De Gennaro, il capo della polizia in quel tempo. Quella polizia accusata da Amnesty Internationl di aver sospeso i diritti civili in qui giorni.
“L’eclissi della democrazia“ come il titolo di quello splendido e agghiacciante libro scritto da Agnoletto Guadagnucci, su quei fatti.
De Gennaro quel soggetto che all’indomani della sentenza della Suprema Corte esprimeva solidarietà ai condannati per la “ macelleria messicana”.
Migliaia di cittadini italiani, casalinghe, pensionati, altissimi dirigenti della polizia di stato, operai, studenti.
E’ probabile che non l’abbia letta, anche se leggendo le motivazioni si può pensare il contrario.
Ma così non è. Il fatto è che quando si comincia ad esprimere una Idea a gran voce, con coraggio, a testa alta, in nome della Democrazia, quella Democrazia in quei giorni stuprata, le parole, le sensazioni, le emozioni, si trasmettono lo stesso. E vengono recepite anche se non lette.
Sembra quasi che le nefandezze della Diaz, di Bolzaneto, di Genova 2001, della morte senza verità di un ragazzo che si chiama Carlo, comincino ad appartenere alla coscienza di tanti.
Certo, tante cose ancora rimangono buie su quei giorni, nessuno restituirà un ragazzo alla vita dei suoi cari, le botte, le ferite, le umiliazioni subite da migliaia di giovani, e non solo, forse non guariranno mai.
La strada è ancora lunga, De Gennaro è ancora un sottosegretario di questo governo.
Non siamo neanche all’inizio di una battaglia democratica, fino a quando in un governo ci sarà una persona che esprime solidarietà a dei “ macellai “.
A gran voce, e nel silenzio pressoché totale dei media, continuiamo tutti a chiedere a testa alta, le dimissioni di De Gennaro.
Goffredo D’Antona, portavoce dell’Osservatorio dei diritti di Catania.