanto accadde più di cinquant’anni fa, ora è più che mai attuale. Infatti nella sua logica disanima afferma: “oggi penso che i tempi siano maturi perché si faccia qualche ulteriore riflessione per dare nuovo impulso ed un confronto sereno sul futuro di quello che io definisco la processione più bella e più sentita della nostra comunità”.
il progetto corale che coinvolga la città
Per lui bisogna fare proseliti tali da realizzare quel ricambio generazionale già avvenuto cinquant’anni fa ma che oggi necessita di un nuovo impulso ed iniziare dalle scuole raccontando alle nuove generazione significato storico, antropologico e fideistico dell’evento.
L’idea della Pro Loco pattese
E’ quella che partendo da subito si possa coinvolgere il mondo dell’associazionismo nella divulgazione, gestione e realizzazione, dando perché no un contributo laico nel rispetto assoluto del credo cristiano e non in ultimo fare inserire la Processione del Venerdì Santo nel REIS (Registro dell’Eredità Immateriali della Sicilia).
In ragione di ciò la Proloco di Patti adotta la prima varetta “Gesù nell’orto”
Nino Milone spera e reputa necessario che altre associazioni in collaborazione con gli attuali responsabili delle varette facciano lo stesso.
Un punto di ri-partenza.