kalòi kai agathòi
A 17 anni Alain Delon era partito volontario in Inodocina.
Marine Le Pen:
Tormentato e controverso, ormai da tempo malato e lontano dai riflettori, l’attore francese Alain Delon, icona del cinema mondiale,
‘Angelo malvagio’, ‘sole nero della settima arte’, non si contano gli epiteti con cui oggi viene ricordato questo artista che affascinava e divideva allo stesso tempo.
Alain Delon ha “una personalità abbastanza autodistruttiva e alla ricerca della propria identità”, ha detto il regista Joseph Losey. “Il meglio e il peggio, entrambi inaccessibili e così vicini, freddi e brucianti”, ha riassunto Brigitte Bardot in occasione dell’ottantesimo compleanno dell’artista.
Nato l’8 novembre 1935 a Sceaux (Hauts-de-Seine), Delon ha raccontato di essere stato infelice da bambino, diviso tra due famiglie: i suoi genitori si sono separati e ognuno ha iniziato una nuova vita. Destinato a diventare impiegato di macelleria, lascia tutto e si unisce alla Marina francese in Indocina all’età di 17 anni. Ha 20 anni quando torna a Parigi. Commercia al limite della legalità a Pigalle, ma la sua bellezza insolente gli apre le porte del cinema.
Lontano dalla categoria degli attori cerebrali, Delon aveva la fama di genio istintivo. Si vantava di non aver mai lavorato sulla sua tecnica e faceva affidamento sul suo carisma, una miscela unica di calda bellezza e fredda fragilità. La sua bellezza da angelo malvagio ha rivoluzionato il cinema nei film di Clement, Melville, Antonioni e Visconti.
Delinquente omicida dagli occhi azzurri in ‘Delitto in pieno sole’ (1960), sicario taciturno in ‘Frank Costello faccia d’angelo’ (1967), meccanico alcolizzato in ‘La nostra storia’ (1984) era un attore che viveva i suoi personaggi. Debutta nel 1957 in ‘Godot’ (Quand la Femme S’en Mele’) di Yves Allègret e un anno dopo conosce Romy Schneider, già una star grazie a ‘Sissi’.
Ne segue una relazione durata cinque anni, appassionata, tempestosa, glamour e un legame indissolubile tra questi due attori con poca predisposizione alla felicità. L’attore francese ha vissuto diverse relazioni sentimentali che hanno segnato la sua vita, come quella con l’attrice Brigitte Auber, che lo lanciò alla professione presentandolo a Allègret. Gira numerosi capolavori e grandi successi popolari: ‘Delitto in pieno sole’ (René Clèment), ‘Rocco e i suoi fratelli’, ‘Il Gattopardo’ (Luchino Visconti), ‘L’Eclisse’ (Michelangelo Antonioni), ‘I senza nome’ (Jean-Pierre Melville), ‘Borsalino’ (Jacques Deray).
Dalla loro rivalità passando attraverso rare collaborazioni, la carriera di Delon si è sviluppata accanto a quella di un altro mostro sacro, il suo amico Jean-Paul Belmondo. Nonostante abbia recitato in un centinaio di film, molti dei quali diventati leggendari, ha vinto solo un Cèsar (nel 1985 per “La nostra storia” di Bertrand Blier) e ha ricevuto una Palma d’Oro alla carriera a Cannes nel 2019.
Alcune settimane dopo, ha avuto un ictus dal quale si è ripreso con difficoltà perché soffriva anche di un linfoma. Se l’attore Delon è stato unanimemente ammirato, l’uomo è stato spesso criticato. Considerato antipatico e dall’ego smisurato (aveva l’abitudine di parlare di sé in terza persona), nostalgico degli anni di De Gaulle, alcuni lo hanno criticato per la sua vicinanza all’amico e leader di estrema destra francese, Jean-Marie Le Pen: a favore della pena di morte e contro l’omosessualità, che aveva definito “innaturale”.
Le femministe americane hanno fortemente protestato durante l’omaggio resogli dal Festival di Cannes, definendo Delon “razzista, omofobo e misogino”. L’attore ormai non recitava più da anni. “I cineasti con cui avrei potuto girare sono morti”, aveva dichiarato a Le Monde nel 2018. Ma “prima di morire”, avrebbe voluto “fare un film diretto da una donna”.
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