“Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”.
Tratto dal “Piccolo principe” un delizioso lavoro teatrale a Brolo ha incantato grandi e piccini.
Alla presenza di un numeroso e attento pubblico che ha dimostrato di apprezzare, l’8 agosto sera, al palatenda di Brolo, è andato in scena lo spettacolo tratto da “Il piccolo principe” il libro più famoso di Antoine de Saint-Exupéry (1900-1944). Il lavoro messo a punto e presentato dall’Associazione Arkè, si è rivolto ad un pubblico di ragazzi, ma anche e soprattutto a quegli “adulti che un giorno furono ragazzi”, parafrasando le celebri parole del suo Autore.
Una figura non soltanto letteraria, rappresentativa del Novecento, A. de Saint-Exupéry: pilota civile e militare, uomo il cui vissuto fu segnato da battaglie e solitudini infinite, autore di libri dove l’esperienza del volo è quasi sempre centrale, non per autocelebrazione bensì perché attraverso le metafore del “viaggio” l’Autore esprime considerazioni profonde sull’animo umano.
Lo spettacolo, la cui regia è stata curata sapientemente dalla Maestra di danza dell’Associazione Adriana Ridolfo e da Massimo Catina, ha inizio col prologo recitato dalle voci fuori campo di Dina Ruggeri e Veronica Gentile.
La scenografia è costituita dall’aereo in avaria dell’aviatore Antoine de Saint- Exupéry, che, costretto ad atterrare in pieno deserto, incontra il piccolo principe, una curiosa creatura che racconta della sua conoscenza dei vari pianeti, ciascuno dotato di precise caratteristiche.
La metafora delicata dell’incontro tra i due personaggi, da cui scaturisce una storia di amicizia, permette, attraverso lo snodarsi del racconto del piccolo protagonista, interpretato da un valido Dario Terzo, affiancato da Meluccio Pizzuto, nel ruolo di A. de Saint- Exupéry, di vedere scorrere gli elementi essenziali e simbolici della favola, i pianeti e i suoi vari abitanti. I ballerini, con talento, convinzione e impegno, hanno interpretato le figure chiave del racconto, rendendo suggestiva e appassionata l’intera rappresentazione.
Dalla Donna pigra, alla Rosa, passando per la Regina, la Vanitosa, l’Ubriacona, la Donna d’affari, la Lampionaria, la Geografa, l’affascinante e abilissimo Serpente che con il suo sinuoso “avvolgersi” ha piacevolmente imprigionato dentro le sue spire l’attenzione dell’intero pubblico; la Margherita, le piccole Margherite, le Rose, la Volpe, il Caos, l’Acqua e infine il Tempo.
La coreografia garbata, messa a punto con attenta professionalità ma anche con autentica partecipazione emotiva, ha avuto il merito di valorizzare la passione con cui ogni singolo artista ha interpretato il proprio ruolo, offrendo, in alternanza con le parti recitate, uno spettacolo davvero godibile ed apprezzabile.
Azzeccata la scelta delle musiche, che hanno accompagnato ogni singola esibizione, attraverso le melodie lievi di Enya, le struggenti note al pianoforte di Ludovico Einaudi, i ritmi e le sonorità calibrate sui vari temi dello spettacolo, di E. Fitzegerald, J. Newton, H. Zimmer e Glazunov.
Un momento artistico onesto, una valida interpretazione del testo, hanno condotto in un viaggio nell’età dell’innocenza, che magari si gusta ancora meglio se quella stagione della vita è ormai un ricordo. Una preziosa occasione di riflessione sulla luminosità di sani e saldi valori, quali l’amore e l’amicizia, i soli capaci di restituire all’Uomo l’unica dimensione degna di essere definita Umana.
Ornella Fanzone