A Patti, dove il culto dei morti va oltre a regole e dispozioni ma come in buona parte della Sicilia diventa unq eustione familiare, di memoria, di tradzioni, ecco che arriva un nuovo episodio che avrebbe fatto sorridere amaramente persino Edgar Lee Masters.
Questa volta, il teatro delle ironie e delle polemiche è il cimitero comunale, dove un semplice gesto di pietà, come accendere una lampada votiva, si è trasformato in un’occasione di dibattito degna di un congresso sulle riforme bancarie.
Il tema?
Il pagamento delle tariffe per le lampade votive, e in particolare la questione dell’accettazione dei contanti.
Tutto è iniziato con un avviso dell’amministrazione comunale, che ha reso noto ai cittadini le modalità di pagamento del canone per l’accensione o il rinnovo delle lampade votive.
Tra le indicazioni, con la precisione burocratica degna di una pratica notarile, si specificava che il contante non era contemplato: si poteva pagare solo con bonifico bancario, carta di credito o bancomat. Per chi non avesse un conto corrente o si fosse dimenticato il PIN, il messaggio era chiaro: meglio arrangiarsi.
Si fa presto a parlare di progresso digitale, ma quando si tratta di una tradizione che risale ai tempi in cui i pagamenti si facevano con le lire e un sorriso, le reazioni non sono tardate ad arrivare, anche perchè spesso questa è un’incombenza che ricade sugli anziani.
“Solo bancomat e bonifici”: la modernità che arriva a braccetto con la burocrazia
La decisione di escludere il contante ha lasciato perplessi in molti.
Come si è potuto pensare che una comunità – soprattutto quella anagraficamente d’età avanzata, abituata a risolvere le piccole questioni quotidiane con la semplicità del denaro sonante potesse all’improvviso convertirsi alla finanza digitale?
Un po’ come imporre il Wi-Fi ai calessi di primo ‘900. Che dire poi degli anziani, che già faticano con i moderni sportelli automatici, figuriamoci con un IBAN lungo quanto una partita di calcio?
Un passo indietro: la concessione del contante (ma con riserva)
Forse accortasi della situazione surreale che si stava creando, l’amministrazione ha deciso di rivedere la propria posizione con un nuovo avviso: “Per chi si trovasse in situazioni di comprovata difficoltà, sarà possibile effettuare il pagamento in contanti, previa autorizzazione del personale addetto ai servizi cimiteriali”.
la discrezionalità!
In altre parole, non è che si può pagare in contanti liberamente. No, no, prima bisogna ottenere il permesso. A questo punto manca solo un modulo in triplice copia con firma autografa del parroco per completare il quadro burocratico o la presentazione dell’Isee.
La questione dei contanti, infatti, non è affatto secondaria.
Né la pubblica amministrazione né i privati possono rifiutarsi di accettarli, come stabilito dalle normative nazionali e comunitarie. Non siamo qui a disquisire su cavilli legali – sarebbe un po’ come pretendere che gli abitanti di Spoon River compilino il modulo per ottenere il certificato di residenza – ma un pizzico di buon senso non guasterebbe.
Tradizioni Vs. Modernità: davvero serve complicare le cose?
Questa vicenda mette in luce il paradosso di voler forzare una modernità a tratti aliena a una realtà che si muove a un ritmo diverso. La vita quotidiana, soprattutto per gli anziani, non è fatta di bonifici e PIN, ma di abitudini radicate e gesti semplici.
E allora perché complicare la vita a chi vuole solo accendere una lampada per ricordare un caro estinto? A meno che, ironicamente, non si voglia introdurre una nuova forma di penitenza: “Hai dimenticato di pagare la lampada? La tua anima sarà costretta a vagare nei meandri del sistema bancario!”.
Ovviamente la questione ha sollevato una ridda di polemiche, tra l’ironia e l’incredulo.
Eh già, perché non si trattava solo di pagare con il contante, ma di dimostrare di meritarlo.
Il cimitero come metafora
Alla fine, il cimitero di Patti, con le sue lapidi silenziose e le lampade votive accese a intermittenza, sembra quasi diventare una metafora dei tempi moderni: un luogo dove la semplicità dei sentimenti si scontra con la complessità della burocrazia, dove persino i defunti rischiano di rimanere intrappolati tra un IBAN e un POS che non funziona.
E proprio come nell’antologia di Spoon River, ogni storia, ogni nome sulla lapide, ci racconta di vite vissute tra ordinaria semplicità e ironiche complicazioni.
Chissà se un giorno, quando l’ultimo contante sarà ormai dimenticato e le lampade votive si accenderanno solo con una app sul cellulare, ci guarderemo indietro con un sorriso amaro, pensando a questo 2024 e a quanto fosse tutto più semplice quando bastava una moneta e un fiammifero.
Ma l’acqua ai fiori?
E oggi, tanto per dirlo, al cimitero mancava l’acqua… poveri fiori
Lo sguardo alle tariffe