Dopo la messa in suffragio di Mussolini gli organizzatori evidenziano puntualizzando che da 71 anni si celebra questa messa, non ” in onore al Duce ma in suffragio all’uomo Mussolini e per ricordare i Caduti Italiani nella seconda guerra mondiale e i martiri fascisti”. Ma intanto – anche dopo il clamore sollevato dalle organizzazioni antifasciste a suon di comunicati stampa (vedi archivio) la Digos acquisisce i filmati della commemorazione catanese, e le autorità ecclesiastiche invitano alla prudenza: “Non ci si può approfittare di un luogo sacro per una manifestazione politica – ha osservato il vicario generale Salvatore Genchi – tanto più se è vietata dalla Costituzione. Stiamo pensando come essere più prudenti il prossimo anno, per capire se è il caso di accettare queste celebrazioni o rifiutarle”. Di parere opposto, il sacerdote che ha celebrato la messa, padre Salvatore Lo Cascio, ex cappello del carcere di Bicocca, che ha salutato romanamente. Che potevo fare? – ha detto – Ho pensato a Papa Francesco quando dice che non siamo nessuno per giudicare”.
Diventa un caso politico, ma anche con risvolti giudiziari, la messa che a Catania è stata celebrata per ricordare Benito Mussolini.
Mentre il fronte antifascista fa suonare le trombe della rabbia, condannando i promotori dell’iniziativa e chi ha concesso i nulla osta, e la Digos indaga, i promotori sorridono, si scherniscono dalle accuse di apologia ed evidenziano che era una “semplice messa in suffragio”.
Questa è stata celebrata, nella Chiesa di santa Caterina, nella centralissima via Umberto.
Una messa che, dicono chi l’ha promossa, viene organizzata da 71 anni sia per ricordare il duce ma anche per tutti i caduti italiani della seconda guerra mondiale.
“Questa non è apologia al fascismo. Perché bisogna aver paura dei morti?
Qui nessuno tira bombe o fa manifestazioni.
Chiediamo – dicono ai microfoni e davanti le telecamere – soltanto diritti per gli italiani, prima gli italiani”.
E ricordano, poi, che Mussolini era un cattolico e che la Chiesa oggi ha “l’obbligo morale e religioso di celebrare una funzione in memoria di un defunto, chiunque esso sia”.
Lo scorso anno la messa è stata celebrata nella chiesa Santa Maria della Guardia e la facciata è stata imbrattata la notte precedente con simboli del comunismo, come falce e martello, disegnati con della vernice rossa.
La Digos della Questura di Catania ora sta vagliando un video, postato sul sito Meridionews, in cui è ripresa la messa celebrata e presenterà una relazione alla Procura su eventuali ipotesi di reato.
Nel filmato si vedono diverse decine di persone alla conclusione della funzione scattare sugli attenti e rispondere tre volte “presente” ad incitazioni: “Per il duce d’Italia Benito Mussolini”, “Per i caduti della Repubblica sociale”, “Per tutti i martiri fascisti”.
Dall’arcivescovado invitano alla prudenza: “Non ci si può approfittare di un luogo sacro per una manifestazione politica – osserva il vicario generale Salvatore Genchi – tanto più se è vietata dalla Costituzione. Stiamo pensando come essere più prudenti il prossimo anno, per capire se è il caso di accettare queste celebrazioni o rifiutarle”.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.