Dopo il comizio, che ha di fatto inaugurato la campagna elettorale, sabato scorso, dell’avvocato Francesco Marchese, ora toccherà all’attuale sindaco. Un comizio di puntualizzazioni su quelle che considera delle “inesattezze” dette “alla piazza” dal Presidente del Consiglio Comunale, ma sopratutto di saluto per colui che ha retto da dieci anni il paese. In testo del comizio di Marchese ed il comunicato stampa di Ficarra è Ora, ed intanto Artale…
Il comunicato stampa:
Sabato 30 Aprile si è ufficialmente aperta la campagna elettorale di Ficarra.
Ad inaugurare la piazza è stato il Presidente del Consiglio comunale e già capogruppo di minoranza Avv. Francesco Marchese.
Con toni calmi e pacati, come da par suo, Marchese ha dapprima illustrato il percorso consiliare della minoranza rivendicando per essa un ruolo fondamentale nell’aver più volte evitato la paralisi amministrativa del Comune.
Perseguendo l’unico obiettivo del bene del paese, Marchese ha spiegato come più volte il gruppo di minoranza sia stato chiamato a fare scelte responsabili nell’interesse del paese ed abbia scongiurato il commissariamento dell’Ente; commissariamento che sarebbe potuto avvenire in tutti quei casi in cui la giunta uscente si è presentata in Consiglio senza la maggioranza dei voti necessari per adottare quelle deliberazioni che necessitavano di essere adottate, spesso anche all’ultimo giorno utile.
Ciò, ha spiegato Marchese alla platea, non è stato fatto per aiutare l’Amministrazione pro tempore, in evidente difficoltà, ma solo ed unicamente per evitare conseguenze negative certe che sarebbero gravate sulle casse del Comune e nelle tasche dei cittadini.
Ma, ciononostante, il comportamento esemplare della minoranza che ha preferito alla speculazione politica l’interesse concreto dei cittadini, è stato qualche volta strumentalizzato e fatto apparire come accondiscendenza dagli stessi soggetti che hanno volutamente dimenticato le innumerevoli battaglie condotte dalla minoranza, sia in Consiglio che fuori, tra le quali, ha ricordato Marchese: quella del Gabinetto di lettura, letteralmente regalato all’associazione che, rivendicando il possesso dei locali (comunali) ove aveva sede in una causa giudiziaria ventennale, aveva perso e che ebbe facile terreno nel ribaltare il risultato della sentenza mediante un accordo privato sottoscritto dal Sindaco Ridolfo con i rappresentanti di tale associazione, peraltro inoperante da decenni, definito capestro anche perché ribaltava l’onere non solo delle spese di giudizio ma anche di ristrutturazione in capo ai cittadini; oppure la battaglia condotta sull’ICI; o sul Piano Locale Anticrisi, fuorilegge sia dal punto di vista civilistico che contabile e che venne modificato grazie all’apporto della minoranza, ecc. Ha rivendicando, insomma, l’operato di una minoranza attenta che ha saputo, nei fatti e concretamente, esercitare il ruolo di critica e di controllo, pur senza partorire comunicati stampa ad ogni stormir di fronde.
Marchese ha poi spiegato come i conti del Comune non siano tali da far dormire sonni tranquilli, dando lettura della relazione del Revisore dei conti redatta in occasione dell’adozione del bilancio di previsione 2015, al fine di far prendere coscienza alla platea della reale situazione contabile in cui versa l’Ente.
Quindi, proprio per far fronte al rischio di dissesto del Comune e per bypassare le difficoltà numeriche della maggioranza non autosufficiente e garantire l’interesse dei cittadini, Marchese ha spiegato come si era giunti ad un accordo di sistema per la votazione delle sole deliberazioni ritenute meritevoli anche dalla minoranza con un accordo, palese e fatto in Consiglio, portato avanti dall’allora Presidente del Consiglio Emilio Ricciardo che, sostenitore di spicco del Sindaco Ridolfo per oltre 15 anni, si dimise per favorire la nomina, simbolica e chiaramente non operativa, dello stesso Marchese, creando così la cornice per il quadro politico nuovo che si sarebbe potuto venire a creare con la fine del ciclo Ridolfo.
Tuttavia, dopo aver intrapreso le trattative in cui l’unico faro doveva essere quello del bene del paese e della pari dignità delle forze politiche uscenti, almeno in Consiglio, le trattative si sono arenate sulle prese di posizione della compagine di maggioranza o, meglio, di quel che ne rimane per essere rimasta orfana di importanti componenti.
Rappresentati i fatti, Marchese ha poi parlato di quelli che dovranno essere i temi della futura campagna elettorale, tra i quali: la ancora incompiuta Casa per gli anziani per la quale anche la minoranza ha contribuito a dare impulso; la riduzione della spesa per il personale mediante forme di prepensionamento che lascino impregiudicati i diritti economici dei dipendenti ma che siano in grado di sgravare le casse dell’Ente; la riscossione effettiva delle tasse locali, dura con chi pur potendo no ha in questi anni pagato ma attenta e comprensiva alle situazioni dei singoli e delle famiglie in reale difficoltà; i sistemi di smaltimento dei rifiuti, dove non bisognerà inventarsi alcunché ma solo guardare alle esistenti e sempre più importanti realtà virtuose già presenti per abbattere gli insopportabili costi a cittadini e commercianti; migliorare l’offerta turistica spingendosi a guardare anche alle strutture presenti nella borgata Matini, invidiabile per posizione e panoramicità; valorizzare le associazioni che tanto hanno fatto per la promozione territoriale come il Centro Commerciale Naturale, la Pro Loco o altre associazioni di promozione di prodotti tipici e olio; creare, insomma, le condizioni per rallentare l’inevitabile emorragia di giovani costretti ad inseguire il lavoro fuori dal paese.
In conclusione, Marchese, ha posto particolare attenzione anche su un progetto che sta portando avanti l’Amministrazione uscente mediante l’Unione dei Comuni con Brolo che prevede la creazione di un centro di integrazione di stranieri richiedenti asilo a Ficarra.
Il progetto, ha continuato Marchese, è da valutare molto attentamente e con le dovute precauzioni perché, se da un lato potrebbe rappresentare un interessante laboratorio culturale, il rischio reale da scongiurare è rappresentato dal fatto che anche Ficarra possa diventare, alla fine, uno dei tanti luoghi ove vengono smistati gli extracomunitari in attesa di sistemazione definitiva; anche per tale motivo ha invitato la giunta uscente a non porre in essere atti ulteriori nella prosecuzione del progetto prima dell’insediamento della futura compagine di governo locale.
Nel frattempo Artale, l’altro avvocato pronto a correre per la nuova investitura a sindaco non sta fermo un attimo. Tesse una rete di rapporti, guarda alle frazioni e sopratutto a quella di Matini, ricompone diatribe ma sopratutto raccoglie consensi e adesioni al suo progetto politico.
Dal suo staff, con ottimismo, si dice: “nessuno ha rifiutato una candidatura proposta, di dare il proprio apporto, di star con noi”.
E certamente al comizio di Ridolfo – la sera di venerdì prossimo – si avranno maggiori certezze e anche l’idea di chi si schiererà con Gaetano Artale.
La piazza diverrà la cartina di tornasole, definirà anche fisicamente gli schieramenti, sarà lo specchio di un paese che si appresa a decidere sul futuro dei suoi prossimi cinque anni.
Tornando al comizio di Ridolfo.
Per l’ingegnere sarà il comizio di saluto con la “sua”gente.
Ha detto che non si dilungherà – anche se cose da dire ne avrebbe tante, sottolinea sorridendo – ma “racconterà” di come Ficarra sia cambiata, dei sogni che si sono avverati, della strada fatta, di quella avviata. Un passaggio di testimone.
Ma, anticipa, tornerà anche su quanto detto da Marchese. Lui reputa che ci siano delle inesattezze, del non detto, e questo vorrà chiarirlo parlando francamente alla piazza ficarresse.
Di certo d’emozione ne avrà tanta
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