Le riflessioni, dopo i comizi di domenica, di Nino Lo Iacono
ELETTI DAL POPOLO FRA IL POPOLO
La domenica che precede quella elettorale, è passata nel rispetto della buona tradizione. I candidati si sono sfidati esibendo la loro migliore arte oratoria e i numeri dei loro potenziali sostenitori.
Già da sabato le maratone nelle piazze, negli slarghi e nei cortili hanno registrato presenze conosciute, note, poco note o addirittura del tutto sconosciute, attente a stringere mani o fare l’occhiolino.
Si sa, in politica tutto è consentito o quasi nei limiti della legalità anche quando, l’indecenza, la menzogna e la sfrontatezza sovrastano le regole del buon senso e della prudenza.
Fare il Sindaco di questi tempi è cosa molto ardua
Fare il Sindaco di questi tempi è cosa molto ardua, ma presentarsi ai cittadini elettori ammantati da un velo di verginità, mascherati da indefessi paladini o da liberatori provenienti da un esilio forzato, è troppo.
Non mi sarai mai aspettato che dopo 366 anni, un’altra spedizione potesse tentare di conquistare questa città di Patti partendo dall’ex casale di Montagna.
Allora i Pattesi lasciarono dietro le porte della Città, Antonio Lazzaro procuratore dell’infame Ascanio Ansalone, chissà se stavolta, le sbrindellate truppe guidate dall’impavida Anna riusciranno a conquistare questa nobile e agognata città.
I Pattesi saranno forse abulici, ma, all’occorrenza, sanno issare e difendere la propria bandiera, sanno far volare la loro aquila, come hanno sempre fatto nei momenti in cui è stato necessario mostrare il proprio orgoglio e difendere la propria libertà e il proprio onore, sbugiardando chi si era proposto con le sirene delle lusinghe.
Allora hanno respinto un principe, ora sapranno difendersi da un ingegnere a cui è bene ricordare che non ci saranno muri da abbattere o porte da forzare ma cuori da conquistare e, si sa, i cuori sono quasi sempre inespugnabili, specie per chi ha fatto e fa del proprio ego l’unica bandiera.
La lotta a colpi di microfonate non sta conoscendo limiti di sorta.
La corazzata riverniciata per l’occasione dal buon Gianluca appartiene sempre a quel coacervo di cariatidi che hanno amministrato questa città ante Aquino per oltre sessant’anni. E’ la stessa nave affondata dai cittadini, su proposta di Mauro Aquino, dieci e cinque anni fa.
Si presenta con lo scafo riverniciato ma i motori, nascosti sottocoperta, sono sempre gli stessi: Gullo, Cimino, Calderone, Venuto. Quest’anno è comparsa una nuova componente che, guarda caso, fino a qualche anno fa era una parte importante dell’Amministrazione Aquino. E’ quel gruppo artefice, insieme agli altri consiglieri di opposizione, del disegno scellerato che avrebbe affossato per dieci anni lo sviluppo di questa città.
Nelle loro contorsioni politiche-mentali, per fare un dispetto al non più candidabile Aquino, si era consolidata l’idea di mandare Patti allo sfascio deliberando il dissesto finanziario. Ciò avrebbe significato bloccare l’economia e lo sviluppo di questo territorio per almeno dieci anni.
Una filosofia da incoscienti, altro che amanti di Patti e di paladini dei pattesi.
Se fosse passata questa idea i Pattesi avrebbero pianto e per questa gente non sarebbero bastati tanti calci nel sedere dati a due a due fino a farli finire dispari. In altri tempi li avrebbero esiliati senza onore forse a Montagnareale a fare compagnia ad alcuni sostenitori dell’ingegnere Anna anche loro da ascrivere fra i traditori del Sindaco Aquino.
Da più parti Giorgio Cangemi viene additato come candidato nel solco della continuità delle Amministrazioni Aquino, ed è vero se si pensa che Giorgio ha accettato questo rischio e intende continuare ciò che l’attuale amministrazione ha tessuto, promosso e concretizzato in questi difficili dieci anni.
Solo un candidato stupido non approfitterebbe dei circa quaranta milioni di finanziamenti già intercettati e in corso di accredito, per avviare nel migliore dei modi il proprio mandato.
Perché mai un Sindaco dovrebbe rinunciare a ristrutturare palazzo Sciacca Baratta, a consolidare il territorio in c.da Rasola, a ristrutturare il cinema comunale, alcune scuole, a difendere la costa dall’erosione, a ristrutturare l’area archeologica, a costruire il palazzetto a Catapanello, a rifare la pista di atletica al Gepy Faranda, a recuperare abitazioni del centro storico? Perché dovrebbe farlo? Per fare un dispetto alla città come avrebbero voluto fare i consiglieri in lista con Gianluca dichiarando il dissesto?
Non mi pare il caso di continuare questa carrellata, perché sono certo che i Pattesi sapranno a chi accordare la loro fiducia.
Sanno che Mauro Aquino, al quale tanti Pattesi augurano lunga vita politica, è stato un Sindaco che, senza grandi clamori, si è dovuto accollare i milioni di debiti creati delle precedenti Amministrazioni, debiti corposi pagati con soldi del bilancio comunale, risorse preziose sottratte ad altre iniziative anche importanti.
I Pattesi, anche i più sornioni, conoscono uomini e cose e lo hanno dimostrato già dieci e cinque anni fa, e sanno pure che per gli arrabbiati e per chi fa della politica l’arte dell’arrangiarsi non ci può essere spazio nella Pubblica Amministrazione.
La città di Patti ha bisogno di serenità per continuare a progettare il proprio futuro; prima di tutto la famiglia e il suo benessere.
Una comunità seria deve essere sempre una famiglia e il Sindaco ne deve essere il suo buon padre.
L’odio, le vendette personali, gli asti, le calunnie e le bugie non sono contemplati in questo contesto.
Patti vince se pure i candidati che perderanno, invece di sparire, come è successo quasi sempre dopo una consultazione elettorale, restino sulla breccia, proponendo le loro buone idee senza alzare stendardi di partito o di gruppo, ma issando solo i nostri colori civici.
Tutti possiamo essere artefici del nostro destino e di quello dei nostri figli, solo se lo vogliamo.
L’invito
L’invito a tutti i candidati sia alla carica di Primo Cittadino sia a quello di Consigliere è quello che si possa terminare questa campagna elettorale nel massimo rispetto reciproco, e che questo rispetto continui anche dopo fra quegli scanni che dovrebbero ospitare gli eletti dal popolo fra il popolo e non individui rissosi e inutilmente tronfi.
Nino Lo Iacono
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