Parla senza remore Enzo Franchina e lancia l’idea dell”Osservatorio Sociale” per rilanciare il dibattito politico a Sinagra “che oggi manca, e questo potrebbe essere un problema per il futuro, anzi già lo è nel presente del nostro paese“.
“Oggi il caso Caleg è emblematico – dice – a volte sembra un paradosso ma certamente da questa vicenda vengono fuori alcune momenti di riflessione.
Fino al 2014 la Caleg potrà produrre tranquillamente.
In questa sede non voglio entrare in merito su quanto e come l’azienda deve dare al comune come tasse e tributi. Ma certamente deve pagare quantodeve, al pari di tutti i cittadini, e su questo non ci piove.
Deve dare lavoro e questo è una necessità e non deve inquinare, anche questa è una sacrosanta verità, e per questo sono a fianco al Comitato”.
Franchina sul punto è determinato ” E’ importante, per chiarezza, capire se l’azienda inquina o no … questo è un dubbio che le carte non dicono chiaramente”
Poi continuando afferma: “Dicevo che la Caleg rappresneta la punta dell’iceberg, un nodo che giunge al pettine, il peccato originario dell’area industriale sinagrese, orfana, nella sua fase progettuale, di prospettive, dove per miopie politiche, strutturali, e organizzative si sono messe insieme attività alimentari, artigianali, commerciali e industriali.
Un area industriale “lontana” dalla realtà economica del paese, anzi che lo taglia fuori.
Chiediamo come “Osservatori della vita politica e sociale del paese” di riprendere il dibattito, l’iter, le procedure per rendere operativi gli insediamenti di Antico Molino, per le aree PIP”.
E continuando: “La Caleg, si dice, che voleva trasferirsi lì, pagare in cinque anni l’onere a suo carico …. altre aziende aspettano. E’ un’area lontana dall’abitato più sicura per tanti. Ed allora perché non riprendere le procedure per l’affidamento dei lotti? Cosa blocca quest’iter? Perchè non reinventarsi l’attuale l’area commerciale?”
“Credo che anche queste siano le risposte che, chi fa politica a Sinagra deve dare alla collettività; evitando le diatribe inutili, gli scontri personali, le sterili retoriche sui fatti… non vogliamo responsabili da mettere alla gogna, oggi – in tempo di crisi economica ed occupazionale – si deve raggiungere una pace sociale che dia lavoro e stabilità, che guardi al futuro.
Vogliamo che chi è “maggioranza” al pari dell’opposizione faccia responsabilmente il suo lavoro, in un confronto sereno tra le parti, nel rispetto dei ruoli e per questo rivendicamo quall’agora politica per la quale ci eravamo già spesi. E ce la prenderemo, sempre dalla parte dei cittadini e del popolo dialogono apertamente, mettendoci la faccia come sempre abbiamo fatto, senza falsi profili su facebook, senza anonimati, senza paure, senza se e senza ma!”.