Era inevitabile che dopo “la lunga notte” di Claudio Fava, come lo stesso protagonista l’ha definita, scaturita dalla doccia fredda del “possibile”, poi confermato ritiro della sua candidatura per il sopraggiunto problema dell’acquisizione della residenza in Sicilia, la conferenza subisse dei condizionamenti di sorta.
Ma Luigi Sturniolo, per tutti “Gino”, neocandidato indipendente, tra i leader storici del movimento NoPonte, sostenuto da una folta schiera di liberi attivisti dei movimenti messinesi, nonostante le indiscrezioni, provenienti da più parti, sui possibili sostituti di Fava, ha proseguito dritto per la sua strada trattando gli argomenti su cui ha articolato l’incontro.
Il Ponte sullo Stretto, con le ultime notizie provenienti dai comuni tirrenici interessati dalle discariche di inerti; lo scottante problema del MUOS (Mobile User Objective System), sistema satellitare della Marina U.S.A., composto da tre enormi antenne paraboliche, che sta per essere installato a Niscemi; le cosiddette opere di prossimità e l’introduzione del reddito primario di base, sono stati i temi su cui Sturniolo si è maggiormente soffermato. Inizia intanto con il “caso” Fava: “E’ normale che gli eventi accaduti ieri, siano adesso materia di discussione, ma ciò non cambia il senso politico della battaglia che stiamo conducendo, né, ovviamente, il senso politico della mia candidatura”.
Chiusa la breve parentesi iniziale, Sturniolo, com’era previsto, esordisce con l’argomento che fino ad oggi ha caratterizzato maggiormente la sua militanza nei movimenti, perché c’è, in particolare un fatto da considerare.
Proprio oggi, 27 settembre, a Roma, presso il Ministero delle Infrastrutture, c’era in atto la Conferenza dei servizi con i sindaci dei comuni tirrenici interessati al piano di aggiornamento dei siti per il conferimento degli inerti provenienti dagli sbancamenti per la realizzazione del Ponte, opera che l’attuale Governo, in virtù dei problemi legati al bilancio pubblico, ha tolto dalle priorità e lasciato “dormiente”.
Nonostante ciò, riguardo il conferimento del materiale di risulta a Venetico, Valdina, Torregrotta, Monforte San Giorgio e, ovviamente, Messina, vanno ad aggiungersi Villafranca, Rometta, Saponara e Spadafora, comuni che non hanno prodotto osservazioni al progetto, e nonostante qualche amministrazione sembrasse comunque intenzionata ad opporsi, l’intento generale è di chiedere ulteriori opere compensative in cambio dello scempio ambientale che sarà provocato. Danno su danno, dunque, e “sacco” retto a chi non aspetta altro che la tanto sospirata approvazione del progetto definitivo dell’opera che non si realizzerà mai, della quale farebbero gola, in tal caso, le penali previste a carico dello Stato.
Ecco, a tal proposito, cosa ha detto Sturniolo, che da leader storico del movimento No Ponte, si appresta a contrastare la realizzazione della megaopera per la prima volta da candidato: “La questione Ponte rimane all’ordine del giorno in campagna elettorale in quanto operazione assolutamente da contrastare. Ed il problema delle discariche di inerti nei comuni tirrenici è un elemento che rafforza i motivi del nostro dissenso”.
Dalla protesta nelle strade e nelle piazze, dove ha riunito miglia di militanti NoPonte, passando da quella svolta all’interno dei palazzi delle istituzioni, oppure attraverso i suoi saggi, gli articoli ed i tre libri editi da Terrelibere.org, Sturniolo approda, così, alla politica che richiede consensi sul piano elettorale, seguendo il principale percorso offerto dalla democrazia. “Per qualcuno la campagna elettorale è l’interruzione della politica – dice il candidato – quando per noi, invece, è tutto il contrario. Continuare a far politica in senso puro, in questo momento, è parte integrante di un processo in cui crediamo fermamente”.
E presenta la prossima manifestazione che lo vedrà nuovamente impegnato in prima linea, spiegandone il motivo: “Stiamo organizzando la manifestazione contro il MUOS, a Niscemi, aspetto per me assolutamente importante, perché non riguarda solamente la nostra opposizione alle guerre ed alle servitù militari, ma anche il fatto che l’installazione di questo sistema di antenne causerebbe gravi danni dal punto di vista dell’inquinamento elettromagnetico e impedirebbe lo sviluppo di un’intera area della Sicilia. Basti pensare – prosegue Sturniolo – soltanto al fatto che l’aeroporto di Comiso non potrebbe funzionare a causa degli effetti, degli impedimenti, che queste installazioni provocherebbero alle regolari attività dell’aviazione civile in termini pratici e di sicurezza”.
Su questi argomenti, l’esponente dei movimenti messinesi sente crescere il consenso: “La mia, anzi – tiene a precisare – la nostra candidatura collettiva, sta diventando addirittura di tipo multi direzionale, perché intorno a questo progetto politico si stanno aggregando sempre più persone. Ieri, ad esempio, a San Piero Patti, ho sentito intorno a me tantissimo entusiasmo”.
Ed ecco citare un termine che sembra tra i più appropriati ad accompagnare la sua candidatura, facendo, se vogliamo, da rompighiaccio: “Noi ci presentiamo un po’ come un’anomalia, siamo espressione dei movimenti. Il mio nome è quello che si presenta alle elezioni ma dietro ci sta tutta un’area che fa del lavoro, del conflitto sociale e dell’attività all’interno dei movimenti nella la società civile, la propria ragione d’esistenza politica. Se dovessi essere eletto – prosegue Sturniolo – sarò sì il megafono della lotta, ma anche veicolo della ricchezza sociale e dell’intelligenza collettiva. Questa, nella nostra Regione, è identificabile nelle decine di migliaia di giovani ogni anno costretti ad abbandonarla perché non hanno possibilità di lavoro”. E spiega, in sintesi, quali sono gli elementi da considerare: “La questione delle grandi opere va contrastata proponendo un piano di infrastrutture di prossimità. Gli investimenti, in questi ultimi tempi, soltanto per le infrastrutture viarie, sono stati di cinque miliardi di euro annui. Tali somme, invece, dovrebbero essere utilizzate per un piano di infrastrutturazioni prossime cittadine che nel nostro territorio riguardano la messa in sicurezza sismica ed idrogeologica”.
Lancia, poi, un allarme: “C’è la percezione di un intreccio forte presente sul nostro territorio che comprende mafia, corruzione e clientela che drena tutte le risorse che arrivano o che già si posseggono e che impediscono lo sviluppo e la possibilità di rilanciare le attività produttive della Sicilia. Fare saltare questo meccanismo è fondamentale. Lo si può fare solo con il controllo popolare, con la democrazia, con la partecipazione”. E fa una proposta che trova non pochi fondamenti e consensi: “Attraverso le risorse sottratte al malaffare, alle clientele, alle corruzione, è possibile lanciare un piano di attività per i giovani. Creare un reddito primario di base, fatto di un pacchetto di servizi, e anche una dotazione monetaria che consenta loro di potere restare nel nostro territorio ed essere accompagnati, in qualche modo, tra un lavoro e l’altro, visto che questo è diventato ormai intermittente. Ciò gioverà a non regalare le intelligenze e la formazione prodotte dal nostro territorio”.
A proposito di lavoro, finito il “tam-tam” sul candidato Presidente della Regione, esaurite le proposte, dopo le rinunce di Rita Borsellino e Fabio Giambrone, con lo stesso Fava come “vice”, la coalizione ha deciso per Giovanna Marano, ex leader regionale della Fiom-Cgil.
Com’era prevedibile, dopo pochi minuti, attraverso Facebook, arriva la “scossa” di Luigi Sturniolo: “Adesso, per favore, radicalizzare la campagna elettorale sui temi sociali e del lavoro !”
Corrado Speziale