Il cashback potrebbe essere ripristinato ma con qualche cambiamento
La legge di bilancio 2022 ha eliminato il bonus cashback, misura tra le più contraddistinte del governo giallorosso guidato da Giuseppe Conte. Lo scorso 3 dicembre, infatti, il pagamento del superbonus cashback da 1500 euro, ha portato ad una spesa di un miliardi di euro. Poi il sipario sulla misura.
Il Governo Draghi vara così la sua prima Manovra all’insegna dell’austerity. Ma quanto successo farà ancora discutere. Abrogato il bonus, è insorto il Movimento 5 Stelle, che ne aveva fatto uno dei suoi cavalli di battaglia, al pari del Reddito di Cittadinanza, su cui costruire il futuro dell’Italia digitale. Proprio dai vertici del movimento pentastellato si sono levate le note polemiche. In particolare Giuseppe Conte, presidente grillino, ha invitato a più riprese il premier e l’Esecutivo a rivedere l’abrogazione e a tener fede alla parola data, cioè la conferma del cashback. Aspettative deluse, a quanto pare. Ed il programma è così tramontato.
Molti altri settori erogano bonus. Ne sono testimoni i casinò online, baluardo del gioco legale, coi bonus senza deposito per i nuovi clienti, strumento che ha permesso alla filiera di resistere durante gli ultimi due anni di instabilità. Tra gli altri bonus di questo settore troviamo anche il cashback, che ha delle modalità di funzionamento simili a quello approvato dall’esecutivo Conte ma applicato nel campo degli acquisti.
Oggi il nuovo Governo ha rimosso questa misura. Dai vertici del M5S si è alzato il tono polemico ed Emiliano Fenu, senatore in seno ai pentastellati, ha annunciato novità ai propri elettori. Forse già dal primo gennaio 2022, ormai prossimo. Il cashback, infatti, potrebbe essere ripristinato ma con qualche cambiamento sia per i tempi di erogazione dei rimborsi sia per le modalità di riconoscimento. Il tutto tramite una serie di emendamenti che portino a qualche modifica. Ma sempre con un dubbio: che il tutto passi. Le proposte sul tavolo ci sono, ma tutte al vaglio dell’Esecutivo.
Con l’idea di Fenu, come cambierebbe il cashback? Intanto la proposta di Fenu avrebbe già ottenuto l’ok da parte di PagoPa, unica società a gestione del cashback di Stato fin dal 2021. Nello specifico i rimborsi, pari al 10%, continuerebbero ad essere garantiti per acquisti effettuati con carte di credito, di debito, prepagate, bancomat ed app nei negozi fisici. Esclusi, ancora una volta, gli acquisti online. Il bonus sarebbe così usufruibile da maggiorenni residenti in Italia e agli utenti potrebbe essere riconosciuta la possibilità di richiedere l’accredito immediato delle somme spettanti sul conto corrente. Al momento è un’idea, nulla più.
Altra ipotesi è l’introduzione di una sorta di soglia reddituale, così da incentivare l’uso del bonus da parte di chi ha un ISEE medio-basso. Il motivo è da rintracciare nei dati raccolti sul bonus nel primo semestre dell’anno ormai in fase conclusiva. Nel 2021 i maggiori fruitori del bonus sono stati quanti godono di un reddito medio-alto. Da questo punto di vista la misura potrebbe allargare le diseguaglianze. Altre stategie potrebbero essere legate all’abbassamento del numero minimo di transizioni per l’erogazione del bonus, ad oggi fissato a cinquanta unità. Tutte proposte, al momento, che non trovano riscontri. Non resta che aspettare il nuovo anno, e le sue probabili o possibili novità.