Dopo un iter giudiziario lungo e complesso, durato ben nove anni, un 41enne residente in un centro dei Nebrodi è stato assolto dal reato di maltrattamenti dal giudice monocratico del Tribunale di Patti, Eleonora Vona. L’uomo si era sempre dichiarato innocente, respingendo ogni accusa.
Secondo l’accusa, l’imputato avrebbe sottoposto la compagna, davanti ai figli minori, a ripetuti atti di violenza fisica e vessazioni psicologiche. Le presunte condotte includevano percosse, minacce di morte, e danneggiamenti a mobili e suppellettili della loro abitazione. A causa di queste accuse, la compagna e i figli erano stati trasferiti in una casa-famiglia, e il Tribunale per i Minori di Messina aveva dichiarato l’imputato decaduto dalla responsabilità genitoriale.
Durante il dibattimento, l’uomo, difeso dall’avvocato Nunziatina Armeli, ha sempre ribadito la propria estraneità ai fatti contestati. Testimonianze raccolte dalla difesa hanno ridimensionato le accuse, descrivendo una situazione familiare caratterizzata da litigi occasionali, spesso attribuiti alla figlia adolescente, ritenuta una ragazza problematica.
Il pubblico ministero Annamaria Mastrantonio aveva richiesto una condanna a due anni e quattro mesi di reclusione. Tuttavia, nell’arringa finale, l’avvocato Armeli ha sottolineato come mancasse l’abitualità delle condotte necessaria per configurare il reato di maltrattamenti.
Al termine del processo, il tribunale ha assolto l’uomo dall’accusa di maltrattamenti, ritenendo che il reato non sussistesse. Inoltre, i reati di lesioni e violenza privata sono stati dichiarati estinti per intervenuta prescrizione.
Con questa assoluzione, l’uomo ora guarda al futuro e si prepara a rivolgersi al Tribunale per i Minori per cercare di ottenere la custodia dei figli, cercando di ricostruire una relazione familiare segnata da anni di separazione e accuse.