La notizia è che da qualche ora l’azienda sinagrese che produce pellet ha ripreso a lavorare.
Sospiro di sollievo per i posti di lavoro, come paventato, non andati in fumo, uguale a quello che misto a vapore acqueo ora furiesce dall’azienda insieme al rumore, appunto scrich scrich, che proviene da una “macchina” esterna alla fabbrica. Fumo e rumore e che avevano sollevato le perplessità sulla liceità di tali azioni da parte di un comitato civico.
Ma la questione non sembra risolversi, anzi.
A innescare un miccia che accende le polemiche ora si mette facebook.
Un gruppo “amico” del primo cittadino punzecchia il “famigerato comitato” chiedendosi “Dove sono finiti i cento firmatari della petizione”.
Basta questo per avere la risposta che appresso pubblichiamo.
A parlare è Angela Fogliani che fuori da quanto scritto dice “Abbiamo saputo che il Tar ha concesso la sospensiva all’Azienda, questo attraverso la stampa. Ognuno difende i suoi interessi, e ci chiniamo di fronte alla Legge, ma questo non vuol dire che abbiamo torto.
Ora siamo chiamati in causa sulla rete per avere difeso un diritto, senza saper nulla o essere avvertiti anche dell’evoluzione della situazione che sicuramente qualcuno già sapeva … avremmo voluto avere quelle rassicurazioni che il sindaco avrà sicuramente ricevuto… ma certamente i Cittadini che rappresentatimo non meritano queste attenzioni, di certo chiederemo al tempo debito conto su come e perchè“.
Ma andiamo per ordine e ricostruiamo, prima di pubblicare i documenti, la vicenda.
Partiamo dalla mediazione istituzionale in atto tra le parti. Prefettura, Comune e Azienda.
Questo da il senso della problematicità sociale dei fatti.
In questo contesto per dichiarazione dello stesso sindaco, l’avvocato Enza Maccora, assurge a dignità politica-istituzionale, in quanto chiamato in causa, il Comitato dei cittadini che ha, di fatto, proposto la questione, che era comunque avvertita da anni dalla collettività ed anche attenzionata, emerge dalla lettura degli atti, dagli organi preposti al controllo, vigili urbani, Arpa, Amministrazione comunale.
Una mediazione che nelle ultime settimane poteva addivenire ad un accordo ragionato tra le parti, teso a salvare posti di lavoro, produzione, salute pubblica, ma che, dalla stampa, pareva essersi arenata dato che l’incontro con il Prefetto era stato dato rinviato a data da destinarsi.
Ma visto l’evolversi di stamani le cose erano tutt’altro che ferme e l’azienda era andata, come annunciato, innanzi al Tar.
Vogliamo ricordare che il Comitato che si fece promotore di una raccolta di firme e sollevò, qualche mese addietro, il problema dell’inquinamento acustico
e dei fumi e delle polveri, derivanti dall’attività esterna della fabbrica di pellet ubicata in Località Filippello, nasce come dichiarano i responsabili dell’iniziativa “ senza aprioristiche prese di posizione contro le attività dell’impianto produttivo ma per esigere il rispetto delle norme vigenti per la tutela della salute pubblica e del benessere dei cittadini” e intende occuparsi anche di altro in tema di salute ambientale.
Durante l’incontro pubblico dello scorso 20 settembre 2012 – come tra l’altro dice il Presidente del Comitato nella sua lettera giù pubblicata – era stato autorevolmente comunicato che dai controlli e dalle verifiche effettuate dall’Amministrazione Comunale nei pochi mesi trascorsi dal suo insediamento risultava che lo stabilimento della Caleg era in regola con tutte le necessarie autorizzazioni In quel contesto vennero anche annunciato che l’ARPA aveva fatto delle nuove rilevazioni nei giorni precedenti all’incontro e che una volta acquisiti i risultati il Sindaco avrebbe convocato un’apposita conferenza di servizi.
Poi una serie di documenti diedero un nuovo profilo alla situazione.
Qui li riportiamo:
“…il ciclo di lavorazione prevede la frantumazione di materiale legnoso mediante macchina cippatrice che, diversamente dalle previsioni progettuali presenti agli atti del Comune , è posizionata all’esterno del capannone in locazione alla società e, precisamente, nell’area non urbanizzata in concessione alla medesima…” (questo dal testo dell’ordinanza sindacale n.32 del 10 ottobre 2012)
“…la suddetta attrezzatura è posizionata in quel sito fin dall’inizio dell’ attività e sempre in quel sito sono stati fatti tutti i controlli e le verifiche di carattere igienico- ambientale da tutti gli organi preposti ….” ( lettera inviata dall’Amministratore della ditta Caleg s.r.l. al sig. Prefetto di Messina )
“…negli elaborati progettuali e nella relazione descrittiva dell’attività relativi all’insediamneto della ditta Caleg s.r.l. nell’area P.I.M la cippatrice era prevista all’interno del capannone e che la detta macchina , a tutt’oggi, è collocata all’esterno del capannone e insiste su un’area non urbanizzata appartenente al demanio comunale che è stata data in concessione alla ditta Caleg s.r.l. esclusivamente per il deposito a cielo libero di materiali, merci, attrezzature mobili nel pieno rispetto del decoro ambientale mantenendo le relative aree ordinate e pulite…” (lettera inviata dal Sindaco al sig. Prefetto di Messina) che le competenti Autorità Sanitarie hanno comunicato all’Amministrazione Comunale il 14.09.2012 che“ … al centro dell’area sterrata, si trova allocata la macchina cippatrice, … il terreno circostante a detta macchina risulta cosparso di residui lignei quali truciolo, segatura, ecc., … che mischiati al terreno formano strato di polvere da cui è possibile che particelle sottili si sollevamo con dispersione in atmosfera durante la movimentazione di automezzi con possibile pregiudizio anche della salute dei lavoratori stessi…” (volantino dal titolo “LA VERITA’ SULLA VICENDA CALEG” a firma del Sindaco)
E’ opportuno ricordare anche che i nuovi promotori della raccolta di firme hanno sempre affermato “che non c’è politica o lotta contro qualcosa o qualcuno ma voglia di dare un senso alla qualità della vita del paese e ribadiscono che per il Comitato la tutela della salute dei cittadini e dei lavoratori debbono e possono convivere con la salvaguardia e lo sviluppo dei posti di lavoro: non possono essere alternativi”..
Ora la storia diventa cronaca. e stamani la Caleg riprende il suo ciclo di propduzione come sempre … e su facebok c’è chi scrive:
Dov’è finito il famigerato comitato …??? … Dove sono finiti i “cento” firmatari della petizione … ??? Il sindaco come già anticipato da noi simpatizzanti sta mettendo in pratica tutti gli atti necessari alla risoluzione del problema per nell interesse della salute dei lavoratori e dei cittadini, nell interesse economico dei lavoratori e del comune per i cittadini … Rispettando la legge e solo la legge ….
firmato: Simpatizzanti Maccora Sindaco
E la risposta del Presidente del Comitato non si fa attendere:
Non sono intervenuta fino ad ora sulla vicenda Caleg perchè ho saputo dalla stampa di una mediazione in corso con il sig. Prefetto di Messina, sia pure rinviata a data da destinarsi, e ora, sempre dalla stampa, della “sospensiva” concessa dal Tar, ma rimango stranita del fatto che a tutt’oggi, nessuna informazione ufficiale è stata fatta al Comitato pur essendo stati citati, e quindi “riconosciuti a tutti gli effetti” dall’Amministrazione nella sua nota al Prefetto.
Certamente non posso che prendere atto che la problematica sollevata con la nostra iniziativa – definita “sospetta” – era invece fondata in quanto, malgrado sia stato autorevolmente affermato che tutto era in regola , oggi siamo a conoscenza di problematiche di varia natura risalenti a ben prima del 20 settembre quando 2012 , quando nella sala consiliare è stato comunicato a tutta la cittadinanza che da controlli e da verifiche effettuate dall’Amministrazione Comunale nei pochi mesi trascorsi dal suo insediamento risultava che lo stabilimento della Caleg era in regola con tutte le necessarie autorizzazioni.
Quella sera è stato anche comunicato che l’ARPA aveva fatto delle nuove rilevazioni nei giorni precedenti all’incontro e che una volta acquisiti i risultati il Sindaco avrebbe convocato un’apposita conferenza di servizi.
Addirittura è stato asserito che era “sospetto” che il Comitato , a distanza di tre anni dalle prime lamentele, si svegliasse e ritornasse a sollevare lo stesso problema.
In quella riunione non abbiamo potuto fare altro che prendere atto di quanto affermato ma, allo stesso tempo abbiamo ribadito le perplessità sulla regolarità della produzione rispetto alle norme di tutela ambientale e della salute e chiesto espressamente che il Comitato venisse aggiornato su tutti gli sviluppi della vicenda.
Ma fino ad ora nessuno ha informato il Comitato di ciò che è successo né ufficialmente né ufficiosamente : tutto ciò che è avvenuto dopo la riunione pubblica del 20 settembre 2012 è stato appreso attraverso la stampa , il web, i vari volantini affissi in paese .
Una cosa però adesso è innegabile: l’esistenza di “zone oscure” antecedenti al 20 settembre 2012 dimostrano che non c’è stato alcun “risveglio sospetto” e rafforzano la fondatezza delle ragioni che hanno indotto 102 cittadini a costituire un Comitato Cittadino per la tutela e la salvaguardia ambientale di Sinagra .
Oggi la ditta ha ripreso la produzione e la domanda sorge spontanea: Quando l’Amministrazione o il Sindaco (non i suoi “simpatici” simpatizzanti su Facebook) riterranno di coinvolgerci nelle forme idonee, con notizie precise e ufficiali?
Di certo il Comitato farà la sua parte: non si sottrarrà alle sue responsabilità ma non si addosserà quelle di altri.
Ribadisco che per il Comitato la tutela della salute dei cittadini e dei lavoratori debbono e possono convivere con la salvaguardia e lo sviluppo dei posti di lavoro.
Salute, ambiente e lavoro sono connessi – non alternativi – tra di loro e necessari per vivere una vita dignitosa per tutti: lavoratori e cittadini.
Chi pensa o afferma il contrario commette un atto di inciviltà inaccettabile per la nostra comunità al pari di chi in questa delicata vicenda pensa di appuntarsi – anzitempo – medagliette al petto.
ANGELA FOGLIANI
Presidente del Comitato Cittadino di Tutela e Salvaguardia Ambientale di Sinagra