Quanto può la memoria storica contribuire alla costituzione di un gruppo sociale?
Quanto il suo intrinseco valore emotivo, riesce a saldare efficacemente passato e futuro, a plasmare aspettative dall’anima grezza dei ricordi?
Quanto la veritàstorica, guarita dai malanni del tempo, sanata dall’ingiustizia, rinvigorisce i legami d’appartenenza ad una terra, ad una comunità?
E’ con questi interrogativi dallo squisito sapore sociologico, inteso come analisi delle dinamiche di relazione sociale, che si introducono gli scatti narranti di un’attivitàamministrativa, prima nel suo genere, realizzata all’interno della piccola comunitàbrolese per volere della sua amministrazione comunale, maggioranza ed opposizione.
Cos’è accaduto a Brolo e quanto ha influito o daràin termini risorse potenziali?
In questa comunità, piccola ma vivace, si è cercato di lavorare, tutti insieme, per restituire veritàed onore ad un increscioso episodio scaturito nel sacrificio estremo di una bambina, incolpevole che si è trovata al posto sbagliato nel momento sbagliato, che ha coinvolto, segnato le vite di tutti i protagonisti, qualunque fosse il ruolo assunto per competenza sociale.
A Brolo si è cercato di unire le forze per sgretolare, frammentare, se possibile annientare, i grumi rappresi dal tempo, il dolore, l’ingiustizia, percepita ancor più come tale, perché colpiva drammaticamente innocenti e ceti sociali, classi, per usare un termine pertinente, rese deboli per derivazioni familiari, per nascita. L’affrancamento dallo status, la progressione sociale, in terre come la nostra, è una conquista recente.
La comunitàbrolese, stretta intorno alla “visionaria creatività†di un giovane regista, Italo Zeus, alla “fresca disponibilità†di un gruppo particolarmente attivo sotto il profilo culturale, l’associazione Sak-Be, forte dello spirito ottimizzatore e tecnico del pool umano rappresentato dal nucleo di lavoro dell’Ufficio Turistico ed al suo giovane sindaco, Salvo Messina, ha messo a disposizione di un progetto condiviso, tutte le risorse disponibili, tempo, immagine, talento, competenza, voglia di fare, allo scopo di ottenere ciascuno un risultato sia individuale che collettivo, un lavoro talvolta estremamente duro oltre che gratuito che, se posto in essere individualmente, non avrebbe sortito lo stesso risultato.
“Qui nel Borgo, il Medioevo continua nel quotidiano di ogni giorno, fatto di riti e consuetudini che si portano dietro, quale colonna sonora millenaria, l’infrangersi del mare sullo scoglio che storie di un tempo chiamarono ploratu (del pianto)â€Â.
Lasciamo ai lettori le risposte agli interrogativi sopra esposti, ciascuno, nel proprio intimo, sapràdescrivere efficacemente ciò che è accaduto, con il pudore, la cura e l’efficacia emotiva che le domande sottendono, sappiamo per certo che, Ploratu, oggi racconteràun’altra storia con l’orgoglio d’esserne l’incarnazione, il simbolo, il vessillo.