Ance Messina è pronta ad intervenire in tutte le sedi possibili per sostenere la Sicobit
“L’Ance Messina è pronta ad intervenire in tutte le sedi possibili per sostenere la Sicobit, l’impresa nostra associata vittima di una vicenda in cui burocrazia e inerzia delle amministrazioni pubbliche rischiano di uccidere una attività produttiva presente da oltre 25 anni”.
Il Presidente di Ance Messina Pippo Ricciardello fa sentire la voce dei costruttori messinesi sulla vicenda relativa allo stabilimento di produzione del conglomerato bituminoso appartenente alla Sicobit, situato nel Comune di Savoca dal 1997. “Alfio Musumeci è un collega appartenente ad una famiglia di imprenditori presente da decenni sul nostro territorio – continua Ricciardello – ha un insediamento industriale realizzato in quell’area con tutti i crismi della legalità e, da qualche anno, combatte una battaglia per mantenere decine di posti di lavoro e la propria attività imprenditoriale costruita con tanti sacrifici ed impegno. Credo sia intollerabile – sottolinea il presidente dei costruttori messinesi – che, come in questo caso, una procedura avviata dalla stessa azienda possa nascondere il rischio chiusura per l’assenza di un nulla osta per la prosecuzione dell’attività, che doveva essere stato attuato dal Comune tanti anni fa. In questo modo un passaggio burocratico indipendente dalla volontà del privato si trasforma in arma letale per qualunque realtà aziendale, anche radicata e affidabile, come è sicuramente la Sicobit.”
L’Ance Messina era già intervenuta su questo problema a giugno 2021, a sostegno della impresa e, adesso, una recente sentenza del Tar ha messo di nuovo in pericolo il futuro della Sicobit. “Non entriamo nel merito della vicenda, ma serve, immediatamente, l’apertura di un tavolo di confronto tra l’azienda e gli enti coinvolti in modo da trovare una soluzione compatibile con gli interessi dell’azienda e di decine di famiglie coinvolte. Siamo pronti – conclude Ricciardello – ad offrire anche noi sostegno al collega Musumeci, insieme alle forze sindacali, perché si tratta di un provvedimento che dovrà essere profondamente rivisto, ridando serenità a un imprenditore al quale non può essere negato il diritto a fare il proprio mestiere, senza avere alcuna responsabilità nel merito”.
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