Antonino “Nino” Speziale di Basilio, morì a Lanciano il 2 dicembre del 1918. Una delle ultime vittime della Grande Guerra. La guerra era finita poche settimane prima. Ma lui ferito in battaglia, malfermo di salute per i postumi di una broncopolmonite “dopo aver ricevuto i conforti della fede” lì morì. Ma il suo nome non figura sulla lapide che ricorda il sacrificio dei brolesi nella “Grande Guerra”. Infatti il consiglio comunale del tempo aveva deciso di far erigere la lapide il 16 novembre – a cinque giorni dalla proclamazione della vittoria . Un “eroe” dimenticato.
Antonino (lo si vede nella foto) è quello alla sinistra con i baffi più folti.
Lui muore il 2 dicembre del 1918 nell’ospedale di Lanciano dove era stato ricoverato il 26 novembre.
La lettera con la quale il suo comando comunica alla famiglia il decesso – il certificato è firmato dall’aiutante di sanità Nicola Marino – parla di conseguenze nefaste di una broncopolmonite, ma c’è chi ricorda che al tempo si disse che era rimasto ferito durante la battaglia. Poi la sua salma non tornò in Sicilia, ma venne riportare sui luoghi della guerra e inumata nel Sacrario di Redipuglia, insieme migliaia di suoi commilitoni che si batterono per una guerra che difficilmente compresero.
Lui era nato il 28 Agosto 1886 a Brolo – vive lungo la via che portava a Ficarra – poi chiamata via Trieste proprio a seguito della Grande Guerra – era un Soldato del 133° reggimento di fanteria. La madre lo pianse a lungo.
Faceva parte della Brigata Benevento ed era partito il 7 giugno da Napoli per raggiungere le prime linee reggimento di fanteria.
Tra le ultime missioni c’era stata quella di agire oltre Isonzo, conquistare una quota 118, che lui mai raggiunse.
E tornando alle foto quella grande lo ritrae con un compagno d’armi del quale nessuno conosce l’identità, magari è qualche altro di Brolo.
Ma tornando alla storia della lapide frettolosa.
Si legge infatti in una delibera di quello che era l’allora consiglio comunale, composto da sindaco Germanà Antonino e poi da Germanà Avv. Basilio, Germanà Dott. Francesco, Germanà Basilio fu Giuseppe, Germanà Ernesto, Garofalo Giuseppe, Mancuso Ignazio, Ziino Carmelo, Pintabona Giuseppe, Maniaci Dott. Rosario, Maniaci Cono e Scaffidi Abbate Giacomo che l’Anno Millenovecentodiciotto addì sedici di Novembre alle ore 10 nella Casa Comunale Questo Consiglio Comunale, previo invito del Sindaco si è oggi ordinariamente riunito in seduta pubblica Il Presidente, sul secondo affare dell’ordine del giorno della presente seduta dice che, sicuro di interpretare l’unanime sentimento patriottico della Cittadinanza e della sua rappresentanza, propone al Consiglio che esso deliberi che: In apposita lapide siano inscritti i nomi di tutti i Cittadini del Comune, che col sacrificio della loro vita contribuirono alla vittoria delle armi italiane ed al trionfo della santa causa Nazionale.
Quindi Il Consiglio Legittimamente orgoglioso del contributo di sangue e dalla parte avuta dai figli di questo Comune nell’immane lotta per il raggiungimento delle nostre aspirazioni nazionali e per il trionfo della giustizia per il diritto e per la libertà. Unanimemente per acclamazione Delibera Inscrivere in apposita lapide i nomi dei caduti di questo Comune nella Guerra Nazionale.
A sottoscrivere l’atto anche l’allora segretario comunale Vincenzo Riolo
Speziale, era morto in ritardo. La Vittoria non poteva aspettare e nessuno poi si prese la briga di rimediare.
Quindi diventa il 21° brolese, che venendo da questo borgo marinaro andò a morire, a combattere, ad andare all’assalto sui campi e nelle trincee del trentino e del veneto.
Gli altri – chi era tornato a casa magari senza una gamba – si vedevano, sino ai primi anni ottanta, anche nelle bettole, a raccontare della guerra con i loro nastrini attaccati al bavero, le croci di Vittorio Veneto, sempre lustrate.
Erano “i nonni” della guerra.
Un vitalizio, una cicatrice da mostrare, il cappello piumato impolverato sull’armadio, la divisa logora da indossare nelle giornate commemorative stavano anche a ricordare chi non è tornato e che era segnato sulla lapide, sul monumento del “militare assorto”.
Ecco i brolesi Caduti della Grande Guerra: Vincenzo Agostino Gasparo, Antonino Busacca, Gennaro Caruso, Basilio Castrovinci, Natale Catania, Antonio De Luca Cardillo, Carmelo De Luca Cardillo, Antonino Aliberto, Antonio Gentile, Giuseppe Gentile, Paolo Giuliano, Vincenzo Magistro, Basilio Mancuso, Costantino Merenda, Gaetano Onofaro, Carmelo Ricciardello, Cono Speziale, Basilio Starvaggi, Calogero Terranova, Carmelo Tripi, ed anche Antonino Speziale di Basilio.
Tanti cognomi noti, identificabili con le famiglie di chi ancora vive a Brolo, altri che non esistono più nell’anagrafe del paese.
Anche questa è storia.
Oggi quei fanti – ovviamente – non ci sono più. La memoria diretta della Grande Guerra si è spenta per sempre.
Ma rendendo omaggio a questo “dimenticato” ricordiamo gli altri caduti brolesi, i reduci di sempre. Gli altri morti in divisa.
Come Carmelo Giuffrè, un nome tra i tanti Caduti, “ucciso dalla mitraglia”. Lui, non morì sui monti di Trento, come cantava De Andrè, ma sulle spianate di Monte Rosso Almo, nel luglio del 43. Aveva 31 anni, era un soldato del regio esercito, aveva lasciato la famiglia, quattro fratelli, ora restano nipoti e pronipoti a portare il suo nome in ricordo di uno zio mai conosciuto.
Brolese come tanti, morti combattendo, decorati, eroi senza fanfare, popolani – sopratutto quelli della prima guerra mondiale che celebriamo oggi – mandati a morire come i bifolchi, carne da macello, nelle trincee del Carso o come – anni dopo – Giuseppe Micalizzi – classe 1909 – deceduto nel 1944 e rimasto ad Amburgo, sepolto nel cimitero militare italiano d’onore (riquadro 5 fila n. tomba 15).
Ma è un ricordo collettivo che si allarga e che vale anche, se non soprattutto, per chi restava a morite sotto i bombardamenti, per i bambini schiacciati dalle jeep americane, come il piccolo Santo Campo, e delle donne. Quelle che restavano e che vedevano partire padri, fratelli, mariti. Le donne rimaste a casa che dimostrarono di saper fare i lavori «da uomo».Forse una prima fase dell’emancipazione degli anni che poi verranno. Le donne brolesi, quelle che portarono il lutto per sempre.
E come tutte le guerre anche quelle combattute dai “brolesi” ha i suoi piccoli eroi
Guerre uguali a tutte quelle raccontante, da chi le ha viste e vissute e poi è anche ritornato da questa discesa agli inferi.
Come i militari che portarono la divisa sul fronte Greco Albanese nell’anno di guerra del 43. Una lapide li ricorda nella Chieda Madre.
Vollero una statua a Santa Rita alla quale si “rivolsero cercando protezione”.
Tornarono dai Balcani: Rosario Scaffidi Militone, il sottotenente poi insignito di una croce di guerra e della medaglia al valor militare per quanto fatto al fronte, in Africa orientale. Onorificenza spettata anche a Giuseppe Baudo, altro decorato di guerra – una medaglia d’argento ed una via per ricordarlo – come avvenne per un altro sottotenente,Giuseppe Mirenda, morto da eroe sul fronte Russo (anche se molti dicono che sia morto in un campo di concentramento russo, dove, ferito, venne deportato) al quale venne dedicata l’attuale che porta il suo nome, una volta piazza Nasi; al “sergente” Raffaele Addamo che perse anche una gamba.
Tra quei reduci, sulla lapide, spiccano i nomi di Antonino Scaffidi Militone, del brigadiere Carmelo Marino, dei graduati, tra caporali, artiglieri, e soldati di Antonino Ricciardello, Antonino Sapienza, Francesco Scaffidi, Antonino Buttà, Nunzio Lavena, Natale Cipriano, Antonino Catania, Antonino Vizzari, Antonino Maniaci, Salvatore Gentile, Vincenzo Calderaro, Giovanni Scaffidi Mangialardo, Antonino Ricciardello, Francesco Calderaro, Michele Dimunnu, Salvatore Toscano, Salvatore Cardaci, Basilio Caruso, Vittorio Fabbiano, Cono Merenda, Carmelo Giuffrè, Gaetano Mancuso, Rosario Ricciardello, Salvatore Gasparo, Cono Bonina, Francesco Rifici, Teodoro Lo Biondo, Pietro Insana, Pietro Laccoto e Basilio Agnello,
Ma l’elenco di nomi che si allunga.
Brolo ha dato il suo consistente contributo alla “Patria” di sangue e dolore anche nella seconda guerra mondiale. In quell’elenco annoveriamo, sicuri comunque di dimenticarne qualcuno. chi ha avuto onori e medaglie – consegnate alla memoria a figli e nipoti – quando venne inaugurato il monumento ai “Cadute del mare”, voluto dall’amministrazione comunale del tempo, guidata da Basilio Germanà.
In quell’elenco c’erano i nomi di Giovanni Giuffrè, Calogera Salvatore Barà, Giuseppe Lacchese, Giuseppe Bruno, Pietro Ceraolo, Francesco Rizzo Ricciardi, Antonino Natoli Timpirino, Nicolò Bongiorno, Carmelo Perdicucci, Francesco Scaffidi Militone, Giuseppe Micalizzi, Salvatore Mendolia e Giovanni Scaffidi Mancialardo.
Età media 23 anni. Tutti eroi senza fanfare.
E tornando al monumento “triste”che negli anni è stato restaurato.. si è perso qualche cosa come ad esempio il fucile. Chissà che fine avrà fatto…..
Help
Reperire fonti e foto per ricostruire pezzi di storia di Brolo non è sempre facile.
Così se si vuole collaborare ad integrare quest’articolo con nomi mancanti o dire altro sulla storia di Brolo, la redazione accoglierà ogni proposta, suggerimento e commento.
redazione@scomunicando.it
Tante storie di Brolitani e Brolesi.
Scomunicando ne ha fatto una rubrica. Ecco alcuni titoli da ricercare nell’archivio del nostro giornale.
Brolo – Tutti meno uno
Ricordando il Vajont – E Brolo, quella mattina, pianse un suo “figlio”
Antonio Agnello – La morte di un imprenditore brolese
Brolesi – Vincenzo Stancampiano, l’arte dell’intarsio e il serio lavoro di artigianoBrolesi –
STORIE BROLESI – LA MAESTRA LETIZIA
Nuovi Poveri – L’onorevole non arriva a fine mese
STORIE BROLESI – Il “Barone” del mare
SBARCHI & GUERRA – 72 ANNI ANNI FA GLI AMERICANI A MALPERTUSO
RICORDI BROLESI – Vent’anni. Quando la Tiger li festeggiò al Gattopardo
Poeti Brolesi – Vittorio Ballato
Personaggi – Brolo: l’ultimo saluto a “don Nunzio” Giuffrè
NINO SPEZIALE – “Le piene del torrente … e della mia vita”
Mangiar Bene – A Brolo c’è, da sempre, “La Quercia”
LUTTI BROLESI – E’ morto uno dei “padri” del sindacalismo sui Nebrodi.
LA STAZIONE & BROLO – L’ULTIMO TRENO
DON SABBATURI – A BROLO, LA MORTE DELL’ULTIMO ARTIGIANO
DOLCEZZE BROLESI – Armando finisce tra i quaranta pasticceri fotografati da Giò Martorana
CINEMA E UOMINI – I Vitelloni “Brolesi”
CIAO VINCENZO – Ieri i suoi funerali a Brolo
CAMERA DEL LAVORO – QUELLA DI BROLO È “UNA FUCINA DI FORMAZIONE”
BROLO, BROLESI E IL CARNEVALE – Ettore Salpietro, uno scienziato nella tradizione della “festa”
Brolo e la Guerra – A 70 anni dallo sbarco
BROLO AMARCORD – Ecco la “Scuola”
BROLO “GELATO EXPO” – CHI CI SARÀ! ( storia dei bar di Brolo)
BROLO & LA GUERRA – Le foto dello sbarco
BROLO & LA GRANDE GUERRA -“CHI DIEDE LA VITA EBBE IN CAMBIO UNA CROCE”
BROLO – SI CELEBRA, TRA ANTIMILITARISMO E COMMEMORAZIONI STORICHE, LO SBARCO AMERICANO DEL 1943
BROLO – Si celebra, tra antimilitarismo e commemorazioni storiche, lo sbarco americano del 1943
BROLO – Ordigno bellico rinvenuto in mare a Malpertuso, ultimo testimone dello sbarco degli alleati
Brolesi: Joe Ziino – Un “pezzo” di paese che va via… in America
Brolesi: A “Puntidda” – L’oste di Lacco, che ha attraversato un secolo … va via.
Brolesi, Pippo Cipriano – Pescatore, “bandito & pentito”… è morto
BROLESI CHE VANNO VIA – Mariano Scarpaci il “compagno” imprenditore
BROLESI – Tra ironia e amarcord
Brolesi – Santa Lucia del ’41, quando “Ciccio” s’inabissò
BROLESI – Ricordando Carmelo Ricciardello, “inghiottito dal fango” nell’alluvione di Scaletta
BROLESI – Piccoli meccanici … era il 1955
BROLESI – Nino Capitti, “maestro pasticcere”
Brolesi – Morire per un lavoro.
BROLESI – MA QUALE SICUREZZA? I GO KART SI VEDEVANO COSÌ
BROLESI – La neve del ’62 in attesa del “Big Snow”
Brolesi – La buona pesca
Brolesi – La Bidella
Brolesi – L’atto di eroismo di Basilio Napoli
BROLESI – Indaimo e gli altri in consiglio comunale
BROLESI – GIUSEPPE BELLANTONI UN GRANDE BARITONO “DIMENTICATO”
BROLESI – E piazza Nasi divenne piazza Mirenda
BROLESI – E loro andavano all’Università
BROLESI – Don Carmelo, il “primo” telefonista
BROLESI – 1 milione di kilometri con l’Onorevole.
BROLESI – “Reverendi”
Brolesi – “Pezzi di Scuola” che scompaiono.
Brolesi – “Peppinello”
Brolesi – “All’ombra dell’ultimo sole”
Assenze – Ciao Giovanni.
Arturo Caranna – Un brolese “sovversivo”
ANTICA BROLO – LA LEGGENDA DU SUGGHIU
AMARCORD BROLESI – La prima sagra del pesce, erano appena iniziati gli anni ottanta
A Proposito del Giro – Quando passava da Brolo, e Moser era testimonial delle gare che i brolesi organizzavano
PIPPO SOTTILE – ELOGIO AL GRANDE “PICCOLO” ATTORE
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.