Muore dopo una lunga malattia il Maestro Vincenzo Consolo, uno dei più grandi Narratori italiani contemporanei, lasciando un triste vuoto nell’ormai logoro panorama culturale italiano.
Vincenzo Consolo, noto scrittore siciliano nato nel 1933 a Sant’Agata di Militello, ci ha regalato grandi opere come “il
sorriso dell’ignoto marinaio” dove racconta della rivolta contadina di Alcara Li Fusi durante il passaggio dal regime borbonico a quello unitario, “Nottetempo casa per casa” (Premio Strega nel 1992), “Retablo”, “Le pietre di Pantalica”, “Lo spasimo di Palermo” e “Lunaria”.
La sua scrittura “sperimentale” non riesce a trovare simili in quanto si contempla in una narrazione mixata di prosa, memoria storica, arcaismi e forti infiltrazioni dilettali, volta ad un’attenta – quasi spasmodica- ricerca linguistica.
Vincenzo Consolo era un innamorato della sua meravigliosa Sicilia, e come tutti gli innamorati, ne sapeva scovare gioie e dolori senza mai disfarsi, anzi, amandola sempre più. Nell’innestare arcaici vocaboli nel panorama linguistico italiano, Consolo, cercava di farli rivivere, con i propri odori, con le proprie sensazioni con i propri sentimenti.
Immancabile nei suoi capolavori una particolare percezione “del male di vivere”, un malessere che si interroga continuamente sulla propria esistenza trascendentale e sul proprio destino, un malessere che si alimenta nella sofferenza e si spegne con la naturale vittoria della morte su tutto.
La sua estenuante corsa dell’esistenza è stata caratterizzata anche da una lunga e duratura collaborazione con la famosa casa editrice Einaudi e con la RAI.
Vincenzo Consolo ha saputo vivere e lottare da giovane ribelle fino alla fine dei suoi giorni rimarcando e gridando i propri ideali, ha parlato di religione come cultura dello spirito senza nasconderne l’ottusità di una certa branca culturale cattolica, di palesi e aberranti inesattezze sulla storia del potere, di rivolte contadine, di mafia e antimafia, di politica e antipolitica.
Illuminato dal Poeta Lucio Piccolo di Calanovella durante le sue visite nella residenza estiva dei Piccolo a Capo d’Orlando, dal suo grande amico Leonardo Sciascia, come dagli scritti di Pasolini, Vittorini, Verga e Gadda, Vincenzo Consolo è stato un figlio modello di un’Italia intellettualmente sana che rimpiangeremo.
Voglio offrire un addio al Grande Maestro ricordando una celebre frase tratta dal libro “il sorriso dell’ignoto marinaio”: « Tutta l’espressione di quel volto era fissata, per sempre, nell’increspatura sottile, mobile, fuggevole dell’ironia, velo sublime d’aspro pudore con cui gli esseri intelligenti coprono la pietà.»
Michele Starvaggi