SAN MARCO D’ALUNZIO – SAN FRATELLO- “VERITA’ VO CERCANDO” QUEI MORTI SENZA PACE DEL ‘43. MA LA VERITA’ STORICA DI QUEI FATTI POTREBBE RISERVARE SORPRESE.
Un vecchi articolo del 1955 riapre una “ferita di guerra”.
Due foto, trovate nascoste in un muretto nella campagne di piano Calarco ci riportano nel pieno della guerra, dello sbarco, dei bombardamenti, degli errori di valutazione tattica, alla morte di giovani in divisa.
Le divise di americani erano quasi identiche a quelle tedesche.
Anche i civili pagarono un alto tributo di sangue sia a San Marco che a San Fratello e la cui storie, seppure annebbiate dal tempo, meritano di essere ben contestualizzate e magari riscritte nella loro verità vera. A far affiorare i ricordi più che l’ottantesimo anniversario dello sbarco alleato in Sicilia, è stata una pagina ingiallita, della Gazzetta del Sud del 1955, “disegnata dal cuore e dal tempo affiorata per dire IO c’ero e sapevo”
Troveremo mai gli eredi di Akim – un nome di fantasia assegnato al volto di un soldato tedesco – per consegnare simbolicamente i ricordi del loro caro?
la storia
Erano circa un centinaio i soldati a stelle e a strisce che nella notte tra l’8 e il 9 agosto del 1943, sbarcati da una motozattera sulla spiaggia di Rosmarino puntavano verso San Marco D’Alunzio, percorrendo la pietraia del torrente, per tagliare la ritirata agli elementi di retroguardia della Wehrmacht che avevano combattuto, il 7 e l’8 agosto, sulla linea San Fratello. Le divise degli americani (forse di un reparto d’assalto equiparabile ai nostri Arditi) erano quasi identiche a quelle tedesche e la loro presenza fu segnalata da un civile a un piccolo reparto di tedeschi in ritirata.
L’errore
L’Ufficiale germanico che guidava il reparto tedesco, dopo aver osservato dall’alto il movimento di quel reparto, con il binocolo, dedusse che fossero loro commilitoni e non si allarmò. L’equivoco gli costò caro perché permise agli americani di sorprendere i nemici a Piano Gebbia provocando tra loro diversi morti.
Anche un civile di San Marco morì nello scontro.
A far affiorare i ricordi più che l’ottantesimo anniversario dello sbarco alleato in Sicilia, è stata una pagina ingiallita, della Gazzetta del Sud del 1955, “disegnata dal cuore e dal tempo affiorata per dire IO c’ero e sapevo”, che riporta due foto trovate in un muro di campagna della contrada Calarco dove, di notte, avvenne un feroce scontro ravvicinato, anche a colpi di pietra, tra una cinquantina di tedeschi e un centinaio di americani.
Le foto nascoste in un muro di campagna, tratte dalla Gazzetta del Sud del 12 aprile del 1955, articolo a firma dell’inviato Biagio Belfiore, ritraggono un soldato tedesco (Akim nome di fantasia) e una donna, forse la sorella o la fidanzata, nascosti dal militare nell’anfratto magari nella speranza che, morto lui, qualcuno avrebbe potuto avvisare la famiglia.
Sulle Linee San Fratello e Tortorici caddero in tanti, molti si arresero, tantissimi disertarono.
Anche i civili pagarono un alto tributo di sangue sia a San Marco che a San Fratello e la cui storie, seppure annebbiate dal tempo, meritano di essere ben contestualizzate e magari riscritte nella loro verità vera.
Enzo Caputo
Già in passato il Ministero Tedesco della Difesa, tramite la sua ambasciata romana, leggendo un articolo su scomunicando.it, in merito a tre soldati tedeschi sepolti, senza nome, a Brolo approfondì la questione. Speriamo che anche questo caso si seguito con la stessa attenzione, e Che “pace” sia fatta sul piano della storia, del dolore della morte, del Pietas per chi ha sofferto quei lutti.
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