Il patrimonio siciliano di strumenti antichi è per lo più sconosciuto al grande pubblico e le attività di censimento sono ancora in progress.
C’è una legge regionale, la n. 44 del 10 dicembre 1985, -lungimirante ed attenta come poche ne sa fare l’Ars – che favorisce “la riparazione ed il restauro necessari al funzionamento di strumenti musicali antichi e/o di valore storico” concedendo in favore di comuni, enti morali ed ecclesiastici, contributi fino al 95% dell’importo relativo al preventivo di spesa.
C’è la Conferenza Episcopale Italiana che cofinanzia fino al 30% della spesa il restauro di organi a canne di interesse storico-artistico e promuove innumerevoli iniziative per la diffusione della musica sacra.
Afferma la Olivo- che è stata un’osservatrice prilvilegiata prima ed una attenta studiosa poi di questo patrimonio “La provincia di Messina, in particolare il territorio nebroideo, vanta attualmente la presenza di organi a canne di particolare rilevanza storica e artistica”
Infatti sono i numerosi strumenti di Annibale Lo Bianco da Galati Mamertino, uno dei più importanti organari siciliani del Settecento, il quale esercitò la sua professione nel messinese, nella Sicilia orientale e nell’isola di Malta, tra il 1710 e il 1758.
Lo strumento più antico pervenuto, di cui abbiamo notizia, è quello della chiesa matrice di Castell’Umberto, firmato e datato 1710, come si evince dai registri contabili originali dove sono annotati i pagamenti per il maestro Lo Bianco.
Dal 1714 al 1715 realizza a Ficarra l’organo della chiesa madre e quello della Badia; il primo, recentemente restaurato, mostra uno splendido prospetto barocco a tre campate, di cui esistono altri tre esemplari, uno nella matrice di S. Piero Patti, firmato dal Lo Bianco nel 1758, ed altri due a lui attribuibili posti nelle chiese di Comiso (RG) e Vizzini (CT).
All’anno seguente risale lo strumento della matrice di Frazzanò, anch’esso recentemente restaurato: di questo strumento si conserva anche una ricca documentazione custodita presso l’archivio della chiesa Madre.
Risale al 1726 l’organo esistente nella chiesa Madre di Gioiosa Marea, probabilmente concepito in origine per la Chiesa di S. Maria delle Grazie di Gioiosa Guardia, l’antico paese.
Successivamente realizzò alcuni strumenti a Tortorici e negli stessi anni costruisce due organi a Malta per la chiesa dell’Annunziata di Tarxien (1747) e per quella della Madonna dei Doni di Rabat (1754), ora conservato presso il Museo di Wignacourt della stessa città. – Ecco la ragione perché questa rassegna musicale ha avuto l’anteprima proprio nell’isola al centro del mediterraneo –
In seguito realizza altri organi nel messinese per le chiese di Militello Rosmarino (S. Sebastiano, 1755), Patti (Cattedrale, 1758) e San Piero Patti (Matrice, 1758). Sono inoltre a lui attribuibili, in base ad affinità costruttive, numerosi altri organi non datati, risalenti alla metà del XVIII secolo e conservati nelle chiese dei seguenti comuni: S. Angelo di Brolo, Sinagra e nella già citata Gioiosa Marea.
“ Il contesto sopra evidenziato, la mappatura dei luogi e degli interventi di Annibalo Lo Bianco – dice l’operatrice culturale Ylenia Olivo – ha rappresentato, nella prima edizione della Rassegna, quella del 2011, una situazione pregevole e particolarmente favorevole per un’azione di promozione di cultura, non solo musicale organistica, ma anche storico-artistica e territoriale in senso ampio e perciò accolta e finanziata dalla Regione Sicilia, Assessorato al Turismo, attraverso il Circuito del Mito.
Le dodici sedi della prima edizione hanno costituito le tappe di un importante ed unico percorso concertistico nell’area dei Nebrodi, che hanno dimostrato di accogliere favorevolmente, in termini di pubblico e di critica, l’idea progettuale da cui è nata la Rassegna”.
Ma andiamo avanti.
Il valore di un riconosciemto va oltre all’assegnazione di una “medaglietta”.
Questa seconda edizione, vanta infatti il prestigioso riconoscimento “Medaglia del Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano”, proprio perché ha avuto la prerogativa di promuovere, accanto all’attività concertistica, avvalsasi nuovamente della progettazione e del coordinamento di Ylenia Olivo e della direzione artistica di Calogero Giallanza e Gianfranco Nicoletti, con la partecipazione di musicisti siciliani di fama nazionale ed internazionale, anche una parte convegnistica, con successiva pubblicazione di una monografia sulla figura e l’opera di Annibale Lo Bianco e con una sezione sulla tutela ed il restauro del patrimonio musicale siciliano.
Ed all’uopo ricordiamo come scritto prima che l’Istituto di Cultura Italiana di Malta ha ospitato la Rassegna Organistica con un convegno dal titolo “Annibale Lo Bianco, maestro organaro del XVIII sec. fra la Sicilia e Malta”, tenutosi presso la sede dell’Istituto alla Valletta, e un concerto presso la Chiesa dell’Annunciata di Balzan – l’8 maggio passato -.
La Rassegna ed il suo futuro per lo crescita del territorio.
Oggi torna l’importanza del viaggio.
Il turismo culturale si fa turismo d’esperienza, che vuole assaporare i colori e gli odori di una città, di un territorio, i suoi sapori, il rapporto con gli abitanti.
Un viaggio che non si ferma solo al gusto, alla natura, alla “familiarità” ma che vuol nutrirsi di cultura.. quella dei luoghi.
Il ruolo della cultura non è soltanto conservazione del proprio patrimonio, miglioramento dei servizi, incremento della fruizione.
E’ altro ancora.
Se le grandi città d’arte come i sistemi territoriali uscissero dalla celebrazione autoreferenziale del proprio passato e tornassero ad essere luoghi-laboratorio di nuove sperimentazioni in campo culturale, artistico e scientifico, recupererebbero la loro grandezza.
Non solo musei a cielo aperto, bensì luoghi dinamici e ricchi di opportunità artistiche e professionali.
Con l’avvertenza che nessuna progettualità di questo genere può funzionare in un contesto nel quale i residenti ed i potenziali visitatori non siano messi in condizione, nella misura più ampia possibile, di accedere, utilizzandole efficacemente, ad informazioni e competenze complesse, di relazionarsi in modo costruttivo con l’offerta turistico-culturale.
Per essere protagonisti, dunque, non basta l’offerta di “prodotti”, sia pure di alta e altissima gamma: dietro di essi deve esserci un paese che abbia consapevolezza di sé e del senso della propria proposta culturale.
Calibrare l’approccio sui territori è una necessità che si fa strategia.
Si chiamano i territori ad una maggiore consapevolezza di sé, li si sollecita a definire e condividere per uscire dal particolarismo ed attivare livelli e forme possibili di cooperazione, parola guida nello sviluppo territoriale.
Proprio perché la cultura è lo specchio della società stessa, la sua identità non può essere accantonata in un momento di crisi.
Cultura intesa non solo come numero di visitatori di musei, aree archeologiche decadenti, risorse che mancano, ma come esperienza vitale, che mette in moto energie creative e dinamiche delle persone.
Per questo essa è l’elemento forte dei processi di innovazione e sperimentazione, di modernizzazione e competitività, a loro volta legati immancabilmente ai luoghi in cui nascono e si concretizzano.
Ed allora buon ascolto e buona scoperte.
msm
Genus Musicae – Rassegna Organistica Nebroidea
“Annibale Lo Bianco” – Dicembre 2012
Giovedì 27 dicembre 2012
Alcara Li Fusi, Chiesa di San Pantaleone (ore 16,30)
Calogero Giallanza (Flauto)
Gianfranco Nicoletti (Organo)
Venerdì 28 dicembre 2012
Militello Rosmarino, Chiesa di San Sebastiano (ore 18,00)
Tiziana Filiti (Soprano)
Emanuele Cardi (Organo)
Domenica 30 dicembre 2012
Galati Mamertino, Chiesa di Santa Maria Assunta (ore 17,00)
Carmelo Fede (Tromba)
Cunegonda De Cicco (Organo)
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