A Villa Piccolo – Ottima la performance di Paolo Fresu, Maria Listur e Annibale Pavone
Cultura

A Villa Piccolo – Ottima la performance di Paolo Fresu, Maria Listur e Annibale Pavone

 

 

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Villa Piccolo è già di per sé uno scenario incantevole, ma se al suo interno si dà “anima”, è proprio il caso di dirlo, a performance di tale valore, la fusione artistico – culturale, sia sull’estetica che sui contenuti, assume caratteri di unicità.

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Si è conclusa come meglio non si poteva, martedì sera, la rassegna “Il Sogno. Ovvero la concretezza dell’Effimero”, che ha compreso quattro giorni di laboratori su “Il sapere del corpo”, evento giunto alla terza edizione, concernente Filosofia, Architettura, Teatro-danza, Diritto e Neuroscienze, con Paolino La Spina, Luciano Marabello, Lucilla Risicato, Giovanni Scarcella e Giusi Venuti, e quello conclusivo che ha visto la straordinaria esibizione del trombettista jazz Paolo Fresu, assieme all’attore teatrale messinese Annibale Pavone e alla performer, pittrice, cantante e regista argentina Maria A. Listur.

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L’ideazione e la cura del progetto artistico e culturale sono state di Giusi Venuti, mentre il progetto del palco – di forma allungata, disposto in maniera originale tra due fronti di platea –  unitamente all’allestimento dello spazio scenico, sono frutto della creatività di Luciano Marabello. Il tutto, per conto del Comune di Capo d’Orlando in collaborazione con la Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella, che ha dato anche il patrocinio.

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Lo spettacolo conclusivo, è consistito nella performance dei tre artisti che hanno messo insieme musica, danza, pittura e narrazione dentro un contesto che ha regalato grandi suggestioni grazie all’accurata lettura e recitazione dei testi da parte di Annibale Pavone, sorretti dall’accompagnamento musicale di Paolo Fresu. Il trombettista sardo, protagonista d’eccezione dell’evento, grazie alla sua classe smisurata, ha alternato come per incanto il magico suono della sua tromba e del flicorno supportandolo spesso con basi ed effetti che hanno regalato il senso autentico della “colonna sonora” di un sogno narrato, recitato e “danzato” tra introspezioni, emozioni e turbamenti da Maria A. Listur. La performer argentina nel corso dell’esibizione ha danzato dipingendo con il proprio corpo la tela distesa lungo il palco alle cui estremità operavano Pavone e Fresu, trasferendo alle movenze del proprio corpo l’incarnazione del sogno nella sua effimera realtà. Così “la tela –  come spiega l’ideatrice dell’evento –  diventa uno stratagemma per materializzare quella pausa d’eternità chiamata tempo e per concretizzare tempi, suoni e significati che altrimenti resterebbero puro flatus vocis”.

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I testi, i cui passi sono stati riprodotti dalla voce recitante e dall’autorevole presenza scenica di Annibale Pavone, sono stati tratti dal “Leviatano” di T. Hobbes, “Tabaccheria” di F. Pessoa, “Le notti bianche” di F. Dostoevskij, “La vita è sogno” di P. Calderón de La Barca, “La notte ciclica” di J. L. Borges, “Gioco a nascondere” di L. Piccolo, e poi brani di P. Salinas, A.A. Tarkovskij, un inedito di F. Cannavò, e da “Il mondo come volontà e rappresentazione” di A. Schopenhauer.

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Paolo Fresu, com’era prevedibile, ha improvvisato. Il trombettista di Berchidda, nella sua straordinaria carriera, ha sempre dimostrato di poter contare in ogni istante nella propria versatilità. A lui basta conoscere il copione ed immedesimarsi nel senso della scena per tirar fuori il meglio di sé, adattando il proprio repertorio alle varie situazioni. Non a caso, il trombettista sardo famoso in tutto il mondo, nel passato, ha legato il proprio nome anche ad importanti eventi con letture e recitazioni di poesie, reading a fianco di titolati artisti e poeti, come la compianta Patrizia Vicinelli, conosciuta a Sassari nel 1987 e poi diventata sua grande amica. Di recente, si è esibito a fianco di Alessandro Haber e in atto condivide, tra gli altri, progetti con Lella Costa e Ascanio Celestini. Il prossimo Agosto, a Time in Jazz, la rassegna internazionale che Fresu organizza da 27 anni a Berchidda e dintorni, in Gallura,  avrà come ospite Erri De Luca.

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Anche a Villa Piccolo, Fresu ha dimostrato che le note vanno alternate ai silenzi, alle pause, quando queste danno spazio alla parola e all’ascolto, affinché l’immaginazione, il sogno e la poesia, trovino le giuste variabili. Egli, quand’è il momento, riesce a “sporcare” il suono e “soffiarlo” come pochi sanno fare, o percuotere sugli ottoni cadenzando il tempo durante alcuni passaggi della narrazione. Al momento giusto ha poi tirato fuori dal suo repertorio l’unico brano, il “classico” che la circostanza richiedeva: “Sì Dolce è il Tormento”, di Claudio Monteverdi, che il trombettista riprese nel 2006 per la Blue Note a fianco di Uri Caine, proposto nel mezzo della performance, in linea con il suo titolo, ha segnato il cuore dello spettacolo.

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La Listur, nel contesto, consegnava all’arte figurativa, all’immaginazione ed alla poesia il proprio corpo, muovendolo sulla tela e colorandolo di suggestioni ed effetti propri di chi cattura ed interpreta il sogno manifestandolo nella sua essenza.

L’applauso finale, unico in tutta la serata per ragioni d’opportunità, ha rotto il silenzio come a segnare il risveglio da un lungo sogno in cui anche il numeroso pubblico presente alla serata finale della rassegna ha recitato la sua parte.

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Complimenti, dunque, all’inedito “trio” che ha così scritto una pagina importante della storia della rassegna ideata e curata da Giusi Venuti per “Cogitazioni” e della Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella, che vale come anteprima del ciclo “Ingressi di Paesaggi 2014 – Le Porte del Sacro”.

Il prossimo appuntamento messinese per Paolo Fresu, amatissimo in riva allo Stretto, dove raccoglie sempre successi e può contare su rapporti di autentica amicizia, è adesso fissato per il 16 Luglio nell’area della Fiera. L’evento, inserito nella rassegna Messina Sea Jazz,  prevede l’esibizione del grande trombettista assieme ad uno dei suoi gruppi storici: il Devil Quartet..

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La mattina stessa dello spettacolo di Capo d’Orlando, Messina si era risvegliata, finalmente, con la notizia della nomina dei nuovi direttori artistici del Teatro V.E.: Ninni Bruschetta per la prosa e Giovanni Renzo per la musica. Novità non di poco conto, tenendo in considerazione l’ottimo rapporto di amicizia e collaborazione che esiste da decenni tra Giovanni Renzo e Paolo Fresu. A questo punto, a margine della performance di Villa Piccolo, non potevamo esimerci dal fare esprimere al trombettista un giudizio ed un augurio nei confronti di chi adesso dirige le sezione musica del Teatro messinese. Brevissimo, ma intriso di significati, il suo messaggio: “Sono felicissimo. Auguri, Giovanni…!” ha mandato a dire Paolo Fresu a Giovanni Renzo.

DSC_1498Pur essendo estremamente prematuro dirlo, e quantunque risulti ormai inutile ripetersi sull’estrema scarsità delle risorse economiche, viene comunque spontaneo prevedere, con una certa fiducia legittimata dalle immense qualità umane, oltre che artistiche, di Paolo Fresu, che  possa esserci qualcosa di interessante all’orizzonte.

 

 

Corrado Speziale

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14 Giugno 2014

Autore:

admin


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