ALESSANDRO MAIO – L’artista nebroideo invitato alla 43° edizione del “Premio Sulmona”
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ALESSANDRO MAIO – L’artista nebroideo invitato alla 43° edizione del “Premio Sulmona”

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Il “Premio Sulmona” è una delle rassegne di arte contemporanea più prestigiose a livello internazionale. Il Premio viene organizzato dal circolo di arte e cultura “Il Quadrivio”, con il patrocinio della presidenza del Consiglio dei Ministri, del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati . La mostra sarà inaugurata il 19 Novembre 2016 alle ore 17,00 nei locali dell’ex convento di S. Chiara e si chiuderà il 10 Dicembre a Sulmona, in provincia dell’Aquila in Abruzzo. 

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La commissione per gli inviti, oltre che dal presidente  Vittorio Sgarbi, è composta dai critici e storici dell’arte: Carlo Fabrizio Carli,  Giorgio Di Genova, Raffaele Giannantonio, Enzo Le Pera, Duccio Trombadori, Maurizio Vitiello e dal segretario e organizzatore della rassegna Gaetano Polizzi.

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Il dipinto di Alessandro Maio che sarà esposto nelle sale dell’ex convento di S. Chiara è un olio su tela di 100×80 cm. del 2016 dal titolo:

”Qui e ora”

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Tutto intorno appare tangibile e solido, compreso il tuo corpo.
Osservando la materia sino ad arrivare nella sua più profonda essenza, ci si accorge
Che si trasforma in energia che vibra. Tutto è un’unica ed immensa entità di
Suoni e colori….. quello di fronte a te non è né “l’altro” né il “diverso” ma una
parte Di te stesso”.

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Complimenti all’artista che lavora e crea le sue opere a Torrenova.

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Critica artistica su Alessandro Maio.

GEOMETRIA E ARTE

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Mi piace pensare, di fronte a una opera o a una espressione artistica realizzata da Alessandro Maio,  ad un linguaggio fatto di segni rappresentanti i passaggi delle nostre coscienze. Racconta,infatti, quasi con l’innocenza dell’esordiente, il contatto che si ha con se stessi e con gli altri.
Sente suo il compito di mantenere armoniose le relazioni con lo spettatore di una sua creazione, lui che interagisce con la creatività di chi con lui si confronta, al punto che per gioco o per espressione pura, spesso, a quattro o più mani, genera opere veramente ricche di quei vortici che contraddistinguono tutto il suo lavoro, la sua scrittura, il suo pensiero.
Alessandro Maio, ora artista più che siciliano, si è avvicinato alla pittura, o l’ha riscoperta, non prima di aver arricchito il suo bagaglio culturale di quanto più possibile potesse guardare e rivedersi, dentro  tante e varie correnti artistiche del novecento.
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Quindi approda  alla pittura attraverso una produzione figurativa, per poi crescere artisticamente, divenendo così capace di esprimere il proprio messaggio artistico, imprimendo sulla tela bianca i più intimi stati d’animo. Una grande trasformazione è avvenuta nella sua calligrafia, frutto, come dicevo prima, di grande base culturale, che da titoli senza nome, in una sorta di forme geometriche immerse in un mondo astratto di ritmi e forme, una sfera multi cromatica che sembra raccontare tutti  gli universi possibili, in realtà ci parla di quella lotta infinita tra cuore e ragione, razionalità ed emotività, convergente in un caos emozionale, come poteva essere la poetica futurista, verso cui, io intravvedo punti di incontro.
Dunque vorticismo, con annessa la ricerca dell’avanguardia più estrema e futurismo puro, a cercare nel piano di una tela sia l’effetto  del movimento nello spazio, sia l’impressione del trascorrere del tempo. E’ infatti, dentro all’immaginario collettivo, di grande energia e meraviglia, la sensazione che le figure da Alessandro create,  fanno emergere ai nostri occhi, usando come metafora, vortici carichi di istintualità e anche voglia di scoprire  nuovi percorsi.

La sua interpretazione della realtà lo porta ad immergersi, dunque in un mondo astratto, dove , veramente io, da spettatore, avverto grande forza calamitante  i sensi,  al punto da renderlo reale e dotato di fascino anche.
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Vedo le forme dei vortici  sulla tela impresse, trasformarsi da quasi sogno a tangibili interpretazioni del suo volere comunicarci una nuova forma d’Arte da sogno, dove si intravede la volontà di cambiamenti negli aspetti classici della vita, quali possono essere il bene e il male, l’impressione o l’espressione, il moto e la quiete per rileggerli e, perchè no, trasformarli in nuove prospettive, solo leggendo con sensibilità pura, quanto ricche di movenze accattivanti e intonate  le sue creazioni più recenti sanno trasmettere.

Certifica, secondo me questa ricerca, il connubio di colori e di atmosfere, che ben amalgamano il suo temperamento, e anche le forme, con il loro giusto intercalarsi delle proporzioni utili al suo volere trasmettere impressione costante di movimento, lo stesso però voluto non solo per esigenze tecniche ma anche come obiettivo futuro, appunto d’avanguardia. Io che lo conosco da oltre vent’anni ed aver intessuto con lui le più varie argomentazioni, così lo vedo.

Roberto Santoro

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Autore:

redazione


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