ANDREA VILLA E LA SUA ARTE – Cos’hanno in comune Raffaella Carrà e la regina Elisabetta II
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ANDREA VILLA E LA SUA ARTE – Cos’hanno in comune Raffaella Carrà e la regina Elisabetta II

Intervista di Giulia Quaranta Provenzano

Oggi la blogger Giulia Quaranta Provenzano ci propone un focus su due stampe di uno degli street artist più influenti al mondo, il piemontese Andrea Villa. A seguire alcune riflessioni della trentraeenne anche Critica d’Arte, originaria di Imperia…

Alla morte – il 5 luglio 2021 – di Raffaella Maria Roberta Pelloni, il Banksy di Torino ha spiegato che <<Non amo essere autore di “funeral art” a proposito del morto del momento, ma in questo caso ho voluto realizzare tale manifesto e omaggiare così Raffaella Carrà poiché è stata uno dei primi personaggi pubblici italiani che ha portato il dibattito LGBTQIA+ nel Pop e nei Mass Media, un’icona che ha altresì introdotto la questione di genere e l’emancipazione femminile in Rai quando il delitto d’onore era ancora legale (…). Nonostante la maggior parte della produzione performativa della Carrà sia stata spensierata e apolitica, la sua opinione e la sua visibilità hanno fatto molto per portare appunto alla luce temi importanti in un Paese avulso dalle questioni di genere. A volte per compiere una rivoluzione non servono grandi battaglie, basta decidere di dire la cosa moralmente giusta in un mondo moralmente ingiusto>>.

Poi – l’8 settembre di quest’anno – è mancata la regina Elisabetta II del Regno Unito e nuovamente Andrea Villa si è esposto, come segue: “Ispirandomi ai quadri del pittore Antonio Carena, ho voluto celebrare la dipartita di un’indiscussa icona del ‘900. Che se ne parli male o bene, si può constatare che con lei è finito per sempre un periodo storico e che il mondo non sarà mai più lo stesso. Come saranno i personaggi che rappresenteranno il nuovo secolo? Quali saranno i mass media che genereranno i nuovi personaggi iconici del futuro? Riuscirà re Carlo III a essere iconico come sua madre?”.

Ecco, ora, i due link da cliccare per visionare direttamente le opere in questione: https://www.instagram.com/p/CRHhImxAkzd/?igshid=MDJmNzVkMjY= e https://www.instagram.com/p/Cie5gU2g2nV/?igshid=MDJmNzVkMjY=. Manifesti e stampe, questi, indicativi di ciò che – in virtù della Spazialità Dinamica adottata dal giovane – ritengo sia il nucleo caldo del suddetto artista piemontese, ossia l’imprescindibilità della razionalità quale motore del più significativo e influente operare umano.

Negli elaborati di Andrea Villa infatti la “ratio”, simboleggiata dal capo, si manifesta quale aspetto principale e più importante della persona tant’è che oso dire che sia il motivo per cui permane negli omaggi artistici dello street artist a talune potenti personalità venute a mancare e da lui ammirate… Un po’ come a sottolineare altresì che vale la pena ricordare chi “ha avuto (una notevole) testa” e che è essa che si ricorda, dei defunti, persino e soprattutto nel tempo avvenire.

Per costui – è bene ripeterlo – il fare degli esseri umani dovrebbe essere mosso dalla ragione (per l’appunto, proprio dalla testa). Adoperare la “ratio” è cioè il corretto modo di agire – mostrando, in siffatta maniera, il proprio pensiero al fine di divenire ed essere detonatori e attori del reale. Per attuare questo tuttavia bisogna fare senza filtri che, paradossalmente, è possibile schermando la propria identità (ossia celando la faccia, faccia che è la mappa e tela del fare) attraverso una maschera, uno schermo (ovvero il volto, volto = maschera).

Non a caso ritengo che il viso del Banksy di Torino non sia conosciuto e visibile in alcuna fotografia, bensì sia immancabilmente schermato… a protezione del poter dire, grazie all’anonimato visivo che funge da garanzia della sua libertà di pensiero e da stimolo alla più acuta e pungente, quasi provocatoria, riflessione (non potendo egli godere per costituzione umana dell’invisibilità a balsamo d’un adoperarsi indisturbato e altrimenti sicuramente senza conseguenze negative per la prima persona). Andrea indisturbato palesa però il personale pensiero celando i connotati, ma non la testa e mettendoci così la faccia con l’ausilio del suo estro analitico e sagace. La faccia di Andrea Villa è ossia la sua arte, non per nulla creare è fare e parte sempre da connessioni e input neuronali!

8 Novembre 2022

Autore:

redazione


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