Si unisce a chi ha voglia di dire quel che pensa sulla problematica, attualissima, relative alle Unioni Civili, Pierluigi Gammeri. Pubblichiamo il suo contributo e riproponiamo, per facilità di lettura, anche quelli precedentemente pubblicati. Un dibattito stimolato da questo foglioweb per chiarezza, per conoscenza, per comprendere e spiegare. Aspettiamo anche la vostra….
Da molto tempo ormai rinuncio spesso a dire la mia su tante questioni, forse troppe. Non perché abbia smesso di avere opinioni, o di indignarmi per le brutture (locali e non), ma solo perché deluso e stanco da alcune vicende e dalla bassezza di certi confronti o, forse, perché attribuisco ancora un peso sindacale minimo alla mia dignità. Su questa questione però (stimolato dall’input del mio amico Max, o, forse, per puro spirito di apparenza alla società civile) mi va di spendere due parole, e lo farò in modo schietto e senza compromessi.
Sono un ‘onesto agnostico’, molto rispettoso di ogni credo o tradizione. Non ho il dono della fede ma provo ad essere una ‘brava persona’.
Lo preciso solo per tracciare un profilo breve del mio stare al mondo; si perché la religione, qui, proprio non c’entra nulla, e non c’entra per due motivi: perché questa legge non tocca o sminuisce la libertà di nessuno e, in ultimo, perché di cristiano a quella patetica manifestazione del family day, e nelle preconcette prese di posizione contro questa legge, non c’era proprio niente…
Ma non credo di essere io a dover insegnare il cristianesimo ai cristiani, anche perché i cristiani veri sono favorevolissimi a questo decreto. Gli ‘altri’ non esito a definirli ‘cattotalebani’.
Questa è una legge, ormai improrogabile, che ha a che fare con la civiltà di una nazione. Sulle unioni civili mi pare scontata qualunque apologia. Sulla possibilità di adottare il figlio del partner, appare chiaro come la legge intenda regolare una realtà che, di fatto, esiste in migliaia di famiglie (sì, sono famiglie), a prescindere da come là si pensi.
Questo può e deve fare uno Stato: proibire o regolare; di certo non chiudere gli occhi. Volete proibirlo? Abbiate il coraggio di farlo, di proporlo. Vietate, perseguendole per legge, con ogni mezzo le convivenze clandestine omosessuali, per di più, con figli non 100% ‘bio’. Andate fino in fondo. Scovateli. Arrestateli. Portategli via i bambini.
Oppure guardate con favore all’intento di regolarne, in modo chiaro, diritti e doveri. Non sarò certo io, tra quarant’anni, a dovermi vergognare quando mio figlio sorridendo mi dirà: “Ma non dirmi che anche tu eri contrario alla legge sulle unioni civili!” …
Come, del resto, hanno fatto molti di quelli che negli anni settanta contrastavano la legge sul divorzio, salvo poi usufruirne negli anni successivi, con buona pace delle loro convinzioni. Si è genitori quando si accompagna un bambino a scuola, si è figli quando qualcuno ti prende per mano e parla con la maestra. Si è genitori quando si parla con un adolescente.
Si è figli quando hai qualcuno accanto disposto ad esserti padre, amico, confidente. Si è genitori nel dolore, quando si perde un figlio, e si è figli, nello stesso identico dolore, quando si perde un padre. Sono i valori universali che vanno protetti e difesi.
Tutto il resto fa parte dello squallido teatrino di un’ipocrisia tutta italiana.
Alla fine della fiera, infondo, sono contento per tutti coloro i quali, partecipando ad un family day, si siano finalmente sentiti ‘famiglia’ (anche se per un giorno soltanto).
Cornuti, divorziati, spasciafamiglie, donne madri e repressi sessuali; ma non perché non possano esserlo davvero nei rimanenti 364 giorni dell’anno, sia ben inteso. Anzi, nella maggior parte dei casi, le difficoltà della vita forgiano famiglie della migliore specie.
Intendo solo dire che se molti riuscissero a superare il senso di frustrazione per il fatto di non essere riusciti, nella loro esistenza, ad acquistare un mulino dipinto di bianco, andandoci a vivere con una donna che durante il giorno fa biscotti parlando con le galline, generando ‘naturalmente’ figli che non diventeranno mai omosessuali (Mio figlio?? Non sia mai!!), forse sarebbero molto più rilassati e rispettosi dei diritti, della vita e della dignità di chi lotta ogni giorno, tra mille avversità, per essere famiglia, per conquistarsi qualche briciola d’amore e di felicità che non credo possa, per legge, essere negata a nessuno.
Del resto, mi pare lo insegnasse millenni addietro “qualcuno di importante”, e con una spiritualità che poco ha a che vedere con questo improvvisato riscoperto materialismo naturalista, contrastante, tra l’altro, con la visione di chi, qualche anno fa, proponeva addirittura di eliminare Darwin dai programmi scolastici.
La mia parola d’ordine è ‘coerenza’.
La vostra?
UNIONI CIVILI – INIZIA IL CONFRONTO. ECCO COSA NE PENSANO ALCUNI BROLESI
Arrivano i primi commenti. Michelangelo, Antonio, Marisa hanno detto quello che pensano sulla Cirinnà e le “Unioni Civili. Li pubblichiamo di seguitoinsieme al pensiero di Don Enzo Caruso. Ieri avevamo lanciato la proposta, quella di aprire un forum di discussione, per chiarire, far dire a chi vuole ciò che pensa, illustrare opinioni e punti di vista. Oggi rilanciamo l’idea. Ovviamente allargata a tutto il popolo dei Nebrodi. E intanto leggiamo….
Facciamo un gioco che gioco non è.
Iniziava così la nostra proposta\provocazione.
Infatti dopo le piazze ora c’è il Parlamento pronto a votare la Legge Cirinnà.
Noi vogliamo, in mezzo, inserire, conoscere, dibattere l’opinione di chi non essendo un politico, non potrà votare, ma che vuol dire la sua.
LO abbiamo fatto aprendo un forum di discussione, per chiarire, far dire a chi vuole ciò che pensa, illustrare opinioni e punti di vista.
Lo staiamo facendo tramite il nostro\vostro Giornale e sulla nostra pagina facebook, dove posteremo quest’articolo, pubblicando, integralmente, i commenti, e speriamo ve ne siano altri.
Così l’opinione di questo fetta dei nebrodi diverrà “partecipazione” sul grande dibattito in corso sul web e dentro la rete.
Un moneto di chiarezza e conoscenza, fuori dai luoghi comuni.
Un momento, questo, di confronto, di chiarezza, di rispetto sopratutto per le proprie idee, che quando si hanno è giusto manifestarle, senza pensare che “ci si espone troppo” o si manca di rispetto a qualcuno o qualcosa.
Un dibattito coerente, corretto, senza insulti o luoghi comuni, che voli alto, al quale possono partecipare tutti, brolesi e non…
Un dibattito che ci aiuti anche a conoscere cosa realmente dice, vuole, modifica, cambia questa legge.
Perchè anche su questo c’è molta ignoranza, anzi poca conoscenza.
Insieme ai tre contributi ripubblichiamo anche il “pezzo” di Don Enzo Caruso. – Il punto di vista del sacerdote di Brolo.
Antonio Taviglia
Da tempo ormai, seguo con grande interesse il tema in questione, sperando che finalmente si possano oltrepassare gli steccati ideologici,i limiti culturali…mettendo al centro della questione l’individuo e l’amore.
Considero il ddl Cirinnà un ottima proposta legge; riconoscere a tutti gli stessi diritti è un dovere, del resto quello che stabilisce le relazioni tra le persone non è il sesso ma sostanzialmente è l’amore, difatti una coppia,che sia omosessuale o eterosessuale si trova a condividere momenti di “vita” fatti di passione, di gioia di dolore…e sul punto legato all’adozione credo che i figli prima di tutto abbiano bisogno di amore, di risposte, di attenzione…insomma di guide aldilà del sesso…e smettiamola di dire che i figli degli omosessuali cresceranno con dei disturbi mentali…perché rimane una considerazione becera e ignorante…vorrei ricordare a coloro che la pensano cosi che la famiglia del mulino bianco si trova solo in pubblicità e spesso, ahimè nella famiglia cosiddetta “normale” si consumano le vicende più tristi.
Invito tutti i simpatizzanti del family day a maggioranza cattolica, di seguire le indicazioni di Papa Francesco che a differenza dei Papi precedenti mette davanti a tutto la persona e non i principi cosiddetti “non negoziabili” il giubileo della misericordia dovrebbe essere questo…mentre spesso, (e la piazza del family day lo dimostra) il cattolico medio va persino contro il vangelo, predicando male e razzolando altrettanto.
Un ultima cosa la vorrei dire rispetto alla votazione di questo DDL…considero sbagliato non votare in modo palese, a maggior ragione con un tema cosi delicato….è un nostro diritto sapere come la pensa chi ci amministra, che sia un consigliere di un piccolo comune come il mio, o il deputato locale di turno … non nascondetevi, dite chi siete e come la pensate.
Michelangelo Gaglio
E’ una legge di CIVILTA’ che non costringe nessuno ma viene incontro a chi ne ha bisogno.
Anche se approvata, arriva, comunque, in forte ritardo rispetto alle altre nazioni europee.
Porrebbe fine ai disagi e alla mancanza di alcuni diritti che, finora,hanno dovuto subire molte persone.
E’ falso, immorale e vergognoso che alcuni, pur di bloccare questa legge, dicano che essa legalizzerebbe la pratica dell’utero in affitto!
maschile che può dare un papa’ e con il mondo femminile che può dare una mamma.
Questo è il mio pensiero giusto o sbagliato che sia, non mi spavento nel renderlo pubblicamente, e concludo dicendo viva l’amore in tutte le sue forme.
Ideologia gender. Dal Ddl Cirinnà all’approvazione del rapporto Rodrigues
In questi ultimi giorni, anche in alcuni ambienti cattolici, si sta diffondendo una posizione più “benevola” verso le opportunità di discussione e progettualità contenute nella proposta di Legge Cirinnà. I sostenitori di questa posizione parlano di “allarmismo” e di “fondamentalismo” rivolti a coloro che stanno prendendo posizioni forti contro l’argomento.
La contraddizione di questa posizione “cattolico-moderata” sta nel fatto che essa non è “moderata”, ma compromissoria. Certo che lo Stato deve dare un regolamento alle unioni civili e garantire i diritti di tutti i suoi cittadini, anche a chi vive l’omosessualità. D’altra parte, Stato e Chiesa hanno funzioni diverse. Lo Stato non è la longa manus della Chiesa quando si tratta di legiferare in materia di valori morali. Ma accusare di fondamentalismo chi si sente minacciato dalla proposta di legge Cirinnà e sente il bisogno di proteggere un assetto umano e sociale che – tradizionale o non – appare, agli occhi di chi ci crede – l’unico in grado di proteggere la vita delle generazioni che verranno, sembra una vera manipolazione politico-ideologica.
Sembra chiaro che dietro il DDL Cirinnà non vi sia il mero desiderio di regolare le unioni civili. Sembra, invece che vi è un vero progetto che mira a ridefinire le stesse fondamenta di ciò che significa essere “persone” e “umanità”… un progetto per un’altra società, molto lontana e diversa da quella che conosciamo. Qui non si sta legiferando sul codice stradale o sulla sanità. Ma sulla natura dell’essere umano. La domanda è: quale parlamento ha il diritto di ridefinire, per vie di decreti legge, a colpi di maggioranza e per contrapposizioni politico-ideologiche, una visione del mondo e la concezione stessa di “persona”? Se il DDL volesse veramente regolare le unioni civili, lo faccia e si fermi lì. Ma il cancello di fuoco che si apre una volta dovesse essere approvato in via definitiva il DDL, porterà ad uno stravolgimento della vita di milioni di persone. E non in meglio. Gli uteri in affitto, per fare un esempio, sono un abominio contro la dignità stessa della vita.
Non credo che il DDL Cirinnà abbia come fine regolamentare le unioni civili. Se dovesse passare, credo che sarebbe una delle leggi più tragiche mai concepite dalla Repubblica, e che non rispetta la visione della maggioranza della società. La legge evidenzierebbe la frattura profonda fra politica e società reale, più che in qualsiasi altro dibatto in atto. Credo che il DDL, se non lo è già in origine, diventerà strumento di lobby potenti che non hanno nessun interesse né per la famiglia tradizionale né per le unioni civili, ma solo per gli interessi economici che stanno dietro la creazione di un nuovo ordine sociale che non protegge più la famiglia tradizionale. L’economia che si creerebbe attorno alla maternità surrogata e agli uteri in affitto, sulla genitorialità “pianificata” (vedi lo scandalo venuto alla luce, negli USA, della corporazione della compravendita di pezzi di feti abortiti “Planned Parenthood) produrrebbe profitti enormi per che ne controllerebbe l’industria. Non è la società che vuole tutto questo. E’ chi governa il sistema economico mondiale che vuole aprire nuovi mercati e campi di profitto.
Quanto a coloro che vivono l’omosessualità, credo che la posizione di ognuno, compreso e soprattutto i cattolici, debba essere anzsitutto di rispetto. Si può rimanere perplessi o in dissenso. La coscienza di un credente può impedirgli di legittimare la presunta “naturalezza” della condizione omosessuale. Ognuno trova il suo modo per cercare di capire la questione. Come e perché una persona nasca – o diventi – gay sfugge alla mia comprensione. Non sono uno scienziato del genoma umano né un sociologo. Nessuno ha il diritto di giudicare ciò che alberga nel più profondo della coscienza di un altro. Meno che mai di condannare. La carità è la virtù cristiana che ci ricorda che tutti gli esseri umani sono amati da Dio con uguale amore e che nessuno è amato di più perché più “giusto” di un altro. Questa stessa concezione delle cose davanti a Dio si frantuma, perché la grandezza dell’Amore di Dio è talmente infinita da polverizzare ogni pretesa di giustizia da parte di chiunque, al cospetto di Dio. Omosessuale o no, in forza del comandamento supremo dell’Amore, tutti sono nostri fratelli e sorelle e tutti siamo membri dell’unica famiglia umana, con un unico Dio che è Padre di tutti. Di tutti. L’omosessuale, dunque, è nostro fratello. Amarlo non è un atto di gentile concessione, come un atto di benevolenza liberale da parte di chi lo fa. E’ volontà di Dio.
Il DDL Cirinnà, svelato e scomposto nei suoi singoli elementi, non ha a che fare con l’omosessualità. E’ un cavallo di troia per introdurre la dittatura totalitaria dell’ideologia gender, che ben altra cosa è rispetto all’omosessualità. L’ideologia si deve respingere, perché è solo il veicolo di interessi che non hanno a cuore nessuno, né i gay né le famiglie tradizionali ma solo quelli delle multinazionali.
Il cristianesimo cattolico è portatore di una visione della persona umana e chi la professa non lo fa solo per obbedienza ad un dogma. E’ veramente difficile capire perché un cattolico preoccupato dall’espansione dell’ideologia gender debba essere accusato di fondamentalismo, quando nei vari Gay Pride che annualmente hanno luogo in ogni capitale d’Europa, si assistono a scene di volgarità che sconfinano nella pornografia. Mi chiedo, quanti omosessuali approvano tali dimostrazioni oscene a fronte di quanti cercano di vivere la loro vita nel quadro di una normalità, integrati nella società. Davanti a queste visioni oscene del Gay Pride, e di ciò che rappresentano, capisco e sostengo tutte le ragioni delle manifestazioni dei movimenti cattolici e di quanti – anche non cattolici – temono per il futuro. Il Family Day è, dunque, una manifestazione che ha pieno diritto di esistere.
Il vero cristiano non è omofobo. Chi crede nella famiglia tradizionale non è omofobo. L’omofobia, a volte, è una invenzione per demonizzare chi non p disposto a sottomettersi alla dittatura totalitaria dell’ideologia gender
A questo proposito, vale la pena fare un confronto. La legge 184 sull’aborto non fu mai presentata come “Legge sull’aborto”, ma come il suo contrario. La legge, tecnicamente, è fatta bene. Offre la possibilità di strumenti per chi si trova nella difficoltà di portare avanti una gravidanza. Si sarebbero dovute mettere a disposizione delle persone in difficoltà questi strumenti per aiutarli ad affrontare i loro problemi e sostenerli e, solo in caso di impossibilità, o di volontà reiterata, la legge concedeva la possibilità dell’aborto.
A ragione, la legge, ora, è chiamata Legge sull’aborto perché il vero risultato che si è ottenuto è far passare una legge che non ha implementato, in modo serio, gli strumenti che offriva, mentre apriva i cancelli a milioni di aborti, compiuti senza alcuna proposta di aiuto alle donne in difficoltà. E’ più lucroso il business degli aborti che quello dell’educazione e dell’assistenza.
Per questo motivo, facendo i dovuti distinguo circa il confronto fatto con la legge 184, rimango convinto che la Legge Cirinnà opera sullo stesso livello di strategia. Non si tratta, in ultimo, di uno strumento sano per l’educazione alla sessualità dei nostri bambini, ma, ripeto, di un cavallo di Troia che apre le porte a un fiume di altre leggi e provvedimenti che spazzeranno via il potere dei genitori di controllare e orientare l’educazione globale dei loro figli, compresa l’educazione alla sessualità. Quando il diritto a questa educazione è sottratta per legge, alla famiglia e assunta dal potere costituito per via di leggi e decreti, non siamo più in democrazia, ma sotto dittatura.
E’ giusto che lo stato regolamenti pure le unioni civili, se è giunto il tempo di farlo, ma i cristiani hanno il diritto di opporsi alla totale equiparazione delle unioni civili con il matrimonio e all’ideologia gender
Che ha anche suggerito la lettura di altri due articoli sull’argomento:
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