Il cervello è abituato a trovare sempre la via più semplice. La prima reazione che abbiamo è spesso quella più scontata perché istintiva e veloce, ma ci priva di un ragionamento che aiuterebbe ad analizzare bene e a vedere la situazione a 360°.
Non è colpa nostra, siamo stati “programmati” così! Però possiamo allenarci e contare i famosi 10 secondi prima di sfogarci sulle tastiere o scatenare una tempesta di parole fuori controllo. L’ultimo esempio è dato dalla notizia dell’Hotel Amato di Capo d’Orlando che ha deciso di riconvertirsi in struttura di accoglienza per immigrati. Sull’accoglienza, come è comprensibile, ci sono pareri contrastanti ed i social sono un’ottima occasione per scambiare opinioni.
Ci sentiamo in dovere però di condannare pubblicamente ciò che troppo spesso abbiamo letto, ossia commenti altamente razzisti verso gli immigrati (in questo caso ragazzini minorenni non accompagnati) e altamente irriguardosi verso il Sig. Amato che merita rispetto e ha la nostra solidarietà. La situazione però è molto complessa e per renderla, leggermente, più comprensibile vorremmo provare ad analizzarla in più punti e, come se facessimo uno “zoom all’indietro” proveremo ad allontanarci da Capo d’Orlando e avere una visione più globale, ben coscienti comunque che non bastano poche righe per fare un’analisi profonda.
1. LE GUERRE E GLI INTERESSI OCCIDENTALI
Innanzitutto bisognerebbe capire perché decine e decine di migliaia di persone (non dimentichiamoci che si tratta di esseri umani come noi) decidono di giocarsi il tutto per tutto per arrivare in Europa mettendo a repentaglio la propria vita. Si tratta di persone disperate che scappano da conflitti sanguinosi che vanno avanti da più anni causati (quasi sempre) dagli interessi di multinazionali o Paesi occidentali.
Nell’ultimo decennio l’Italia ha dato una grossa mano sia direttamente (intervenendo sul campo con guerre) che indirettamente (fornendo armi).
E chi ha messo lì quei governi, di destra e sinistra, che hanno avallato determinate scelte? Noi Italiani. Lo sappiamo, è facile parlare con il senno di poi. In pochi si sarebbero immaginati che Berlusconi che prima baciava la mano di Gheddafi, qualche mese dopo avesse avallato la scelta delle coalizioni occidentali di entrare in guerra in Libia creando il caos odierno (i barconi degli immigrati partono da lì).
Dall’altra parte l’elettore del PD mai avrebbe immaginato che il suo partito in campagna elettorale metteva i manifesti per abolire il finanziamento dei caccia bombardieri F-35 e poi, una volta al governo, conferma l’acquisto. Capirete bene che a questo punto andare a rivotare e confermare questi partiti significa essere corresponsabili. Errare è umano, perseverare è diabolico. Siamo sicuri quindi che noi cittadini italiani non abbiamo un ruolo in questa fastidiosa situazione?
2. TRAFFICO DI ESSERI UMANI
Ogni migrante paga più o meno 2.000 dollari per rischiare la vita, partendo su un barcone sfasciato con decine e decine di persone a bordo, sfidando il Mediterraneo, condotto da scafisti senza pietà che commettono le peggiori atrocità a donne, bambini e uomini. Il business che c’è dietro il traffico di migranti è spaventoso e se non si interviene drasticamente sulle coste di partenza difficilmente cesserà. Ma c’è realmente la volontà di farli cessare? Abbiamo i nostri dubbi…
3. «Tu c’hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati?
Il traffico di droga rende meno» Era quello che diceva in un’intercettazione telefonica Salvatore Buzzi durante le inchieste di Mafia Capitale. Buzzi, presidente del consorzio di cooperative Eriches, guidava un gruppo capace di chiudere il bilancio 2013 con 53 milioni di euro di fatturato. Non è difficile capire il business (legale e non) che si cela dietro queste vite umane.
4. LA POLITICA ITALIANA SCIACALLA SUGLI IMMIGRATI
Da un lato c’è Salvini che dice: “gli italiani non hanno lavoro e ai rifugiati diamo 40€ al giorno”. Il leader della Lega lascia intendere maliziosamente che i 40€ al giorno vadano direttamente agli immigrati, ma in realtà si tratta di una balla colossale. Da buon sciacallo approfitta del malcontento (sacrosanto) degli italiani per ricevere consensi, prendendoli di fatto in giro.
Questi soldi di cui parla, dai 35 ai 40 euro al giorno, non finiscono in tasca agli ospiti dei centri ma vengono erogati alle cooperative, di cui i comuni si avvalgono per la gestione dell’accoglienza. Dei 35/40 € solo 2,50 euro in media, il cosiddetto pocket money, è la cifra che viene data ai migranti per le piccole spese quotidiane (dalle ricariche telefoniche per chiamare i parenti lontani, alle sigarette, alle piccole necessità come comprarsi una bottiglia d’acqua o un caffè). In realtà sono le cooperative che si sono arricchite esponenzialmente in questi anni. Cooperative che sono in stretto contatto con la politica, di destra e di sinistra. E secondo voi quale interesse possono avere i partiti a risolvere il problema?
5. LA SCELTA DELL’HOTEL AMATO
Come abbiamo ben capito c’è tutto un sistema a livello internazionale che vive dietro l’immigrazione, inutile nascondercelo. Ritornando a parlare della nostra realtà, il Sig. Amato da un lato ha espresso la volontà di accogliere presso la sua struttura i minori non accompagnati. Essendo un imprenditore che ha come obiettivo fare impresa ha tutto il diritto di scegliere la politica da condurre. Dall’altro lato una parte della cittadinanza Orlandina teme l’arrivo di un’ondata di immigrati che potrebbe rompere gli equilibri interni del paese, con ripercussioni sull’immagine e sulla sicurezza del territorio. Fatta questa lunga, ma doverosa, premessa il nostro meetup ritiene che riconvertire una struttura turistica in un centro di accoglienza per immigrati sia il fallimento della politica di una Nazione, di una Regione e anche di un Comune che non sono riusciti a dare la possibilità ad un territorio con un altissimo potenziale turistico di vivere di turismo.
La scelta del Sig. Amato potrebbe essere un allarmante “esempio” per le altre strutture ricettive del territorio che, fiutando il business, potrebbero non esitare a riconvertirsi e trovare nuova linfa, trasformando profondamente il tessuto sociale ed economico. Le istituzioni, a tutti i livelli, hanno il dovere di trovare delle soluzioni che evitino tensioni sociali e che non snaturino la vita sociale ed economica di un paese. Tutti noi abbiamo il dovere di pressare i nostri rappresentanti nelle istituzioni ed eventualmente punirli non rieleggendoli, ma soprattutto abbiamo il dovere di restare umani e contare fino a 10.
Gli attivisti del Meetup Il Grillo dei Nebrodi
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