“In Sicilia il malaffare e la malapolitica si tengono per mano e i 90 deputati regionali non vedono, non sentono e non dicono”. Lo dice Fabrizio Ferrandelli, ex deputato del PD all’Ars dimessosi in polemica con Crocetta e il suo partito, a proposito dell’inchiesta che ha portato all’arresto, per tangenti, di tre funzionari pubblici tra cui Dario Lo Bosco, presidente di Rfi.
“Fatico a trovare oggi una linea netta di demarcazione – aggiunge – tra la gestione trasparente della cosa pubblica in Sicilia e un sistema di corruzione che trova linfa in un sottobosco di personaggi che operano all’ombra delle istituzioni e si avvantaggiano di amicizie politiche importanti. Una linea, probabilmente, non c’è e fa esplodere una grande questione morale”.
“Se n’è accorta il 2 luglio Lucia Borsellino – aggiunge – che si è dimessa per ragioni di ordine etico e morale. Me ne sono accorto io e il 19 luglio ho abbandonato l’Ars lasciando la mia poltrona di 7mila euro al mese. Mi risulta difficile pensare che i 90 deputati non se ne accorgano e che il mio partito, con tanti deputati regionali di lungo corso, resti zitto”.
“Se al disastro gestionale del governo Crocetta si aggiunge anche la questione morale – conclude Ferrandelli – questa stagione politica siciliana si è già chiusa e nessun rimpasto la riaprirà”.
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