La rappresentazione teatrale è stata messa in scena ieri pomeriggio al Teatro Greco di Tindari, fuori concorso, dinnanzi ad una rilevante cornice di pubblico, dal Laboratorio del Liceo Classico – Scientifico – Linguistico “Vittorio Emanuele III” di Patti, che ha organizzato la prestigiosa manifestazione giunta quest’anno all’undicesima edizione.
“Lo stato d’assedio”, dramma teatrale scritto da Albert Camus nel 1948, contiene importanti significati etici, sociali e politici. La paura è uno strumento perfetto e di facile applicazione per l’affermazione dei regimi totalitari che erano stati, ed in alcuni casi continuavano ancora ad essere, un modello di potere in molte nazioni. La tirannia, così, veste i panni della peste che flagella il popolo, e l’autore franco – algerino sceglie come metafora proprio la terribile malattia che diede il titolo al suo racconto pubblicato l’anno precedente, “La peste”, appunto.
Il richiamo a non abbassare la guardia, a mantenere sempre alto il livello di dignità di un popolo attraverso il coraggio di ribellarsi civilmente nel segno dell’uguaglianza sociale, rifiutando qualsiasi forma di acquiescenza, manipolazione e compromesso con il tiranno, sono i messaggi che Camus lancia per sensibilizzare il pubblico verso la continua ricerca della libertà come valore universale. Aggiunge, poi, la passione, l’amore, la purezza del mare e la morte, come elementi – simbolo della causa.
La trama dell’opera, nelle sue parti essenziali, è stata ben sintetizzata dagli organizzatori nel foglietto informativo: “All’orizzonte della città appare una cometa e molti pensano ad un segno funesto. Le autorità ordinano di non parlarne più, ma quando si verifica la prima morte la paura si impossessa della città e il governo non riesce a gestire la situazione. Ecco allora arrivare la Peste e la sua Segretaria che riusciranno sempre troppa difficoltà ad imporre il loro regno del terrore.
Il dramma affronta i grandi temi della paura, del coraggio, della libertà. La Peste, la Dittatura, il Potere degli uomini che schiaccia altri uomini, sono mostri che cambiano faccia e sanno abilmente camuffarsi.
Scritto dopo la seconda guerra mondiale, il testo vuole essere un monito per tutti gli uomini per metterli in guardia da rassegnazione, sottomissione, passività, soprattutto dallo scendere a patti con la tirannia.
Camus ci dice che bisogna comunque brandire la spada: lottare con amore e con fiducia nella libertà”.
Eccellente, da autentici attori “navigati”, è stata l’interpretazione scenica dell’opera da parte degli studenti del Liceo di Patti, che ha come dirigente la prof.ssa Grazia Gullotti Scalisi.
Il Laboratorio teatrale, nel quale i ragazzi hanno lavorato ininterrottamente dall’inizio dell’anno scolastico, è stato coordinato dalla prof.ssa Tilde Graziano.
Questo è il cast che ieri pomeriggio ha ricevuto meritatamente gli applausi della platea del Teatro Greco: Lorenza Rifici, Alessia Pizzuto, Chiara Ruggeri, Martina Germanà, Greta Indaimo, Francesco Aricò, Graziano Virzì, Floriana Buzzanca, Gabriel Cipriano, Aurora Emanuele, Luana De Pasquale, Cristiana Radici, Mariatindara Ignazzitto, Giada Piccolo, Martina Giaimo, Giulia Lembo, Virginia Salemi, Marco Mancuso, Rossella Letizia, Agnese Consolo, Elvira Raffele, Alberto Conti Gennaro, Miriana Taranto, Chiara Ermito, Marta Caleca, Serena Gagliano, Alessia Cappadona, Giuseppe Accordino, Antonio Faranda, Anna Maria Pavone, Luana De Pasquale, Giovanni Cavallaro, Giulia Salamanca, Jessica Pizzo, Cristiana Radici, Valeria Gambino, Roberta Cusmà, Noemi Scaffidi.
Stefano Molica ha curato l’adattamento e la regia.
Il pomeriggio teatrale era iniziato con “Troades”, da Euripide e Seneca, interpretata dagli studenti del Liceo Classico “G. La Farina” di Messina, rappresentazione premiata come miglior lavoro dell’edizione 2012.
Alla luce del drammatico attentato di Brindisi, la giornata conclusiva della rassegna è stata dedicata a Melissa Bassi, la studentessa barbaramente uccisa all’ingresso della scuola, coetanea di tanti ragazzi che si sono esibiti sul palco, con i quali condivideva sogni, progetti e speranze che una mano assassina, con una violenza inaudita, ha improvvisamente e vigliaccamente infranto.