Attualita

ACQUEDOLCI – Casa delle Culture, la collezione di Vincenzo Dazzi per i bambini di Gaza

63 opere esposte ad Acquedolci fanno parte della donazione che la famiglia Dazzi ha regalato all’ACM per la raccolta fondi a favore delle adozioni a distanza dei bambini di Gaza.

Si è svolta alla Casa delle Culture, alla presenza della sorella Michela inviata speciale della RAI, la mostra “Al di là di sé” di Vincenzo Dazzi, l’artista milanese scomparso 40 anni fa.

Un pubblico colto e culturalmente impegnato ha riempito le sale della Casa delle Culture e le strade adiacenti. Le 63 opere esposte fanno parte della donazione che la famiglia Dazzi ha regalato all’ACM per la raccolta fondi a favore delle adozioni a distanza dei bambini di Gaza.

Nella cerimonia di inaugurazione, il presidente Farid Adly ha ringraziato la collega Michela Dazzi per la generosità e per la determinazione ad essere presente all’evento acquedolcese ed ha esposto il progetto di solidarietà internazionale in aiuto alla popolazione palestinese sotto assedio israeliano a Gaza. “Con l’adozioni a distanza dei bambini permettiamo ad una generazione di palestinesi di istruirsi e di continuare gli studi e non essere costretta a subire il lavoro minorile. IL progetto è realizzato insieme ad un’organizzazione di donne palestinesi Al-Najdah (Soccorso sociale) che garantisce alla famiglia del bambino un contributo di 50 € al mese con la garanzia di mantenere il bambino sui banchi di scuola”.

La sorella dell’artista, visibilmente commossa ed allo stesso tempo felice, ha detto che la decisione della donazione è maturata durante un incontro a Milano con Farid Adly, nel 2015, durante la mostra “Mediterraneo senza confini”, all’Ex Fornace. I guazzi di Vincenzo serviranno così a riportare il sorriso a dei bambini provati dalla guerra”.

Il sindaco, avv. Ciro Gallo, ha ringraziato l’ospite e l’ACM per l’alto contributo culturale che l’associazione mette in campo nella realtà non soltanto acquedolcese. “La Casa delle Culture è diventata- ha detto il sindaco –  una realtà viva che alimenta un dibattito di spessore sul valore sociale dell’Arte, del Teatro e della Letteratura”.

Il presidente dell’ACM ha presentato un profilo critico dell’arte di Vincenzo Dazzi. “Un artista che ha anticipato i tempi e che nella sua breve vita creativa, dal ’63 anno del diploma all’Accademia di Belle Arti svizzera fino al 1978 anno della sua morte, ha sperimentato forme nuove d’espressione artisitca, affascinato da Piero Manzoni ma senza mitizzarlo. Ha partecipato al movimento di contestazione culturale milanese e italiano, con l’occupazione della Triennale di Milano e la Biennale di Venezia. E’ stato notato subito da galleristi e collezionisti  ed è diventato uno degli artisti di riferimento nel panorama dell’arte milanese che ruotava attorno al quartiere Brera, dove era insediata l’Accademia di Belle arti milanese. Ha costituito un gruppo di artisti che si riunivano per progettare in comune azioni artistiche e performance innovative.
Le sue opere più interessanti sono stati i Menhir, strutture gigantesche inclinate 45° che sfidavano la legge di gravità. Ha realizzato installazioni usando i gusci di uova per formare delle forme geometriche enormi, che poi ha sostituito con forme di plastica e polistirolo.
E’ stato scenografo teatrale con Ziffirelli alla piccola Scala e ha realizzato lavori per il cinema e la Televisione. Ha scritto una sceneggiatura per il cinema di La Metamorfosi di Kafka.

La sua arte è stata classificata erroneamente come minimalista. In realtà la sua era un’arte che cercava di arrivare alla spiritualità per via materiale. I suoi guazzi sono pieni di riferimenti al cielo ed alle stelle e nei suoi colori preferiti, il nero ed il rosso, esprimeva la carica di ribellione, caratteristici dei suoi tempi.

E’ stato un artista contro la guerra e contro il dominio dell’uomo sull’uomo. L’opera per la quale ha vinto il primo premio della CRI nel 1963, a soli 20 anni di età, è stata un’opera di contestazione contro la guerra nucleare. L’opera con la quale ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 1972 è stata “La macchina della tortura”.

La mostra rimarrà aperta la pubblico presso la Casa delle Culture fino al 31 maggio 2017. Nel prossimo Ottobre, dal 5 all’8, si sposterà, sdoppiandosi, a Catania e Messina, nel quadro del SABIR-FESTIVAL delle letterature mediterranee.
Nella Primavera 2018 la mostra sarà allestita a Milano, nel quarantennale della morte.

La Casa Editrice Mesogea ha pubblicato il Catalogo in forma di libro contenente oltre alle opere anche contributo scritti sulla questione palestinese dei maggiori giornalisti italiani che si sono interessati del Medio Oriente. Da Gad Lerner ad Ettore Mo, da Maurizio Chierici e Imma Vitelli, dall’inviata della Rai Lucia Goracci alla giornalista del Corriere della Sera, Cecilia Zecchinelli. Soltanto per citarne alcuni.
Il Catalogo-libro sarà distribuito nelle librerie e sarà messo in vendita per corrispondenza. Il ricavato sarà totalmente devoluto al fondo per le adozioni a distanza.

Redazione Scomunicando.it

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