di Corrado Speziale
La pioggia caduta durante i concerti d’apertura della XII edizione del WOMAD, al Teatro antico di Taormina, bagna il pubblico ma non ne raffredda le emozioni e l’entusiasmo in una serata straordinaria.
“Benvenuti al giro del mondoâ€Â, ha esordito così lo speaker della manifestazione, accogliendo lo scarso pubblico presente (raramente si erano visti gli spalti del teatro così vuoti), ringraziando gli intervenuti per il “coraggio†dimostrato, riferendosi ai disagi dovuti al forte maltempo che da giorni imperversa sulla costa Jonica del messinese e che purtroppo ieri sera non ha risparmiato gli spettatori, costretti ad assistere a due terzi dello spettacolo sotto la pioggia, con l’evento che si è svolto regolarmente solo grazie all’impegno degli addetti ai lavori, accorti nell’aver provveduto per tempo a coprire il palcoscenico.
WOMAD, ovvero World of Music, Art and Dance, festival itinerante ideato e voluto da Peter Gabriel, come espressione artistica dentro il “villaggio globaleâ€Â, che dàa questo evento il significato di un viaggio tra popoli di tutti i continenti uniti dal linguaggio universale della musica.
Ieri sera si sono esibiti Oumou Sangare, espressiva e raffinata cantante del Mali, il “nostro†Stefano Bollani, pianista dall’ineguagliabile talento e, per ultima, Mariem Hassan, eccellente vocalist del Sahara Occidentale. I tre artisti si sono alternati a staffetta sul palco, intrattenendo il pubblico circa un’ora ciascuno.
Sovvertendo il cartellone, ha inaugurato la rassegna Oumou Sangare, accompagnata da una band di 8 elementi, di cui 6 impegnati rispettivamente con kora, basso, chitarra, batteria, flauto, percussioni e da due giovani coriste.
La Sangare ha incantato il pubblico con la raffinatezza del suo stile ed una voce straordinaria, che ben si adattava alla fusion di taglio etnico, con sfumature funk, che il suo gruppo le creava. Armoniche e di alto profilo etico, le due brevi dissertazioni in francese, che la cantante ha fatto in difesa dell’amore e contro i matrimoni forzati, evidentemente usuali nel suo Paese. Il pubblico, ancora senza il disagio della pioggia, ha ben gradito l’esibizione, mostrando il proprio entusiasmo anche attraverso balli improvvisati sotto il palco, cogliendo così da vicino l’energia, la bellezza e gli incomparabili colori dell’artista africana e della sua band.
Trascorsa la prima ora, irrompe sul palco, come suo solito, un “immenso†Stefano Bollani, ed assieme al più grande pianista italiano del momento, che il mondo ci invidia, giunge puntuale un’incessante pioggia che accompagneràpubblico ed artisti per tutto il resto della serata.
Bollani, con la sua proposta “piano soloâ€Â, di cui alla vigilia non aveva annunciato alcuna scaletta, dicendo che si sarebbe “adattato†all’andamento della serata, lasciando così tutti i suoi estimatori in preda alla curiosità, non ha certo tradito le attese.
Scrutando dal palco la poca presenza di pubblico, circostanza per lui ovviamente inusuale, coinvolge subito i presenti “offrendosi†a delle specifiche richieste; assolutamente un “lussoâ€Â, occasione ghiotta per gli appassionati presenti, e sicuramente materia di rimpianto per tutti coloro che hanno preferito dissociarsi dall’evento. Un’ora di autentico piacere. Godersi così da vicino tanto genio e virtuosismo, con altrettanto trasporto tra l’artista ed i presenti, quantunque infastiditi dalle avversitàatmosferiche, succede di rado anche ai più “navigati†delle platee. Bollani si cimenta con rara maestria in alcuni classici italiani, ed altri stranieri più universalmente noti, passando attraverso improvvisazioni, anche jazzistiche, che solo un grande come lui riesce a proporre: “Piove (ciao ciao bambina)†di Domenico Modugno; “Che cosa c’è†di Gino Paoli; “Estate†di Bruno Martino, brano divenuto ormai un classico del jazz; “Maple leaf rag†del leggendario Scott Joplin, solo per citarne alcuni. Passiamo adesso a quelli che hanno emozionato maggiormente il pubblico, oltre ad aver fatto restare il pianista in tema con l’evento: “Besame Muchoâ€Â, sulla cui interpretazione è difficile trovare aggettivi appropriati, classico “senza tempo†di Consuelo Velàzquez che Bollani, oltre ad aver a tratti trasfigurato nei ritmi e nella forma, ha anche cantato, non rinunciando alla sua consueta teatralità; “Tico tico no fubàâ€Â, che egli ha ripreso da Zequinha de Abreu ed inserito, reinterpretandolo magistralmente, nel suo capolavoro “BollaniCarioca†del 2007; “La Siciliaâ€Â, brano scritto dal pianista, tratto dall’album “I visionari†del 2006, con il quale ieri sera ha voluto fare un omaggio alla terra che, seppur nella pioggia e con qualche forfait tra gli appassionati, gli ha riservato il calore di sempre.
Ha concluso la prima delle tre serate taorminesi del WOMAD 2009 Mariem Hassan, considerata la voce più rappresentativa del Sahara Occidentale. Il suo gruppo, formato da due chitarristi, un bassista ed una percussionista, ha proposto un sound variegato, tutto di stampo occidentale, come rock, funk, reggae, ed addirittura blues e ska. Evidentissima la commistione tra l’originaria inclinazione dei musicisti ed il genere dagli stessi scelto e praticato, anche in virtù delle danze, proposte con apprezzabile grazia dalla giovane percussionista, che hanno fatto da coreografia a qualche brano.
I concerti della rassegna taorminese proseguiranno stasera con l’esibizione dell’altro nostro connazionale, Vinicio Capossela, preceduto dai britannici “Black swan effect†e dal guineiano Ba Cissoko, e domani sera con il famoso cantante algerino Khaled, preceduto dal cantautore cubano Eliades Ochoa e dai siriani Abdullah Chhadeh & Syriana.
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