«Chissà, se mi vedesse qualcuno in questo momento…». È ciò che mi ritrovo spesso a pensare quando sono a casa da sola, strascicandomi per le stanze con la mia felpa un po’ trasandata e augurandomi di non dover aprire la porta per il pacco che mi devono consegnare, o ‒ peggio ancora ‒ dopo essermi ingurgitata un’intera confezione di patatine nell’arco di un nanosecondo. Tendiamo tutti a non parlare volentieri delle nostre piccole debolezze segrete, convinti di essere i soli a lasciarsi talvolta andare quando siamo lontani da occhi indiscreti (il resto del mondo, naturalmente, invece, in quei momenti paga le tasse, studia cinese o fa meditazione). «Solo io, al mondo, ho certe bizzarre abitudini, giusto?».
Grandi abbuffate di gelato, concerti con chitarre immaginarie e pisolini in ripostiglio… i lettori svelano i loro piccoli segreti
Bè, in effetti, no.
Interessante, spassoso, ma anche vero quanto scrive Karen Bofinger su houzz.it che qui riportiamo.
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Se potessimo entrare come zanzare nelle case dei nostri lettori e osservare quello che succede, scopriremmo cose meravigliose… e anche cose singolari (ma non meno meravigliose) con il risultato – scoprendole – che ora non mi sento più tanto diversa dagli altri. Spero succederà anche a voi!
Che tipo di cose insolite fanno le persone, quando si trovano da sole tra le mura domestiche?
Houzzla chiesto ai suoi lettori in ben sette paesi: Regno Unito, Stati Uniti, Australia, Russia, Italia, Giappone e Germania.
Ebbene, ne è risultato che, ovunque nel mondo, i comportamenti adottati ricadono sempre in cinque grandi categorie.
E voi? In quale categoria rientrate?
1. Parlo con animali e piante
Moltissimi hanno rivelato la propria attitudine a fare lunghe chiacchierate con gli amici a quattro zampe.
«Parlo sempre con i miei cani quando sono sola a casa. Certo, loro non rispondono, ma sono fantastici ascoltatori».
E non è la sola a dialogare con questi insoliti conversatori. Tanti ammettono il fatto di parlare spesso tra sé e sé, quando non lo fanno con il proprio animale da compagnia, e alcuni arrivano addirittura a confessare di essersi ritrovati a chiedere consiglio alle piante di casa.
Perché parliamo al cane e al gatto, anche se sappiamo perfettamente che non ci risponderanno?
«Molti animali sono creature sociali, esattamente come gli esseri umani», spiega la psicologa berlinese Sandra Schmidt. «Quando raccontiamo i nostri problemi ai nostri amati amici animali, e questi si avvicinano per accoccolarsi vicino a noi, ci sentiamo capiti e accettati».
C’è, però, anche un’altra ragione: ci fa sentire bene. La psicologa spiega che questo tipo di comportamento ci induce a esprimere i nostri ragionamenti ad alta voce: «In questo modo possiamo mettere a fuoco i nostri pensieri più facilmente, come se appartenessero a qualcun altro».
Quindi, parlare con noi stessi, con l’amico peloso di casa o con le piante non è altro che un modo per riflettere e avere intuizioni diverse.
O per lo meno, questa è la nostra risposta sul tema ‒ con annessa approvazione a persistere nelle vostre lunghe discussioni con il pesciolino rosso.
Al diavolo le buone maniere!
«Io bevo il latte direttamente dal cartone e prendo a morsi la forma del formaggio, invece che tagliarmene una fetta», racconta un lettrice e arriva una certezza: non è la sola. Si gusta la Nutella servendosi dal barattolo, mentre per il gelato si tuffa nella vaschetta. Il tutto, senza togliersi il pigiama per l’intero fine settimana.
E poi c’è chi in casa adotta un codice di abbigliamento inusuale e non sembra peraltro sentirsi troppo in colpa per una consuetudine particolare in fatto di cibo: «Di solito sto nuda. E per cena mi capita di mangiare tortilla chips con le salsine».
Infine,c’è chi permette a se stessa di fare tutto ciò che le era proibito quando era piccola. «Non devo aspettare che mio marito si giri per leccare il piatto, perché lo facciamo entrambi! Personalmente, penso che non leccare il piatto sia un vero e proprio insulto al cuoco… o meglio, questo è quello che dico per giustificare un tale comportamento».
La questione è: perché mai, in questo nostro mondo così profondamente basato sulle apparenze (che salviamo continuamente quando siamo in pubblico), ci lasciamo così tanto andare non appena siamo soli?
«Il fatto che indossiamo vestiti comodi alla fine di una giornata faticosa e che mangiamo come ci pare è assolutamente ragionevole»,«Abbiamo bisogno di questi momenti, nei quali possiamo essere semplicemente noi stessi. Specie dopo che, per tutto il giorno, ci siamo comportati nel modo in cui ci si aspetta da noi che ci comportiamo».
La psicologa sottolinea, tra l’altro, che spesso siamo i primi a mettere a noi stessi questo tipo di pressione: con una sorta di obbedienza preventiva, ci assoggettiamo a ciò che “pensiamo” che gli altri si aspettano da noi.
Essere capaci di sfuggire a queste aspettative è una sensazione estremamente piacevole.
È bello scoprire che anche i più diligenti e seri tra noi non sono immuni dal problema.
«Non riesco mai a spegnere il cervello… Quando sono a casa, leggo, studio, prendo appunti, approfondisco», racconta un’altra lettrice «E, chiaramente, faccio il tutto rigorosamente… in pigiama!».
Peccati di gola
Far sparire un chilo di gelato dalla vaschetta, divorare in stile aspirapolvere un sacchetto di patatine, leccare il piatto: è interessante notare che molte delle nostre abitudini segrete ruotano attorno al cibo. E non stiamo parlando di lussuose golosità da cena con cinque portate.
Anzi, di solito desideriamo con più ardore le cose semplici, la gratificazione spontanea. «Io metto in forno della pasta sfoglia» afferma un ragazzo «Non preparo il ripieno, mi limito alla crosta. Una parte la metto in forno senza aggiungerci altro, una parte la faccio grattandoci sopra un po’ di pecorino romano, e una parte la guarnisco con marmellata di lamponi».
Abbiamo tutti queste piccole voglie, a prescindere da quanto salubre sia la nostra dieta.
Il mangiare è strettamente correlato al benessere: può far scattare una memoria infantile, così come regalare momenti di pura e semplice gioia (un po’ come succede quando si intingono le dita nel vasetto della marmellata). A volte mettiamo in atto queste condotte anche per rispetto nei confronti di qualcuno.
Canti, balli e concerti immaginari con la chitarra
«Quando voglio rilassarmi alla fine di una giornata difficile, ascolto Vivaldi in cucina, facendo finta di essere il primo violino. È una cosa che mi dà una grande serenità», confessa una ragazza. Forse la nostra utente è vicina a una grande verità. Diversi studi, condotti in varie parti del mondo, hanno messo in relazione musica, salute e benessere. Pare che ascoltare una melodia abbassi i livelli dell’ormone dello stress (in una ricerca condotta da HJ Trappe, dell’Università della Ruhr di Bochum, Bach ha sortito, da questo punto di vista, effetti migliori che non gli ABBA) e alcune indagini hanno addirittura mostrato che cantando si dà una grande sferzata di energia al proprio sistema immunitario.
Tutti, a quanto pare, comprendiamo questa cosa a livello di subconscio, ed è per questo che ci scateniamo e cantiamo a squarciagola nel privato delle mura domestiche, quando siamo lontani da occhi e orecchie di terzi. «Mi spiace un po’ per i miei vicini: quando sono a casa da sola mi immagino di essere Beyoncé», racconta un’altra intervistata
Cantare, danzare e fare musica non sono altro che espressioni della più pura gioia di vivere. Senza la musica, l’umanità non sarebbe nulla. Eppure, molti di noi preferiscono farlo di nascosto. Da un lato, la maggior parte delle persone è convinta di non essere capace di cantare, dall’altro, si pensa che esibirsi in pubblico non sia conveniente. Ma, in fondo, non la troviamo una cosa incredibilmente affascinante quando qualcuno lo fa comunque, senza rendersene conto? Rieccoci, dietro c’è sempre lei: l’obbedienza preventiva.
Riordinare armadi e cassetti, che passione!
Se è vero che molti di noi trovano molto faticoso tenere la casa pulita e a posto, molti altri, invece, tendono a passare il proprio tempo libero… riordinando ogni sorta di oggetto. Alcuni membri della community di Houzz traggono massimo giovamento dal riclassificare le calze di casa o dalla sistemazione dell’argenteria in file perfette. Non tutti hanno ammesso che si tratta di un’attività solitaria e clandestina, ma alcuni sembrano essere imbarazzati da una tale consuetudine. È curioso che ci si vergogni di qualcosa che in effetti non ha che risvolti positivi.
Sembra che riordinare gli oggetti per categoria sia un’attività che dà soddisfazione e regali momenti di grande calma… un po’ come la meditazione. Così c’è chi prova immenso piacere a rimettere ogni cosa al suo posto, anche se questo significa fare una grande confusione iniziale per poter poi procedere alla riorganizzazione: «Quando ho (raramente) un sabato mattina libero, la cosa che amo di più fare è rovesciare gli scatoloni sul tavolino e rimettere dentro il tutto in bell’ordine! Un’attività di rara noia, eppure io amo occuparmene».
Anche un’altra intervista ammette di avere toccato, nel campo del riassetto, delle punte di eccellenza: «Se, stendendo la biancheria, per appendere un vestito, ho bisogno di due mollette… queste devono avere lo stesso colore».
La psicologa Sandra Schmidt commenta così le nostre idiosincrasie in materia di riordino: «Con tutto lo stress e il caos cui molti di noi sono sottoposti ogni giorno, ci piace essere in grado di portare effettivamente a termine un compito e archiviarlo mettendoci una spunta: fatto! Tutto questo ci dà la sensazione che, almeno in questa singola area delle nostre vite, abbiamo creato un po’ di ordine».
L’irresistibile fascino dell’anticonformismo
Concludiamo con alcune condotte veramente peculiari la carrellata dei meravigliosi comportamenti che i lettori ci hanno rivelato mettere in atto nel segreto delle loro case. Da dove arrivino e che cosa significhino queste abitudini è un vero mistero.
C’è chi ogni mattina, si strofina l’orecchio con le calze, prima di indossarle. Se alcuni preferiscono fare una capovolta saltata sul letto per raggiungere il balcone, altri, piuttosto, sentono il bisogno di chiudere tutte le porte in casa per sentirsi più al sicuro oppure vanno a farsi di tanto intanto una dormita dentro all’armadio, visto che ha un buon odore.
La questione del perché facciamo queste cose, in fondo, non è così importante, fintantoché le nostre eccentricità non vadano a interferire con la nostra vita quotidiana. A casa, possiamo essere chi vogliamo essere.
E questa è l’unica cosa che conta davvero.
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