A PROPOSITO DI ABUSIVISMO – L’analisi di Tonino Arena si allunga sul PRG di Messina
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A PROPOSITO DI ABUSIVISMO – L’analisi di Tonino Arena si allunga sul PRG di Messina

L’unico abusivismo che posso comprendere (ma non giustificare) è quello di un proprietario di terreno che costruisce abusivamente perché non ha altre soluzioni abitative per la sua famiglia (perché indigente, disoccupato…), ma a patto che non costruisca su luoghi a rischio. E comunque anche questo tipo di abusivismo è dannoso.

Antonio Arena è un attento osservatore della politica italiana con esperienza anche in campo della politica e delle politiche europee. Dopo i fatti di Casteldaccia dice la sua e allarga il campo dell’analisi sull’abusivismo.

Comune disgraziato (nel senso di tragedia) quello di Casteldaccia, e di centinaia di altri Comuni siciliani.

È evidente che in questa dolorosissima fase ogni commento sarebbe superfluo e fuori luogo.

Ma che nessuna “merda umana” in giro per la Sicilia si permetta di giustificare l’abusivismo su terreni a rischio con le “esigenza abitative di chi una casa non ce l’ha”.

Chi lo facesse, e tutti coloro che a vario titolo sono stati o sono responsabili (per palese complicità, connivenza o semplice ignavia e menefreghismo) del saccheggio e dello stupro delle nostre contrade, è da considerarsi responsabile morale e politico (oltre che giuridico) dei disastri ambientali ed umani presenti e futuri

L’unico abusivismo che posso comprendere (ma non giustificare) è quello di un proprietario di terreno che costruisce abusivamente perché non ha altre soluzioni abitative per la sua famiglia (perché indigente, disoccupato…), ma a patto che non costruisca su luoghi a rischio. E comunque anche questo tipo di abusivismo è dannoso.

1) poiché deturpa l’armonia del territorio (normalmente queste case abusive sono brutte e raffazzonate, spesso con mattoni a vista e senza intonaco);

2) sono comunque costruzioni instabili e a rischio crollo – poiché non a norma – in caso di calamità naturali o terremoti;

3) sono case inquinanti poiché spesso non sono allacciate ad un sistema fognario e riversano di tutto nel terreno circostante.

Nessuna giustificazione per chi invece, sia in forma privata che in qualità di “costruttore”, fa pura e semplice speculazione edilizia, contando sulla connivenza/complicità degli amministratori locali.

Altro discorso è invece quello dell’abusivismo legalizzato ed autorizzato da quei Piani Regolatori pensati e “studiati” per favorire in modo legale le peggiori logiche speculative e predatorie.

Ed è proprio quello che è successo con il PRG di Messina del 2002.

Un Piano regolatore “criminogeno” che ha previsto una cubatura per edilizia residenziale proporzionata per una città di 500.000 abitanti, quando la attuale popolazione è inferiore ai 240.000.

Un Piano regolatore che è stato approvato da un Consiglio comunale trasformato in un suk e dove le particelle edificatorie venivano suggerite da consiglieri comunali su “indicazione” di amici o dai costruttori stessi. Un PRG che ha distrutto inutilmente colline e vaste porzioni di territorio.

Un PRG infine utilizzato da mafie e ‘ndranghete varie per ripulire denaro sporco: considera infatti che molti dei palazzi costruiti per tali “esigenze” hanno una alta percentuale di appartamenti invenduti. In questi giorni dovrebbe iniziare o essere già iniziato in Tribunale il processo a Borella (imprenditore bancarottiere) e ad alcuni presunti complici in seno al Dipartimento Urbanistica del Comune di Messina, proprio per speculazioni che prendono origine da quel PRG.

Questa purtroppo è la nostra Sicilia.

Ma chiediamoci perché la Toscana o l’Umbria o le Marche (ad esempio) hanno tutt’altra gestione del territorio e perché tali Regioni moltiplicano la rendita fondiaria dei terreni e rivalorizzano il patrimonio residenziale dei propri cittadini, ed attirano sia come acquirenti che come locatari diverse migliaia di turisti da tutto il mondo. Regioni che creano inoltre crescita economica e ricchezza tramite lo sviluppo agricolo ed il turismo rurale (per non parlare della gestione delle loro città d’arte).

Tutto il contrario di ciò che è successo e purtroppo continua a succedere in Sicilia.

E aggiunge:

Che tale PRG era in totale controtendenza rispetto alle “Linee guida” dello sviluppo edificatorio sostenibile già abbondantemente note in quegli anni, e già applicate dalle città più virtuose : linee guida che invitavano alla riqualificazione e al rilancio dei quartieri degradati piuttosto che al consumo di altro territorio.

Si consideri infine che diverse delle “opere primarie” di contorno a molti di tali progetti edificatori (strade, fogne, illuminazione…) sono state “accollate” impropriamente alle casse pubbliche comunali (con ulteriore aggravio del deficit o, nel caso di non completamento delle stesse, con prevedibili conseguenze ambientali e viari).

6 Novembre 2018

Autore:

redazione


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