Da domenica 20 a domenica 27 settembre, alla sala multimediale “Rita Atria” in esposizione anfore, un rostro bronzeo del III sec a.C. e un ceppo d’ancora plumbeo.
L’esposizione che si inaugura alle ore 10,30 e sarà visitata nel pomeriggio da Vittorio Sgarbi che sarà accompagnato dal soprintendente del mare Sebastiano Tusa, che ha permesso al comune di Brolo questa opportunità, in quanto i reperti sono di proprietà dell’Assessorato Regionale ai Beni Culturali e dal sindaco Irene Ricciardello.
Gli allestimenti sono stati curati dall’architetto Salvo Gentile. La mostra è inserita tra quelle “permanenti” che caratterizzeranno l’area culturale del Festival “Mareviglioso Brolo 2015”.
I reperti in esposizione a Brolo sono frutto della campagna di ricognizioni archeologiche in alto fondale nelle acque di Pantelleria, Lipari e Panarea sviluppatasi nello settembre 2014 .
La campagna venne coordinata per la Soprintendenza del Mare da Sebastiano Tusa con Roberto La Rocca e Salvo Emma, e si effettuò grazie alla concreta collaborazione della Global Underwater Explorers (GUE) nell’ambito del suo progetto “Project Baseline” coordinato dal Presidente della GUE Jarrod Jablonski e con il supporto dei subacquei Francesco Spaggiari e Mario Arena.
La missione della GUE fu stata possibile grazie alla partecipazione di diversi sponsor tra i quali la Brownie’s Global Logistics (BGL) e il suo Presidente Robert Carmichael.
Le operazioni furono possibili anche grazie alla fattiva collaborazione delle Capitanerie di Porto di Pantelleria e Lipari.
In particolare l’Ufficio circondariale marittimo di Lipari, comandato da Paolo Margadonna, partecipò direttamente alle operazioni di recupero di alcuni reperti effettuate con l’ausilio dell’imbarcazione e dei tecnici di Arena Sub di Messina sul relitto “Panarea III”, con l’impiego della Motovedetta CP 322 comandata da Roberto Mangione.
Le ricognizioni sui siti indicati dalla Soprintendenza del Mare furono effettuate sia con l’impiego dei subacquei altofondalisti, sia con due sommergibili “Triton submersibles” biposto dotati di braccio meccanico e attrezzature di documentazione videofotografiche.
La nave di 50 metri “Pacific Provider” dotata delle più recenti tecnologie dedicate alle immersioni tecniche subacquee e di una camera iperbarica, fece da supporto alle operazioni di ricognizione.
Le tecnologie e le attrezzature utilizzate per la missione vennero fornite dalla GUE e dalla Brownie’s Global Logistic.
L’esposizione di questi straordinari reperti è un evento raro, in ambiti non museali, e sarebbe opportuno, come evidenzia Salvo Gentile, che ha curato gli aspetti espositivi della mostra che le scuole dei nebrodi approfittassero di tale opportunità per permettere agli studenti di poter visualizzare e comprendere meglio il valore di questi “tesori” che il mare conserva e a tratti “regala”, riportando, dai fondali, alla luce pezzi della nostra storia.
Maravigliosa Brolo è organizzata dall’Associazione Pro Loco di Brolo in sinergia con l’amministrazione comunale di Brolo.
Per saperne di più sulla campagna archeologica.
L’attività più consistente e di successo si è avuta esplorando approfonditamente il relitto di Panarea III, già identificato nel 2010 in seguito ad una campagna di rilevamenti a mezzo side scan sonar con la collaborazione della Fondazione Aurora Trust.
Venne effettuata la fotogrammetria in 3D dell’intero carico anforaceo ed una accurata documentazione video fotografica ad alta definizione.
Avendo avuto la possibilità di analizzare con sistematicità il carico osservandolo sia per mezzo del batiscafo che tramite le ricognizioni dei subacquei altofondalisti si sono raccolti interessanti dati sul carico.
In particolare si notò che la maggior parte delle anfore sono del tipo greco-italico, ma una consistente parte era anche costituita da anfore puniche posizionate su una estremità del carico che ipotizziamo essere la parte prodiera.
n questa parte si è constatata anche la presenza di una macina (catillo), di alcuni vasi cilindrici del tipo sombrero de copa (alcuni impilati uno dentro l’altro), alcuni piatti cosiddetti da pesce, altri piccoli piattelli e ciotole e un thymiaterion intero rotto in due parti con la base modanata recante un’iscrizione in greco costituita da tre lettere (ΕΤΗ?. Il resto dell’oggetto è costituito da una bassa colonna cilindrica liscia e da un bacino di grandi dimensioni.
La giacitura del carico ci porta ad ipotizzare una dinamica di affondamento che portò la nave a coricarsi sul suo lato sinistro. Ciò è desumibile dalla posizione delle anfore e dalla presenza degli oggetti di bordo (piatti, macina, thymiaterion, etc.), che dovevano trovarsi in stiva e sulla prua, ribaltati e quasi scaraventati fuori dall’areale di dispersione del carico.
Su indicazione dei tecnici della Soprintendenza del Mare i subacquei altofondalisti della GUE hanno prelevato alcune anfore (un esemplare di ogni tipologia riscontrata nel carico), il thymiaterion, alcuni piatti e piattelli, una brocca, un’olla e due vasi del tipo Sombrero de copa. Particolarmente interessante si è rivelato il thymiaterion recuperato poiché integro con decorazione in rilievo sul bordo del bacino costituita da onde marine stilizzate.
La missione congiunta tra la Soprintendenza del Mare la GUE e BGL è stata un successo sia perché si è aggiunta una documentazione preziosa per lo studio e la tutela dei relitti summenzionati, sia perché si sono recuperati oggetti di pregio che arricchiranno la già nutrita collezione archeologica subacquea del Museo Archeologico Eoliano L.Bernabò Brea di Lipari, sia per la dotazione di materiale documentario di grande efficacia visiva e didattica che sarà utilissima per realizzare prodotti multimediali finalizzati ad una delle attività strategiche della Soprintendenza del Mare: la diffusione della cultura e del rispetto del patrimonio culturale marino e delle immense valenze storico-culturali del mare siciliano nel mondo.
Dati i risultati estremamente soddisfacenti di questa campagna il Soprintendente del Mare Sebastiano Tusa e il Presidente della GUE Jarrod Jablonski hanno deciso di proseguire la fruttuosa collaborazione anche il prossimo anno nel quadro di una convenzione stipulata sotto l’egida dell’Assessorato dei Beni culturali e l’Identità siciliana della Regione Siciliana.
Dichiara Sebastiano Tusa, Soprintendente del Mare:
“Di relitti antichi e moderni nella mia lunga carriera di archeologo ne ho visto e toccato a decine, ma essere riuscito a raggiungere un relitto di una nave naufragata 2000 anni fa che si trova nel buio e nel silenzio di 130 metri di profondità mi dato un’emozione indescrivibile che non avevo mai provato.
Avere la possibilità, grazie al batiscafo messo a disposizione dalla GUE, di adagiarmi dolcemente sulla distesa di anfore ed osservarle una ad una per oltre tre ore, di “toccarle” con il braccio antropomorfo facile da usare come un gioco elettronico da Luna Park, è stata una delle esperienze più interessanti della mia vita che mi ha fatto toccare con mano quanto la tecnologia possa ormai aiutare la scienza. Il risultato più eclatante di questa possibilità che mi è stata offerta è stata la scoperta di un reperto eccezionale: un altare in terracotta su colonnina con decorazione in rilievo ad onde marine.
Avevo letto sia su saggi scientifici che sulle fonti storiche che a bordo si sacrificava agli dei dopo aver superato un passaggio difficile, prima di salpare o prima di arrivare al fine di trovare genti non ostili e ristoro alla navigazione. Mai avevo, però, scoperto un vero e proprio altare intuendone la diversità in mezzo a centinaia di anfore rotolate dal carico dopo il ribaltamento della sfortunata nave.”
Il Team:
Soprintendenza del Mare
Sebastiano Tusa
Roberto La Rocca
Salvo Emma
Alba Mazza – Università di Sidney
Pier Giorgio Spanu – UniversitàDi Sassari
Gabriele Galletta – Università di Sassari
Massimiliano Secci – Università di Sassari
GUE – Global Underwater Exploration
Jarrod Jablonski
Robert Carmichael
Mario Arena
Francesco Spaggiari
Ingemar Lundgren
Gianluca Baroni
John Kendall
Gideon Liew
Richard Lundgren
Shon Craig
Douglas Brendon
Shane Zigler
Capitaneria di Porto di Lipari
Paolo Margadonna
Roberto Mangione
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