– di Corrado Speziale –
Il grande musicista, fondatore negli anni ‘70 con Ornette Coleman e Ingrid Sertso del Creative Music Studio di Woodstock, si è spento domenica scorsa all’età di 88 anni. Era stato ospite a Messina dal 21 al 24 marzo del 2019 con Ingrid Sertso in una “residenza d’artista”, organizzata dalla Filarmonica Laudamo nell’ambito della propria stagione concertistica. Un’esclusiva europea, la prima volta di Berger per un suo progetto in Italia comprensivo di varie attività. In quei giorni il maestro tenne dei workshop con la Filarmonica Laudamo Creative Orchestra, che diresse nel concerto domenicale al Palacultura, e presentò la proiezione di uno straordinario docufilm sulle esperienze di Woodstock. Furono giorni indimenticabili, sia sotto il profilo umano che artistico, rimasti nella storia musicale della città. Berger avrebbe dovuto ripetere l’esperienza in riva allo Stretto l’anno successivo, con un progetto ad hoc, concepito per l’ensemble messinese. Ma l’evento, purtroppo, a causa dell’emergenza Covid, non si poté svolgere né nel 2020, né nel 2021.
La notizia della scomparsa di Karl Berger è stata colta con grande, comprensibile dispiacere da chi opera per la Laudamo ed in particolare da Luciano Troja: “Karl Berger, guida fondamentale e indimenticabile”.
Fu un’esperienza straordinaria all’insegna della “musica senza confini”: questa la percezione dei messinesi, appassionati di jazz e di improvvisazione musicale a 360 gradi, in quei primi giorni di primavera del 2019. Un’avventura musicale intrisa di grande umanità, da raccontare per l’intensità e la bellezza degli incontri, dei dialoghi, delle prove di Karl Berger con i musicisti della Filarmonica Laudamo Creative Orchestra, fondata da Luciano Troja nel 2016.
Karl Berger, padre della musica creativa, si è spento domenica scorsa all’età di 88 anni. Era stato fondatore negli anni ‘70 con il leggendario Ornette Coleman, pioniere del free jazz, e Ingrid Sertso, cantante e poetessa, nonché sua inseparabile compagna di vita, del Creative Music Studio di Woodstock. Il suo operato, la sua visione del mondo – per lui che, tra l’altro, era laureato in filosofia – il suo pensiero musicale, divengono un’eredità dal carattere universale da tramandare e divulgare.
Storie ed esperienze da tradurre in progetti, nella loro essenza e nel concetto di creatività e libertà.
Al di là della cultura e delle peculiarità artistiche, proprie di Berger, a Messina allora colpirono la sua serenità e semplicità, a fronte dell’impareggiabile storia che egli si portava dietro. Con i musicisti della Filarmonica Laudamo Creative Orchestra ha subito intessuto un rapporto speciale: rendere semplici, piacevoli e leggeri i pensieri complessi attraverso un’elaborazione attenta, curata e intelligente di tante idee estemporanee, pari al numero dei musicisti che dirigeva, vale a dire oltre trenta, comprendenti tutte le sezioni dell’orchestra. Con tre fattori evidenti: relazione, connessione, empatia. Dopo giorni di lavoro, la loro esperienza è culminata nel concerto finale, al Palacultura, dove la musica si è arricchita di rari valori, dal senso dell’imprevedibilità, dal divenire costante, dalla scoperta di mondi sconosciuti e da esplorare. Si percepiva il prodotto di un percorso personale di ciascun artista, incastonato dentro un sentire collettivo, divenuto unico grazie alla conduzione magistrale di Karl Berger, chiamato ad unire e far convivere varie sensibilità. Primo scopo, non porre limiti oltre qualche tema portato dal maestro, mettendo dentro la musica tante emozioni.
Prerogative che affondano le proprie radici nell’esperienza del Creative Music Studio di Woodstock, N.Y., condizione che ha prodotto “meets” di valore planetario, nell’ambito di percorsi formativi di icone della musica del nostro tempo, del jazz e non solo, come Don Cherry, Pat Metheny, Cecil Taylor, Carla Bley, John Cage, Jack De Johnette, Vijay Iyer, Antony Braxton ed altri. Parliamo di contaminazioni allo stato puro, della nascita della cosiddetta word music, anche se proprio Karl Berger, di appellativi non voleva sentir parlare: “I generi stanno negli scaffali del supermercato…” aveva esclamato nel corso dell’incontro messinese alla Sala Visconti, in cui ha presentato “Karl Berger: Music Mind”, film documento del 2018 sulla vita nella prestigiosa scuola di Woodstock, cui aveva fatto seguito un interessante dibattito. Con lui, sul palco, assieme ad Erika La Fauci, Ingrid Sertso e Luciano Troja, fondatore della FLCO, che in qualità di direttore artistico della Filarmonica volle a Messina la celebre coppia di artisti per condividere questa esperienza.
“La musica è la maniera più sincera e profonda di conoscere sé stessi. L’improvvisazione ha una rilevanza fondamentale”, aveva detto Berger alla fine del film. Nel dibattito si era soffermato su vari punti, con passaggi ad effetto: “La scrittura nella musica è solo una parte di ciò che è molto più ampio e complesso. Con Don Cherry suonavamo tutti i giorni tranne il lunedì…E non facevamo sempre le stesso cose, queste avevano sempre una storia diversa, un tratto diverso tra loro”. Il segno della sua apertura, tra arte e vita: “La musica è un processo in continuo mutamento e per quanto possa avere dei tratti comuni, in realtà la sua bellezza sta nei tratti differenti”. L’essenza e i rapporti che la generano: “La musica va troppo velocemente – aveva spiegato il maestro – per questo non può avere una componente unicamente razionale, probabilmente perché nasce da una commistione tra istinto e ragionevolezza, due fattori che coesistono”.
Le sessioni di workshop, Berger le tenne con i musicisti della Creative alla Casa del Con di Giovanna La Maestra, sede de Il Cantiere dell’InCanto, luogo particolarmente incline a “respiri” quanto a ricerca e apertura, e nella sala prove del Teatro V.E.
Come altre esperienze della Filarmonica Laudamo sull’innovazione dei linguaggi musicali, attraverso incontri con grandi artisti provenienti da “oltreoceano”, anche questa di Karl Berger sarebbe stata destinata a proseguire. Ma negli anni a venire, purtroppo, a causa dell’emergenza Covid, l’evento che avrebbe ricondotto il musicista a Messina non si poté svolgere né nel 2020, né nel 2021.
Si sarebbe trattato di un avvenimento speciale che avrebbe celebrato il centenario dell’associazione concertistica più antica della Sicilia anche riguardo alla musica creativa. Da qui, i rimpianti: il maestro, dopo la costruttiva esperienza del 2019, durante il lockdown, aveva scritto un’opera ispirata a “Peace” di Ornette Coleman, destinata esclusivamente alla Creative della Laudamo. Titolo del progetto: “Suite for Peace”, produzione originale in prima mondiale.
In tal senso, resta viva la speranza che il progetto a Messina possa essere proposto comunque, nelle stagioni a venire.
La notizia della scomparsa di Karl Berger è stata colta con grande, comprensibile dispiacere da chi opera nella Filarmonica Laudamo. Il messaggio dell’associazione: “Karl Berger, maestro e protagonista della musica del nostro tempo, è stato molto importante per la Filarmonica Laudamo degli ultimi anni. In uno straordinario concerto del 2019 ha diretto la Filarmonica Laudamo Creative Orchestra, un ensemble che lui ha amato moltissimo, tanto che l’anno dopo ha scritto un’opera appositamente per tale organico. Ci mancherà tanto, ma la sua musica e il suo esempio rimarranno tra noi”.
Il direttore artistico, Antonino Cicero: “Per la scomparsa di Karl Berger sono molto dispiaciuto, perché il suo incontro con la Creative è stato straordinario, un vero momento di crescita”. Il rimpianto: “Lo aspettavamo per le volte successive…”
Particolarmente colpito, Luciano Troja dal suo profilo Facebook consegna un messaggio personale al grande artista con cui ha intrapreso un importante rapporto di collaborazione, del quale apprezzava le doti, sia umane che artistiche: “Grazie Karl, sei stato speciale. La tua perdita lascia un grande vuoto, ma anche un’esperienza musicale e spirituale unica in chiunque ti abbia conosciuto. Per me e per gli altri musicisti della nostra Filarmonica Laudamo Creative Orchestra rimarrai una guida fondamentale e indimenticabile. Continueremo a far risuonare la tua musica e il tuo straordinario pensiero”.
Infine, un gesto d’affetto verso chi, nella vita, resta custode privilegiata del ricordo del grande maestro, nel segno dell’arte e dell’amore: “Un abbraccio grande per la cara Ingrid”.