AGONIZZAZIONI – Quando un tempo a Brolo c’erano i Tributi a De Andrè
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AGONIZZAZIONI – Quando un tempo a Brolo c’erano i Tributi a De Andrè

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Impietoso Facebook, qualora ve ne fosse bisogno, ci rammenta tra i ricordi datati, che il 16 gennaio del 2011 si parlava di quanto era accaduto il giorno prima. Quando si diede vita ad un tributo a De Andrè, questo alla sala Multimediale, dove giovani, associazioni, professori e studenti, scuole ed enti, gente meno giovane, trovava la voglia di incontrarsi, raccontare, ascoltare musica. Tempi passati, sembra un secolo e – nel silenzio – oggi va in scena la morte preannunciata di un paese senza futuro culturale. Ma speriamo che sia solo una previsione sbagliata.

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 Se si pensasse alla famosa teoria dell’evoluzione di Charles Darwin e si applicasse al mondo della Cultura locale, quella che dovrebbe muoversi, apparire, fare, agire concretamente e mostrarsi, per dar segno di vita, lasciar un segno, e non quella che poi si espleta in cenacoli autoreferenziali o splendide solitudini, ci sarebbe da chiedersi: Cosa è andato storto? Cosa non ha funzionato nell’evoluzione della “intellighentia locale”? Dove abbiamo sbagliato interrompendo il dialogo tra giovani, tra gruppi, tra associazioni? Perchè si è recisa, e non si manifesta, la richiesta di spazi di confronto, di attivismo collegiale?
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A Brolo sembra più applicabile – se vogliano essere dei reali pessimisti – il senso del famoso film Il curioso caso di Benjamin Button.
Una popolazione –  in ambito di bisogni culturali e di stimoli in tal senso – nata già vecchia, che però, a differenza del film basato sull’omonimo racconto di Francis Scott Fitzgerald, non è destinata a morire giovane.
Una popolazione, di giovani, di adolescenti appena adulti, di trentenni quasi anziani, di cinquantenni che si credono giovani, impietrita, avvolta su se stessa, fossilizzata, oggi non trova il senso di cercar spazi per la cultura, per l’approfondimento, per dare un senso all’attuale apatia.
Un paese che sotto l’aspetto culturale – senza sbilanciarsi oltre – ha quasi paura di spalancare le porte alla cultura, al confronto tra le generazioni, all’evoluzione del pensiero, alla crescita, senza slanci e richieste.
A parte i gruppi politici, i movimenti che si aggregano, i cineclub carbonari, che cercano spunti di vitalità ma che alla fine non aggregano, non fanno proseliti nè attivisti , il resto è un orizzonte piatto,  ovviamente questo non è bastevole.
Brolo soffoca  nell’apatia, privo di ogni iniziativa di cambiamento, di scambio culturale.fabrizio-de-andre-05_77600
La cronaca dei numeri è spietata.
Nessuna iniziativa in tal senso si registra.
Nessun segnale, a meno che non si voglia spacciare per questo la presentazione dei libri, spesso autoreferenziale.
Qui invece di vedere fasce di popolazione, club, associazioni, scuole,  amministrazioni, lottare per trovare momenti di aggregazione culturale, ri-fondare iniziative,  li si vede soccombere nel buio, nel vuoto – spacciando per cultura la scolarizzazione, confronto per ego, antologie per rotocalchi – nell’assenza di progettualità, lasciando sprofondare il paese nel suo silenzio e nel sonno eterno di un libro chiuso.E non è quello che si merita. Non se lo meritano nè i giovani, nè noi.Ma è giusto riflettere, pensare al tempo delle vacche grasse, quando dandosi parvenza di varia natura, ci si metteva avanti e si proponevano attività.Chiedersi il perchè dopo tanta semina non si è raccolto nulla.

Ascoltare – dando un senso a quella voce – chi criticava prima e che ora non fa e sta zitto.

Rivendicare spazi e luoghi sempre troppo pochi  ma ora deserti in un paese che non percepisce più il bisogno e la necessità di cultura.

Il problema di Brolo non sono le amministrazioni – nè quelle passate o che si sono susseguite, c’è chi faceva sognare, chi proponeva, chi non ci arriva per motivi e limiti personali, ma oggi non sono il focus della questione – ma i cittadini.

Cittadini che non vogliono turbar la loro apatia, non solo perché le amministrazioni – a maggior ragione ora che mancano anche le risorse – zoppicano in tal senso, ma quei Cittadini “evoluti” che nel loro non fare uccidono il futuro.

E chi leggerà questo articolo negando l’evidenza, perché “io ho fatto questo” o “io ho fatto quello”, di certo non ne avrà capito il senso.

Forse siamo stati poco chiari e di ciò chiediamo scusa.

Sand Creek de andrè 2Questa è una denuncia dove tutti siamo colpevoli, rei, e non necessita rammentare nulla.

Silenzio.

È la parola che racchiude al meglio tale situazione, fa la sintesi dell’intero paese e del suo sistema sociale e culturale.

Quella parola ci rende complici di questo sistema che sta implodendo e che lascerà, tra qualche anno, solo macerie, fatte di libri non letti, di canzone non ascoltate, di iniziative non sviluppate, di ricordi di compleanni o commemorazioni, per esempio di De Andrè , affidati solo al calendario della memoria di facebook.

 

Per rileggere quel vecchio articolo ed altro

http://scomunicando.hopto.org/notizie/de-andre-a-brolo-un-tributo-qpartecipatoq/

http://scomunicando.hopto.org/notizie/brolo-a-de-andre-lintervento-di-marisa-miragliotta/

http://scomunicando.hopto.org/notizie/brolo-a-de-andre-4-anarchico-ribelle/

http://scomunicando.hopto.org/notizie/ci-voleva-un-esempio-da-de-andre-a-qscilipotiq-ma-che-bella-gioventu-a-brolo/http://scomunicando.hopto.org/notizie/brolo-a-de-andre-2-quando-i-poeti-danno-voce-alla-nostra-silenziosa-voce/http://scomunicando.hopto.org/notizie/page/2/?s=de+andr%C3%A8
17 Gennaio 2017

Autore:

redazione


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