A SPASSO CON CICERONE – Gli alunni del Liceo “Vittorio Emanuele III” di Patti incontrano Antonella Prenner
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A SPASSO CON CICERONE – Gli alunni del Liceo “Vittorio Emanuele III” di Patti incontrano Antonella Prenner

Antonella Prenner, ricercatrice e filologa dell’Università di Napoli

 

 

Venerdì 28 Settembre, nell’Aula Magna del Liceo Classico “Vittorio Emanuele III” di Patti, si è svolto un incontro tra gli alunni delle classi quarte del Liceo Classico e Scientifico e Antonella Prenner, nell’ambito delle attività previste dal “Progetto Lettura”, realizzato in collaborazione con la libreria “Capitolo 18”, mediante il suo promotore editoriale, Sig.  Teodoro Cafarelli.

La manifestazione, presieduta dal Dirigente Scolastico, Prof.ssa Grazia Gullotti Scalisi, ha visto la partecipazione di rappresentanti delle Istituzioni, di docenti  e di ospiti, che hanno assistito all’incontro, intervenendo nel dibattito e interagendo con l’autrice.

Il Dirigente Scolastico, all’inizio dell’incontro, ha sottolineato l’impegno dell’Istituto a stimolare nei giovani il piacere della lettura, intesa come un’esperienza creativa, dinamica e coinvolgente, e ha dichiarato di avere apprezzato il testo dell’autrice, incentrato sulla figura dell’oratore latino Cicerone.

Il Prof. Federico, referente del Progetto, ha dato l’avvio ai lavori ed ha introdotto “Tenebre – L’ultima disperata battaglia di Cicerone”, romanzo storico, in cui l’autrice racconta con uno stile elegante gli eventi della storia di Roma dall’assassinio di Cesare alla morte di Cicerone, presentato non solo come un eccellente politico che tenta di difendere la libertas della res publica dal suo rivale Antonio, ma anche come un individuo con paure, angosce, speranze, aspetti che i manuali di letteratura non descrivono e che, di contro, costituiscono l’ingrediente fondamentale del romanzo della dott. ssa Prenner.

L’autrice ha, quindi, fatto una breve introduzione, spiegando che l’io narrante del testo, Cicerone, si rivolge a Tullia, figlia diletta e strappata prematuramente al suo amore di padre. Il protagonista racconta la fine della sua vita e del sogno della libertà, gli intrighi e i drammi del suo tempo, sul cui sfondo, oltre all’amata Roma, c’è Formia, luogo prediletto dall’Arpinate, che lì fu ucciso il 7 Dicembre del 43 a. C.  e in cui la Prenner vive con la sua famiglia. Convinto di essere sul punto di morire a seguito di una profezia di Cesare, l’oratore confida a Tullia i suoi pensieri, ma anche – osserva la professoressa Prenner – il suo amore per quella libertà che lo ha portato ad assumere decisioni che lo avrebbero fatto incamminare lungo il sentiero della morte.

A questo punto gli alunni sono diventati parte attiva dell’incontro, rivolgendo numerose domande all’autrice, che, partendo dal testo, ha allargato la prospettiva da Cicerone ad altri autori latini e ha spiegato il suo metodo di indagine, basato su un esame rigoroso delle fonti, che costituiscono la base per una ricostruzione esatta e precisa degli eventi storici. I successivi interventi degli alunni hanno consentito all’autrice di ricostruire un quadro completo della società romana del I sec. a. C., dalla politica all’oratoria, dalla filosofia alla letteratura, e di effettuare confronti con l’attualità. Il vero protagonista, però, è rimasto sempre Cicerone, al quale l’autrice ha detto di sentirsi molto legata, poiché ogni giorno, a Formia, vede la sua “tomba” e la costa da cui egli tentò di fuggire una mattina d’inverno per mettersi in salvo.

L’autrice, alternando rigore scientifico e filologico e passione letteraria, ha saputo intrattenere, interessare e coinvolgere il pubblico e ha concluso il suo intervento citando una pagina del suo romanzo, in cui descrive il diverso rapporto istaurato con Roma da Cicerone e da Cesare: l’Arpinate è lo “sposo fedele e geloso” della città capitolina, Cesare, invece, la considera “un’amante, la più abbagliante, sensuale e fulgida che uomo o dio possa sognare”. La metafora spiega la differente personalità dei due più celebri “innamorati” di Roma, che continua ad amarli, nonostante i secoli trascorsi, e il cui nome durerà più “della vita stessa di Roma”, perché, anche se la Storia li ha giudicati, alla fine li ha assolti, in quanto grandi uomini.

Questi aspetti non sono contemplati dai manuali letterari, per cui il Cicerone di “Tenebre” è apparso agli alunni in una veste nuova, non più soltanto come l’autore del “De oratore”, del “De amicitia” e di tante altre opere, ma, secondo una efficace e calzante definizione del giornalista Aliberti, “come un personaggio immortalato in una statua di marmo, che ad un certo punto si colora, si riscalda, scende dal piedistallo e ci viene incontro: ci prende sottobraccio e ci invita a fare un pezzo di strada insieme a lui”. Oggi i fortunati ad avere fatto una passeggiata insieme al celebre oratore sono stati i ragazzi del Liceo pattese!

Prof. Tindaro Vittorio Federico

2 Ottobre 2018

Autore:

redazione


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