Tanta gente stamani in chiesa per ricordare ancora i due ragazzi morti nell’incidente di Gioiosa Marea, sette giorni fa, e a pregare per i due fratelli Fioravanti – Ciccio e Gabriele – che in ospedale, pur migliorando lentamente, ancora vivono in sua situazione di grande attenzione da parte dei sanitari. Ancora un rito collettivo e l’abbraccio ai genitori. Ancora le lacrime degli amici che stentano a “realizzare” quanto accaduto.
Un dolore che ammutolisce quasi quanto l’incredulità.
Così Brolo, dopo sette giorni, ha voluto testimoniare con la partecipazione in chiesa al “settimo” la vicinzanza alle due famiglie, unite da questa triste storia.
Ci sono tutti alla chiamata, domenica di buon mattina, nella chiesa di Brolo. Amici, Parenti, semplici Conoscenti.
Insieme.
In parte riempiono la chiesa altri restano fuori, ancora una volta la navata dell’Annunziata si dimostra troppo piccola per accogliere tutti.
Una folla ordinata, soprattutto silenziosa, che ascolta le parole del parroco, don padre Donato Marino.
Tanti giovani, quelli che con striscioni sul luogo dell’incidente, e con il continuo pellegrinaggio al cimitero, oggi sono presenti anche qui per ricoradre Antonio Caporlingua e Antonio Pizuto.
Zitti, addolorati.
Qualcuno si sente male durante la messa…l’emozione è forte.
Nelle prime file i familiari delle vittime. Fanno paura i loro sguardi… persi nei ricordi. Da tristezza pensare ai loro pensieri.
Un rito collettivo, fatto anche di contatto fisico, di strette di mani, di baci, che diventa ancora un tentativo di conforto, come le letture dei passi del vangelo domenicale, le voci del coro, quasi una nenia, che avvolge e culla il dolore.
Ma ognuno sa che l’ orrore della realtà è – ora ed ancora per tanto tempo – certamente troppo grande per qualsiasi forma di accettazione.
Brolo,la sua gente, i ragazzi, i genitori, sono tutti colpiti.
E’ stata un roulette russa.
Su quell’auto, a posto di quei ragazzi, potevano esserce stati altri… tanti.
Ed i cuori quindi sono turbati da alcune domande: perché è successo l’ incidente e perché è toccato proprio a loro. Chi poteva eserci al loro posto?
E padre Marino ancora una volta può dare solo un consiglio, quello già suggerito, mormorato, in questi giorni, tante volte, alle mamme delle vittime: bisogna provare a credere ancora. Bisogna provare a farlo, perché un’ altra soluzione non c’ è. Avere una risposta a tutte le domande, per noi è impossibile. Ci sono verità alla quali non possiamo arrivare.
La preghiera di questa tristissima messa è finita, ma la gente non se ne va via facilmente dalla chiesa.
Rimane, si apre, cerca i genitori e fa ancora la coda per abbracciarli.
Hanno tutti la stessa faccia. La sofferenza ha scavato sui loro volti una smorfia indelebile.
E’ stata anche oggi una grande dimostrazione di solidarietà.
Brolo perdendo un pezzo di quella che ama definire la “sua meglio gioventù” ha mostra la parte migliore dell’anima del paese, quello della comprensione… dell’essere com-passionevole.
Ha zittito polemiche, messo in stand by tutto quell’altro che è ordinaria amministrazione, spento le luci, azzerato la musica, smorzato i colori…
Domani si riprenderà..
La vita per gli altri – giustamente – continua, anche quella di chi ha perso tanto. Anche se per loro sarà diverso.
Ed il pensiero va anche a Samuel, guidava il fuoristrada.
L’essere uscito indenne dal ribaltamento dell’auto non vuol dire non uscire segnato dalla vicenda; nell’anima, nello spirito.
Sarà un “sopravvisuto” che rivedrà mille volte il film dell’incidente impresso nella sua mente…. che piangerà gli amici persi sulla strada…per lui la vita non sarà più la stessa.
Che triste mattina preferragostana quella di oggi a Brolo.
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