La fatta della lepre, ovvero la buca dove si ripara. Parte da qui l’analisi fredda, impietosa, a tratti ironicamente tragica di Gabriele Adinolfi, quest’oggi su http://www.noreporter.org/. Da leggere.
Nella canzone I partiti, Giorgio Gaber, quarant’anni fa, descriveva un terreno che scivola inesorabilmente e, se non te ne avvedi per tempo e non fai un balzo più in là, trascina nella tua fatta di lepre gente che non ha molto a che vedere con te.
Un brano:
“…Viva!… Giovanotto, non abbia paura, venga… Lei… si vede… istruito… Stia attento, il terreno… ssvvtt!… Mi capisce? Guardi, guardi quello lì… Era DC. Socialista. Viva!… Mi capisce?
E mia madre, la mamma, una santa… azione cattolica… destra della DC, nel dopoguerra… Ha votato PCI. E allora uno dice: come è cambiata la mamma !… Che dialettica…
No, lei è rimasta uguale, tale e quale. Sono i partiti che… ssvvtt!… slitten… slittano! Viva!…
E se i partiti slittano, da vecchio uno si trova ad essere più rivoluzionario… nominalmente.
Io ci ho un figlio… extraparlamentare. Non beve, gente seria, che non scazza. Ecco, se rimanesse lì… DP… quella roba lì… tra tre o quattro anni … partito di centro!… ssvvtt!… Capito lo scivolo?
Bisognerebbe saltare sempre, come la lepre… E chi ce la fa?
Perché vede, uno si mette qui, in una fatta… sarebbe la buca della lepre… Ecco, io sono qui, a sinistra. Quell’altro… lì… un’altra buca, più a destra. Giusto, è il suo posto, ci si trova bene. Dopo, i partiti… ssvvtt!… Tutti nella stessa buca. Un troiaio. Viva!”
Oggi siamo tutti nella stessa fatta. Un troiaio caratterizzato da nostalgismi Prima Repubblica, da dogmi neoliberisti, da infatuazioni democratiche, da qualunquismo e soprattutto da ammirazione servile verso dei leaders purché non europei. Perfino Orban passa inosservato a chi elogia Trump, Putin, Farrage, Erdogan,
Evviva il troiaio!
Che si congeda dal 2016 con tanta gratitudine perché ritiene che gli abbia concesso delle vittorie che si vedono solo nel travisamento della realtà.
Anche tu hai travisato e ti sei eccitato? Anche tu sbandieri argomenti a sostegno del tuo entusiasmo?
Pensi di aver vinto con la Brexit?
Perché il popolo avrebbe sconfitto la finanza, mi dici. Con Murdoch e la Regina Elisabetta? A sostenere un’uscita che per ora significa che la City non firmerà le leggi di trasparenza finanziaria (ha vinto il popolo…). E che si potrà introdurre per l’accesso al lavoro non la preferenza nazionale, come in Svizzera, ma quella del Commonwealth, favorendo così gli immigrati pachistani rispetto agli europei.
E nient’altro, perché l’Inghilterra in realtà qui dentro ci è sempre stata a modo suo e non ha mai fatto parte integrante dell’Euro né della Ue, pur continuando a dettar legge e a sabotare. Se ne andasse sul serio sarebbe un bene, per noi europei intendo, non per voi qualunquisti dagli amori esotici che vi sentite così british quest’anno.
Magari enumeri i vantaggi che a tuo avviso il Regno Unito ha ricevuto dalla Brexit. Perché, da Salvini in giù, ho letto anche questa bestialità, ma si tratta di truffe e di deliri. Peccato infatti che non si sia ancora verificata e che, forse, non si verificherà mai, visto che il referendum era consultivo e che il Parlamento inglese deve decidere non solo come l’effettuerà quell’uscita ma se l’effettuerà. E intanto Londra continua a rompere i coglioni contro l’esercito europeo.
Pensi di aver vinto con il Referendum in Italia?
Bravo: pur di cacciare Renzi hai votato con e per i partigiani, contro una riforma che, comunque fosse concepita, concedeva all’Italia di munirsi dopo oltre sette decenni di un esecutivo con poteri e di acquisire un possibile peso internazionale (e sì che ti definisci sovranista…)
In effetti hai vinto: Renzi se n’è andato a casa, facendo però una bella figura, il suo governo è rimasto, la sua politica sull’immigrazione, sul lavoro e sul fisco non l’hai scalfita.
Anzi, a leggere i rimpasti, tutto è peggiorato.
Congratulazioni compagno di fatta!
Pensi di aver vinto con l’elezione di Trump?
Se sei un vero gladiatore e/o un sionista probabilmente sì.
Lo hai calzato il cappellino Make America great again?
Ti sei eccitato per i toni messianici con i quali parla di Israele, di dazi contro la Germania e di boicottaggio dell’economia europea?
Sei felice come una Pasqua perché ha scelto per Segretario di Stato la Exxon? Hai brindato all’affermazione secondo la quale collaborerà con la Russia contro di noi?
O, come afferma qualche predicatore che tu credi rappresenti il Cremlino ma che lì conta meno di un Alemanno, anche per te “il solo nemico rimasto è l’Europa”?
Hai battuto le mani freneticamente ai nuovi Elia Ehrenburg della Yalta rinnovata?
Ti sei accodato al coro di quelli che odiano il sogno e il mito di tutti quelli che ti hanno preceduto?
Ti sei sentito vincente con i marines e i vopos?
Pensi di aver vinto ad Aleppo?
Questo è l’unico caso nel quale possiamo essere parzialmente d’accordo.
Che sia rimasto nominalmente in piedi un governo di matrice socialnazionale anche se azzoppato e pluricommissariato, può essere infatti un motivo di sollievo.
Questo a prescindere dai dati reali un po’ inquietanti che fingi di non conoscere o che ti rifiuti di ammettere.
La “vittoria” lealista è stata determinata da una coalizione internazionale in cui le ingerenze russe e iraniane sono enormi.
La formidabile macchina da guerra russa per prevalere ci ha messo ventidue volte il tempo che impiegarono i tedeschi a occupare Varsavia.
Si è mossa in coordinazione con le intelligences della Nato e con i satelliti israeliani mentre concordava gli spazi aerei con gli americani. La tregua, posto che tenga perché vi sono escluse ben tre armate, vede un territorio spartito con oltre cinquantamila oppositori in armi padroni del campo.
La Siria divisa e occupata
accompagna lo slittamento americano verso il Pacifico con la scelta di demandare alcuni partners a fungere da gendarmi locali.
Si notano per sovraesposizione Russia, Iran e Turchia ma c’è soprattutto Israele che con Mosca ed Ankara è in amorosi sensi e che con l’Iran ha sempre giocato doppio. Tra turchi e curdi presumibilmente si combatterà presso l’Eufrate che Tel Aviv (per Trump Gerusalemme) vuole occupare da sempre e Israele ne riderà felice.
L’Europa, da parte sua, nell’area è in ripiegamento con tutto quello che ne conseguirà sul piano energetico, economico, diplomatico, relazionale e di potenza. Diciamo che per definirla una vittoria si dev’essere di bocca buona e accontentarsi davvero di poco.
Pensi di star vincendo in Europa?
Perché ci sarebbe l’inarrestabile avanzata del “populismo”, vero?
Posto che ad ovest è qualunquismo puro e solo al centro e ad est ha una valenza popolare più o meno marcata, questo voto che definisci “euroscettico” – ma che non lo è sistematicamente – è molto frastagliato. Se metti a confronto i programmi e soprattutto le nomenklature dei rotschildiani mossi da Cambridge, ovvero grillini, Farrage, olandesi del Pvv, con quelli dei nazionalqualunquisti e dei populisti nella Ue, ti accorgi che li separa un oceano. Se insisti a osservare e confronti tra loro questi ultimi, ti accorgi che in comune hanno poco, in quanto a programmi, organigrammi e radicamenti.
Poco importa, dirai, basta che il vento gonfi le vele!
Ti segnalo che negli ultimi mesi c’è controtendenza.
In Austria, in un modo o nell’altro, ci hanno stoppati, in Francia si sono organizzati per contenere il Front National. Immagino che tu non lo sappia o non te ne renda conto, ma più o meno in tutti i partiti ci si sta attrezzando per le scalate eterodirette alle segreterie e per le spaccature interne.
Il tutto mentre la legge elettorale riformata per le europee del 2019 è costruita a pennello per ridurre le forze alle quali guardi con speranza.
E il modello Trump verrà probabilmente mutuato per consentire al Palazzo di esprimere un politicamente scorretto di matrice oligarchica.
Che succederà?
Con l’Europa estromessa dal Vicino Oriente, in preda a invasioni massicce, con la restaurazione di Yalta e con la Santa Alleanza pro Gerusalemme, la situazione non sarà particolarmente allegra. Nell’anno che viene assisteremo a un assalto frontale per costringere la Germania a ripiegare e quindi per disarticolarci tutti, anche te che – bravo genio – ti sei fatto ipnotizzare dalla retorica antitedesca e danzi ai suoni dei pifferi dei “liberatori”.
Ma sarai distratto e tutto eccitato perché, magari, in Italia con la nuova legge elettorale puoi sognare – giusto sognare – di rendere inutile deputato uno dei ragazzi un po’ stagionati della tua comitiva.
E mi raccomando: non perdere l’occasione per buttare tutte le tue energie in questa fiction infinita che si ripete con la monotonia di Beautiful!
Poi non ti rimarrà nulla: quando questa costruzione artificiale di successi che ti sei immaginato da solo crollerà rovinosamente non ti resterà che fare perno sulle tue idee.
Averle di idee tue!
Caro compagno di fatta, quando parli, purtroppo, sento sempre riecheggiare quelle degli altri, quelle nemiche.
Concentratissimo nella brama di “essere presente” nel global social, ho l’impressione che tu non pensi più, che tu sia soltanto pensato, che tu indossi abiti anche scelti da te ma pescati da un lotto confezionato in un unico magazzino buono per tutti.
In fin dei conti, sai che ti dico?
Penso che non hai sbagliato così tanto al referendum. Forse a Londra, a Tel Aviv, a Mosca, respiri proprio l’aria newyorchese che fa per te.
Forse dovevo saltare prima, come ammoniva Gaber, per non finire in una fatta affollata.
Non per altro e nemmeno perché ce l’ho con te: solo per non confondermi con tutte queste sfumature di grigio.
Peccato che il boogie-woogie non vada più di moda: ti ci vedevo bene a ballarlo!
Gabriele Adinolfi nasce a Roma il 3 gennaio 1954.Inizia ad impegnarsi in politica nel 1968, frequentando per un breve periodo la sezione del Msi “Filippo Anfuso” della sua zona di Roma in via Livorno (piazza Bologna).Dal 1970 in poi aderisce alle formazioni extraparlamentari (Fronte Studentesco, Avanguardia Nazionale, Lotta di Popolo, Alternativa Studentesca).Nel 1976 insieme a Giuseppe Dimitri e Roberto Fiore, presso la Libreria Romana allora tenuta da Walter Spedicato, fonda Lotta Studentesca. Dal 1977 Lotta Studentesca si trasforma in Terza Posizione.
L’iter giudiziario
Il 28 agosto del 1980 Adinolfi, insieme a Fiore ed altri ventisei esponenti della destra radicale, è oggetto di mandato di cattura per reati associativi.Il 23 settembre del 1980 Adinolfi, Dimitri, Fiore ed una quarantina di giovanissimi (molti diciottenni e diciassettenni) sono oggetto di mandato di cattura per reati associativi (stavolta si tratta della costituzione di Terza Posizione).Adinolfi, Fiore, Vale, Spedicato ed altri sono il bersaglio di una serie di tentativi di criminalizzazione perpetrati a più riprese dai servizi atlantisti deviati che operano per creare una cortina fumogena sulle stragi e sulla strategia della tensione. L’implosione e lo sgretolamento di alcune consorterie interne ai servizi fanno emergere la verità. Le trame e le deviazioni di cui sono oggetto gli esponenti di Terza Posizione sono così messe a nudo. Vi sono coinvolti non soltanto i servizi deviati del nostro paese ma anche esponenti di spicco dei servizi alleati, ivi compreso un potente personaggio della Cia. In seguito ad un procedimento penale che farà scalpore, gli esponenti di Terza Posizione sono riconosciuti come parte lesa.Chi ha manovrato contro di essi si ritrova ufficialmente oggi nelle stanze dei bottoni di quell’amministrazione americana che sta movendo guerra ai popoli liberi.Condannato per reati associativi sia nell’ambito di Terza Posizione che in quello dei Nar – a causa della sua latitanza operativa in Italia, dove è rientrato clandestinamente nel 1982 – Adinolfi è intanto riparato all’estero.
L’attività all’estero
Da Parigi, dopo una prima produzione clandestina che precede il loro rientro in Italia dell’82 (tre numeri di Terza Posizione ed una rivista, Dixie, che si occupa di potere e finanza) Adinolfi e Spedicato danno vita al Centro Studi Orientamenti & Ricerca. Il prodotto: cinque documenti politici e dieci anni di bollettini a periodicità trimestrale improntati sulle analisi, le interpretazioni e le proposte.Concausa la morte di Walter e ragion principale il sisma secnico/politico, dal 1995 Orientamenti & Ricerca sospende le pubblicazioni (che riprenderà in tono minore nel 2001) e Adinolfi si occupa di approfondire le vie della metapolitica frequentando, inoltre, brillanti figure francesi, belghe e spagnole.
Oggi
Nel marzo 2000 Adinolfi può fare ritorno in Italia laddove persegue il suo obiettivo metapolitico con diversi strumenti.Dà alle stampe “Le api e i fiori” (edizione 451) e “Noi Terza Posizione” scritto insieme a Fiore, edito dal Settimo Sigillo, per la collana Sangue e Inchiostro. Partecipa ad animare in provincia di Varese l’Università d’estate del 2000, sorta dalla costola di Sinergie Europee.Per tutto l’anno 2000-01 Adinolfi presenta “Noi Terza Posizione” in giro per l’Italia. Intanto inizia a scrivere articoli su Rinascita e Contropotere. All’università d’estate del 2001, in Lombardia, viene definita la collaborazione organica di Adinolfi in Orion. Dall’autunno del 2001 si procede così alla costituzione di una redazione rinnovata. Contemporaneamente prende corpo un impegno volontaristico in sostegno dell’Argentina martoriata. Adinolfi pubblica alcuni articoli nel Giornale d’Italia, al quale invia gli aggiornamenti delle presidenziali francesi fra il primo ed il secondo turno elettorale. Alcuni di questi pezzi verranno a loro volta ripresi dalla rivista francese Rivarol.L’università d’estate del 2002, a Rieti, è l’occasione per diffondere “Nuovo ordine mondiale tra imperialismo e Impero” fresco di stampa e per delineare una nuova forma dell’espressione metapolitica, quella che si concretizzerà con il varo, nel gennaio del 2001, della “Lama Editoriale XXIII Marzo”. La collaborazione di Adinolfi si allarga intanto alla rivista “L’antagonista”. Nel 2003 Adinolfi è costantemente sollecitato ad intervenire su argomenti quali: globalizzazione e potere mondiale, possibilità di rinascita europea, imperialismo Usa, scenari futuri. Nel primo trimestre dell’anno interviene in giro per l’Italia con la media di un incontro pubblico ogni quattro giorni. Dal 2003 in poi Adinolfi si è impegnato in prima linea nelle Università d’Estate e nella Guardia d’Onore Benito Mussolini che ha servito in Cripta dal 2003 al 2007. È stato per ter anni caporedattore della rivista Orion. Particolarmente vicino a Casa Pound, Adinolfi non ha mai smesso di cercare la trasversalità, sempre con aspirazione all’avanguardia. Ha dato vita, mattone per mattone, ad un Centro Studi piuttosto articolato, Polaris, che ha celebrato quattro convegni nazionali ed alcuni incontri internazionali ed ha all’attivo una lunga serie di dvd, tre quaderni “Geopolitica della droga e del petrolio”, “Immigrazione”, “Terremoti”, corsi di comunicazione a più livelli, corsi quadri e una rivista trimestrale.Intanto dopo “Noi Terza Poizione” (2000) e “Nuovo Ordine Mondiale tra imperialismo e Impero” (2002) ha scritto “Nos belles années de plomb” uscito nel 2005 in Francia, “Quel domani che ci appartenne” stampato nel 2006 dalla Barbarossa in Italia, cui ha fatto seguito “Tortuga, l’isola che (non) c’è” uscito sempre dalla Barbarossa il 3 gennaio 2008 e stampato in Francia col titolo “Pensées Corsaires”.
Dal 2004 cura quotidianamente www.noreporter.org
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