Individuate già 15 potenziali famiglie affidatarie nell’ambito del distretto socio sanitario numero 31.
Nella sala dei principi del castello Gallego si è svolto nei giorni scorsi il convegno dal titolo “Il primo anno di un servizio esternalizzato: resoconto e riflessioni”, durante il quale sono stati illustrati al folto pubblico intervenuto i risultati raggiunti e le attività svolte nel primo anno dall’avvio del progetto avvenuto lo scorso 2 febbraio del 2015, affidato attraverso regolare gara alla società cooperativa Genius, amministrata dallo psicologo Massimo Franchina e posta in essere nei locali della chiesa Sacro Cuore di Gesù.
Presenti in qualità di relatori Massimo Franchina, le assistenti sociali Ninfa Palazzi e Angelica Di Salvo, la psicologa Flavia Odoguardi e la sociologa Rosaria Mogavero.
Dalle tematiche enucleate dagli esperti risultano essere 15 le papabili famiglie affidatarie individuate dal centro operativo, divenuto un punto di riferimento importante per tutti gli utenti dei 18 enti di cui il distretto consta, avente come capofila Sant’Agata, ma il numero è destinato a crescere sino a quota 20 nel corso della durata triennale del progetto, il quale prevede inoltre le “educative domiciliari”, ossia 280 ore annuali da erogare ai minori disagiati nel contesto familiare, ambientale e scolastico.
A tale proposito la cooperativa Genius si avvale di educatori professionali e si occupa al momento del sostegno di 5 minori residenti in 4 dei comuni del distretto. Trentasei incontri di sensibilizzazione , 2 per ognuno dei 18 comuni interessati, sono stati posti in essere al fine di concretare la diffusione itinerante della cultura dell’istituto giuridico dell’affido familiare ed è stato attivato un sito internet, sul quale viene pubblicata bimestralmente una newsletter afferente la disciplina dell’affido.
Scopo precipuo del centro, creato attraverso l’erogazione di fondi regionali in attuazione della legge 328 al distretto socio sanitario 31, è di selezionare famiglie e single, ai quali affidare bambini ed adolescenti fino ai 18 anni di nazionalità italiana e straniera, i quali vivono una situazione di difficoltà e d’instabilità all’interno del proprio nucleo d’origine, attraverso un percorso individualizzato atto a rilevare la motivazione, effettuato con la somministrazione di questionari semistrutturati. “Promuovere l’affido, regolamentato dalla legge numero 184/83, modificata dalla legge n. 149/01- afferma l’assistente sociale Ninfa Palazzi- significa realizzare un progetto di accoglienza temporaneo a differenza dell’adozione, atto definitivo per la quale deve essere accertata la situazione di abbandono, evitando così l’inserimento del minore in una comunità o istituto”.
L’affidamento è dunque un servizio di aiuto e sostegno creato nell’ottica della tutela dei diritti dell’infanzia, che garantisce al minore il diritto a crescere in un ambiente in grado di soddisfare le sue esigenze educative ed affettive, di rispettare i suoi bisogni, in riferimento alle caratteristiche personali e familiari ed alla sua specifica situazione di difficoltà”. Con l’individuazione dei soggetti idonei, portato a compimento dall’equipe del centro il primo step, i loro nominativi vengono inseriti all’interno di una “Short List”, a disposizione degli uffici “Servizi Sociali” dei 18 comuni del distretto. Lo psicologo Massimo Franchina ha inoltre precisato ”I progetti di affido possono essere diversi per durata, tipologia, finalità e prevedono la possibilità di un affiancamento del bambino da poche ore al giorno o alla settimana, fino ad con la famiglia d’origine, con tempi e modalità definite dai servizi sociali competenti.
L’affidamento non rappresenta una sostituzione legale e/o sociale alla famiglia d’origine, ma un aiuto parallelo che supplisca alle funzioni, per il tempo necessario alla famiglia “disfunzionale” nel superare le problematiche e ritrovare un ambiente idoneo per lo sviluppo del minore”.
I motivi per i quali viene generalmente richiesto l’affidamento sono diversi, nella maggior parte dei casi si tratta di problemi che destabilizzano l’ordine, l’armonia e la pace all’interno della famiglia d’origine, ma sovente è disposto per malattia, detenzione, tossicodipendenza, incuria o violenza al minore da parte di familiari.
Francesca Alascia
(nella foto da sinistra Flavia Odoguardi, Massimo Franchina, Angelica Di Salvo, Ninfa Palazzi e Rosaria Mogavero)
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