Per Massimiliano Fabio, nella foto, il sequestro rappresenta un passo significativo nelle indagini sulla morte della 60enne Donatella Canfora e sottolinea l’importanza di andare fino in fondo per far emergere la verità.
Un decesso inspiegabile
Il sequestro di due sale operatorie del reparto di Cardiochirurgia dell’Ospedale “Papardo” di Messina, disposto dal GIP del Tribunale su richiesta della Procura della Repubblica e eseguito dai Carabinieri del Nas di Catania e della Compagnia Messina Centro, rappresenta un passo significativo nelle indagini sulla morte della 60enne Donatella Canfora. L’avvocato della famiglia, Massimiliano Fabio, sottolinea l’importanza di andare fino in fondo per far emergere la verità.
Infatti il caso di Donatella Canfora, originaria di Capo d’Orlando, che era stata ricoverata presso il Papardo il 24 settembre per sottoporsi a un intervento di bypass aorto-coronarico rientra tra quelli che hanno fatto scattare, dopo le denuce, le indagini che hanno portato ora ai sequestri, per accertamenti, delle sale operatorie dell’ospedale messinese.
Secondo quanto riferito dai medici, – scrive l’avvocato – l’operazione era riuscita perfettamente e il decorso post-operatorio era stato definito “brillante”. Tuttavia, il 1° ottobre, la donna aveva accusato febbre e difficoltà respiratorie. Nonostante la somministrazione di ossigeno, la situazione è precipitata, portando al decesso il giorno successivo.
“La famiglia ritiene del tutto inspiegabile il decesso proprio perché gli stessi sanitari avevano definito brillante il decorso post-operatorio, parlando poi di una crisi respiratoria improvvisa come causa della morte”, spiega l’avvocato Fabio.
A seguito di questi eventi, l’avvocato di fiducia della famiglia, aveva presentato il 18 ottobre un esposto alla Procura della Repubblica di Messina, chiedendo il sequestro della cartella clinica e l’acquisizione di tutta la documentazione sanitaria relativa al ricovero e all’intervento. Ora, il sequestro delle sale operatorie, avvenuto dopo l’esecuzione di un accertamento tecnico irripetibile, segna un ulteriore sviluppo nelle indagini.
Un’indagine approfondita
Fabio evidenzia che l’attività investigativa è in corso e potrebbe includere anche l’eventuale estumulazione della salma, qualora fosse necessario per ulteriori accertamenti. “Il sequestro rappresenta un fatto importante nell’ottica delle indagini, che mirano a chiarire ogni dettaglio del caso”, ha dichiarato.
Fiducia negli inquirenti e rispetto del garantismo
Nel suo commento, l’avvocato ribadisce il pieno rispetto per i principi di garantismo e la fiducia negli organi di giustizia: “Con la dovuta cautela, siamo fiduciosi che il percorso condurrà all’accertamento della verità, rispondendo così alle domande legittime dei familiari”.
Il caso della signora Canfora, che ha suscitato profonda commozione e perplessità, rappresenta un momento delicato per l’ospedale Papardo. Mentre le indagini proseguono, resta alta l’attesa per i risultati che possano fare chiarezza su quanto accaduto, fornendo risposte alle domande ancora aperte della famiglia e gettando luce su un episodio tragico e complesso.
la nota stampa integrale dello studio legale
Sequestro sale cardiochirurgia al Papardo.
«Fino in fondo per far emergere la verità. Rispetto principi di garantismo e piena fiducia negli organi inquirenti».
«Andremo avanti sino in fondo affinché venga fatta piena luce su ciò che è realmente accaduto e vengano date le risposte richieste dai familiari sulla morte della loro congiunta». È il commento dell’avvocato Massimiliano Fabio dopo la notizia del sequestro, disposto dal GIP del Tribunale di Messina su richiesta della locale Procura della Repubblica ed eseguito dai Carabinieri del Nas di Catania e della Compagnia Messina Centro, di due sale operatorie del Reparto di Cardiochirurgia dell’Ospedale “Papardo” di Messina.
All’avvocato Fabio si era rivolta la famiglia della 60enne di Capo d’Orlando Donatella Canfora, deceduta lo scorso 2 ottobre dopo essere stata sottoposta il 24 settembre ad un intervento di cardio-chirurgia per l’esecuzione di un bypass aorto coronarico che, secondo quanto riferito dai medici, era perfettamente riuscito. Il successivo 1° ottobre quindi la donna, ancora ricoverata in ospedale, ha iniziato a stare male accusando febbre e difficoltà respiratorie, tanto che le era stato somministrato dell’ossigeno, morendo il giorno successivo.
«La famiglia ritiene del tutto inspiegabile il decesso proprio perché gli stessi sanitari avevano definito brillante il decorso post operatorio, riferendo quindi di una crisi respiratoria improvvisa quale causa della morte», aggiunge l’avvocato Fabio che il 18 ottobre aveva formalizzato un esposto alla procura della Repubblica di Messina chiedendo il sequestro della cartella clinica con l’acquisizione di tutta la documentazione sanitaria sin dall’accesso della donna in ospedale tramite 118, dell’intervento cardiochirurgico eseguito e del successivo decorso post operatorio. «Il sequestro delle sale operatorie, che rappresenta certamente un fatto importante nell’ottica delle indagini, interviene dopo l’esecuzione dell’accertamento tecnico irripetibile al quale abbiamo partecipato e si innesca in una approfondita attività da parte degli inquirenti, per cui abbiamo ipotizzato anche l’eventuale estumulazione della salma qualora si ritenesse necessaria per l’esecuzione degli opportuni accertamenti. Con la dovuta cautela e nell’assoluto rispetto dei principi di garantismo verso tutti i soggetti in atto indagati, siamo pienamente fiduciosi nel lavoro degli organi di giustizia nel percorso che dovrà condurre all’accertamento della verità».
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