Il rabbino Riccardo di Segni dice che non gli ebrei di Roma non partecipano al lutto del mondo cattolico per la morte di papa Francesco perche’ gli hanno imputato di non avere preso una posizione netta a favore di Israele, mentre per Comunità Ebraica di Roma. Il Presidente Fadlun evidenzia “Ricordiamo Papa Francesco con profondo rispetto”
Il rabbino capo di Roma che già non aveva lesina polemiche al Papa per la sua posizione nei confronti della guerra a Gaza evidenziando che “La condanna della guerra quando è monolaterale e monotematica è sospetta. Un Pontefice non può dividere il mondo in figli e figliastri. E dunque deve denunciare le sofferenze di tutti”, ora prende una posizione netta a nome della comunità: “: Gli ebrei di Roma e il rabbino Riccardo Di Segni che li rappresenta, non partecipano al lutto del mondo cattolico per la morte di papa Francesco perche’ gli hanno imputato di non avere preso una posizione netta a favore di Israele. Per chi, come gli ebrei di Roma, e’ imperativo sostenere la politica del governo israeliano e di Netanyahu senza se e senza ma, questa e’ una colpa imperdonabile. Sono ormai lontani i tempi del caloroso, tollerante e comprensivo dialogo ebraico-cristiano portato avanti con coraggio e tra mille difficolta’ interne dal rabbino di Roma Elio Toaff e da papa Giovanni Paolo II.”
Quasi una presa di posizione avversa si legge su Slaom, il foglio della comunità ebraica:
Il cordoglio della Comunità Ebraica di Roma. Il Presidente Fadlun: “Ricordiamo Papa Francesco con profondo rispetto”
Qui il Presidente della Comunità Ebraica di Roma, Victor Fadlun, che parla anche per Di Segni, ha espresso il proprio cordoglio per la scomparsa di Papa Francesco, unendosi alle parole del Rabbino Capo.
“Mi unisco al cordoglio del Rabbino Capo Riccardo Di Segni, e insieme a lui esprimo le più sentite condoglianze all’intero mondo cattolico per la scomparsa di Papa Francesco”, si legge in una nota.
“Di lui ci ha colpito la straordinaria forza dimostrata fino alla fine, anche nel modo in cui ha affrontato la malattia e la sofferenza. La nostra Comunità lo ricorda con profondo rispetto”, ha concluso il leader della comunità ebraica romana.
Ma Ariel Toaff scrive ancora: