LA DIGNITA’ NON HA PREZZO
Cronaca Provinciale

LA DIGNITA’ NON HA PREZZO

Lettera aperta di Pippo Pizzino all’Unicredit … “profuno” di riscatto sociale, impegno imprenditoriale, voglia di fare… mentre dopo “lineanotte” sale l’attenzione sulla vertenza Castello. Oggi Nanni Ricevuto tra gli operai a Brolo.
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Egregio Dr. Alessandro Profumo,
non sono riuscito a chiudere occhio tutta la notte tormentato sempre dalle stesse domande.
Perché tanta acredine?
Perché questa caduta di stile così verticale ed una reazione così scomposta?
Dal primo momento che siamo arrivati a Milano abbiamo mantenuto un profilo alto e dignitoso.
Abbiamo evitato di esagerare nei modi e nelle forme, ogni nostra azione è sempre stata composta e mai sopra le righe, sempre nel rispetto sia del ruolo, che delle competenze.
Sin dal nostro primo comunicato abbiamo sempre e solo chiesto che le nostre istanze venissero valutate nel merito, senza alcun pregiudizio e senza preclusione alcuna.
Non abbiamo mai nascosto le nostre difficoltà, anzi, le abbiamo sempre evidenziate, abbiamo sempre dichiarato le perdite degli ultimi anni e la determinazione nel non voler mollare all’alba di una probabile ripresa.
Tutto ciò non avrebbe dovuto scandalizzare, né turbare, la banca, certo non nuova a questo tipo di  problematiche, stante la situazione economica che sta attanagliando tutte le imprese.
Perché una dichiarazione così lapidaria, “…la società è sull’orlo del fallimento…”, nei confronti di un gruppo che ostinatamente chiede, anzi, pretende un finanziamento, sostenuto da garanzie, finalizzato a nuovi investimenti ed al mantenimento dei livelli occupazionali? PERCHÉ?
Perché si insiste a deviare l’opinione pubblica con queste dichiarazioni, ed invece non si vuole mai rispondere alla nostra prima e sola domanda?
Abbiamo presentato una domanda di finanziamento che titola “Progetto per il Risanamento ed il Rilancio del Gruppo”; la domanda è: tale nostra ipotesi di lavoro, che abbiamo sottoposto alla Vostra attenzione, è sostenibile o no?  A questa domanda si deve una risposta, ottenuta la quale, sia essa negativa o positiva, sospenderò lo sciopero della fame e toglierò il fastidio, andrò via solo dopo questo confronto della mia unica e sola domanda, nel merito :
La domanda di finanziamento che Vi abbiamo sottoposto è sostenibile, sì o no?
Questa è la domanda ed a questa chiediamo una risposta senza deviazioni e senza acredine.
Invece, dal primo momento, i vostri comunicati stampa insistono sempre su altre considerazioni.
pippo_pizzinio_e_le_figliedora_e_michela_manager_dellaziendaIn un primo momento avete dichiarato che il nostro bilancio presentava passività patrimoniali, finanziari ed economiche e, quindi, non meritevoli di credito.
Bella scoperta, come fosse stato al contrario, invece di essere io qui da Voi, non sareste stati voi da me? É come se tutte le imprese che presentano tali caratteristiche non fossero più meritevoli di credito e/o bancabili.
Questa notte, invece, avete suonato il de profundis e siete passati dal discredito al dileggio ed, infine, alle offese… Suvvia, siete l’UniCredit, mica la Banca di Rocca Cannuccia. Noi siamo solo dei microbi, microbi atomici, sì, ma pur sempre microbi rispetto a voi. Teniamo alto il livello del confronto. Dai, non passiamo le pratiche al legale.
Parlare delle passività ci stà, siamo qui apposta per parlarne; dire, invece, che si è sull’orlo del fallimento è cosa ben diversa ma, prima o poi, non si può escludere, grazie anche alle Vostre dichiarazioni, qualora non riuscissimo a mettere in atto il nostro Progetto,  per questo sono qui.
Sostenere, poi, che “…l’imprenditore non è affidabile…” questa è metterla sul personale.
Niente di personale, Alessandro, ma qualcuno, su da te, incomincia ad irritarsi ed a perdere il controllo della situazione… non sarà per quelle frecciatine su Risanamento? Non sei sportivo.
Vogliamo parlare della mia affidabilità? Ed allora parliamone, e poiché sei solo un grande finanziere, imprenditore è meglio, mi permetto di sottoporti un pò di numeri per presentarmi meglio affinché tu possa meglio valutare la mia persona (scusa l’eccesso di confidenza).
Anni 33 di attività personale più 9 di mio padre = totale anni 42 di attività gruppo.
Numero medio di dipendenti annuo sotto il quale non si è mai sceso = 300
N° 300 dipendenti per n° 14 mensilità per n °42 anni  = n° 176.000
N° 176.000 stipendi per un costo attualizzato di € 2.500 = € 440.000.000,00
Mica male per un Gruppo, nonostante i conti passivi e nonostante dite sull’orlo del fallimento.
Sai, Alessandro, tu sei andato via molto presto dalla Sicilia, io sono rimasto e sono molto orgoglioso dei miei – tutto sommato – piccoli numeri… Sai, ho evitato fino ad oggi di piangermi addosso, lamentando problemi ambientali, logistici, di delocalizzazione e, credimi, anche di costo di oneri finanziari diversi rispetto al resto d’Italia, chiedi ai tuoi ragazzi.
Alla luce di ciò, le vostre considerazioni dovrebbero essere al contrario:
Come può essere possibile che non sia fallito molti anni prima? Che né pensi ?
Quante altre aziende/imprenditore in Sicilia avrebbero potuto fare ciò?
Quante aziende potrebbero continuare a farlo, soprattutto oggi?
Quante aziende hanno fatto ciò senza contributi statali o regionali?
Quante riuscirebbero a farlo senza sostegno bancario o inadeguato?
Quante riuscirebbero a farlo quando il costo pagato và oltre la soglia usura?
Quante sono le aziende del tessile/abbigliamento di fatto delocalizzate prive di alcun beneficio?
Vedi, Alessandro, io, da oltre trent’anni, opero nel settore tessile/abbigliamento, produco in Sicilia (Made in Italy) e distribuisco il mio prodotto in tutta Italia attraverso una rete commerciale di punti vendita diretti monomarca.
Abbiamo perfezionato una formula che ci ha permesso di resistere ed insistere nella produzione Made in Italy, sebbene quasi tutti andavano all’estero, mettendo fine ad una tradizione e ad una professionalità che ha fatto la nostra bandiera.
Abbiamo anche la prova provata che non è andando in Cina o fuori Italia che le aziende guadagnano (vedi ultime semestrali di tutti i gruppi quotati – Mariella Burani -).
Che vogliamo fare?
Io sono sempre sotto che aspetto che diate una risposta alla mia domanda e, come avrai ben capito, sarà molto difficile che vada via senza un confronto, a questo punto solo ed esclusivamente con te.
Era tanto tempo che non facevo vacanze, erano più di trent’anni che non tiravo tardi la notte a Milano, incomincio anche a prenderci gusto.
Aspetto sotto, giù da te, in fiduciosa attesa.
Un caro abbraccio
Pippo   

P.S. Raccomandati con i tuoi ragazzi che non perdano la calma e che mantengano alto il profilo del confronto, io non vorrei assolutamente adeguarmi al loro livello, ma se fosse necessario, saprò essere anche più bravo.
Grazie ed a presto.                                                                        

29 Settembre 2009

Autore:

admin


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