L’installazione – un’opera di Cesare Inzerillo, raffigura barca con alcune sagome che solcano mare. Questo in piazza del Parlamento, davanti a palazzo dei Normanni, a Palermo.
L’installazione è volutamente surreale (all’apparenza) e raffigura una barca di legno con a bordo alcune sagome che ricordano i migranti che tentano dall’Africa la traversata nel Mediterraneo con la speranza di approdare in Sicilia, porta dell’Europa.
Alla sua presentazione, ad inizio di ottobre, sono intervenuti il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, Patrizia Monterosso, direttore della Fondazione Federico II, il vescovo di Monreale monsignor Michele Pennisi, il sindaco di Lampedusa Totò Martello.
Di fronte alla barca, che realmente è stata utilizzata da un gruppo di migranti per uno dei tanti ‘viaggi della speranza’, in questo caso fortunato, un monumentale Calcio Balilla, dell’artista palermitano Cesare Inzerillo, proveniente dall’itinerante “Museo della Follia”.
Un’installazione che ha dei tratti grotteschi, come a volte è la realtà, senza una logica narrativa come in un sogno o in un incubo. Vengono accostati elementi inconsueti, che richiamano la definizione dell’estetica surrealista.
Sull’imbarcazione Inzerillo ha collocato i ritratti fotografici di migranti di un centro di accoglienza, colti in momenti di un riconquistato senso di pace. La narrazione vivente di chi è riuscito a “passare l’acqua” e ad arrivare in Europa.
Il titolo ‘Acqua Passata’ termina con un punto interrogativo non casuale: innesca, infatti, la riflessione su temi come le tragedie del mare e la “non” accoglienza: è o non è acqua passata?
Porre la questione, di certo, è un dovere, non una provocazione. La follia dell’indifferenza va combattuta. Ma il punto interrogativo è capovolto, schiacciato dall’auspicio di un lieto fine. In tanti hanno voluto far parte del progetto realizzato dalla Fondazione Federico II.
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