“E’ inaccettabile che trenta famiglie possano rimanere sul lastrico, mentre una struttura, per il cui cambio di destinazione d’uso l’ex Asl di Messina ha speso oltre due miliardi di lire, debba trasformarsi in una cattedrale nel deserto. La Comunità locale rivendica il sacrosanto diritto al lavoro e per questo chiede una ulteriore proroga rispetto alla chiusura del Cara, nelle more che siano attivate altre procedure per sfruttare l’immobile, originariamente costruito per ospitare la pretura”.
Lettera al prefetto
Sant’Angelo di Brolo, 13 maggio 2010
MESSINA
OGGETTO: chiusura Centro Accoglienza Richiedenti Asilo. Iniziative dei lavoratori.
Pochi minuti fa è pervenuta l’allegata nota, sottoscritta dai lavoratori del CARA, che, come richiesto dai medesimi, si trasmette in allegato alla presente.
Come detto nella precorsa corrispondenza, si rappresenta la necessità di trovare una soluzione, anche alternativa, per assicurare continuità ai rapporti di lavoro esistenti.
Tutto ciò anche al fine di evitare possibili tensioni sociali.
Sul fronte dei soggetti ospitati, resta inteso che gli stessi, qualora il Centro dovesse essere chiuso, non potranno restare senza dimora. In tal caso, oltre alle ragioni umanitarie, si presenterebbe anche un serio problema di ordine pubblico, che investe la competenza dello scrivente.
Distinti saluti.
Il Sindaco
Basilio Caruso
Documento Lavoratori
di Sant’Anselo di Brolo
I sottoscritti, dipendenti del Consorzio che gestisce il Centro Accoglienza Richiedenti Asilo di Sant’Angelo di Brolo, premesso che ad oggi non hanno ricevuto alcun riscontro circa la prosecuzione del rapporto di lavoro, comunicano, con decorrenza immediata, la proclamazione dello stato di agitazione e I’occupazione permanente della sede del Centro.
Invitano la S.S. ad informare le Autorità competenti e ad intraprendere tutte le iniziative che riterrà utili per salvaguardare il diritto ad avere un posto di lavoro.
Restano in attesa di urgente riscontro.
Sant’Angelo di Brolo, 13 maggio 2010
I sottoscritti, dipendenti del Consorzio che gestisce l Centro Accoglienza Richiedenti Asilo di Sant’Angelo di Brolo, venuti a conoscenza che dal 30 aprile scorso la struttura sarebbe stata chiusa ed oggi ancora in vita perché è stata concessa la proroga fino al 15 maggio, esprimono preoccupazione per gli effetti che ne deriveranno, soprattutto nella considerazione che la stragrande maggioranza non ha maturato alcun diritto sociale sostitutivo della retribuzione.
Pur essendo consapevoli all’inizio che si sarebbe trattato di una struttura provvisoria, con la stipula di contratti di lavoro a tempo indeterminato, anche sulla scorta delle valutazioni positive sul modello organizzativo e gestionale, riscontrate non solo dalle Istituzioni competenti, ma anche dalle organizzazioni non governative e umanitarie, lasciavano avevano convinto i dipendenti che, finalmente, si potesse fare una programmazione per il futuro della propria vita.
Quello di fine aprile è stato un fulmine a ciel sereno, che ha turbato gli equilibri dei sottoscritti e delle rispettive famiglie, ripiombate in un limbo ancora più profondo, perché nel frattempo erano stati fatti programmi di vita e in tanti avevano assunto impegni finanziari derivanti dalla sicurezza di un posto di lavoro stabile e di un reddito continuo e certo.
A questo si aggiunge un ulteriore danno che colpisce l’indotto, che graverà pesantemente su tutto il sistema economico non solo di Sant’Angelo, ma di tutto il comprensorio.
Risulta ai sottoscritti che in altre aree geografiche del Paese vi sarebbero altri Centri strapieni, mentre sono insufficienti e inadeguate le strutture relative al Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e rifugiati (SPRAR).
Tutto ciò premesso, gli scriventi si rivolgono alle Autorità competenti (Ministero dell’Interno, Prefettura, Sindaco) per chiedere:
1) di verificare se nel territorio nazionale vi siano altri CARA che per qualità di servizi e/o per collocazione geografica possano essere chiusi, trasferendo a Sant’Angelo i cittadini in atto ospitati;
2) verificare se le strutture SPRAR presenti sul territor nazionale siano sufficienti, valutando l’opportunità di trasformare il CARA di Sant’Angelo in SPRAR;
3) in subordine, verificare se esistano le condizioni per avviare la RSA, come a suo tempo deciso dall’allora Assessorato alla Sanità e dalla Direzione generale dell’ex Asl 5 di Messina.
Fanno presente fin da ora che intendono proclamare lo di agitazione e non escludono che potranno porre in essere altre e più significative rivendicazioni per la difesa del diritto al lavoro.