L’obiettivo dela foto è quello di comunicare con il linguaggio semplice dell’immagine un’esigenza profonda di ogni persona.
Tutto ciò per indurre una nuova cultura dell’inclusione anche nella sfera affettivo-relazionale.
Come conciliare i bisogni legati al deficit, alla disabilità con una qualità di vita ancora progettabile e degna di speranza nel futuro?
Questo uno degli interrogativi che richiama la grande problematicità legata al tema dell’affettività nella disabilità che queste foto ci propongono… Sui volti le emozioni di chi questa situazione l’ha vissuta ed il desiderio di dare parola a pensieri e sentimenti difficilmente verbalizzabili.
La persona con disabilità come le altre e più delle altre “ha bisogno di amare e di essere amata, di tenerezza, di vicinanza e di intimità”, così Giovanni Paolo II richiama “particolare attenzione” per la cura delle dimensioni affettive e sessuali della persona con disabilità.
www.anffasonluspatti.it
È giunto al termine il Concorso “Sapete come mi trattano?” indetto, nella primavera scorsa, dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
La sfida lanciata dal Concorso era rivolta ad autori – professionisti e non – che volessero raccontare storie di ordinaria discriminazione delle persone con disabilità nelle forme più efficaci, comprensibili e di forte impatto comunicativo. Una sfida creativa e di comunicazione, quindi.
Dopo un’attenta valutazione, il Comitato dei valutatori ha individuato i finalisti per ogni categoria in concorso – foto, vignette, cortometraggi e sceneggiature – attribuendo un punteggio per ogni opera in base all’originalità, all’efficacia e alla capacità di cogliere e trasmettere i principi proposti dal bando.
E fra i finalisti il Comitato d’onore – composto da esponenti di spicco del mondo della cultura e del movimento per i diritti delle persone con disabilità – ha finalmente decretato i vincitori, tre per ogni categoria.
Al primo classificato di ogni categoria verrà riconosciuto un premio di 2.000 euro, mentre per i secondi e il terzi classificati sono previste delle menzioni di merito.
La Cerimonia di premiazione si terrà a Roma, presso l’Aranciera di San Sisto, il 18 settembre 2010 con inizio alle 10.30.
I vincitori
Categoria Foto
1º premio Divieto d’amore
Antonino Zampino – Anffas Onlus Patti – Patti (ME)
L’obiettivo delle nostre fotografie è quello di comunicare con il linguaggio semplice dell’immagine un’esigenza profonda di ogni persona. Tutto ciò per indurre una nuova cultura dell’inclusione anche nella sfera affettivo-relazionale. Come conciliare i bisogni legati al deficit, alla disabilità con una qualità di vita ancora progettabile e degna di speranza nel futuro? Questo uno degli interrogativi che richiama la grande problematicità legata al tema dell’affettività nella disabilità che queste foto ci propongono… Sui volti le emozioni di chi questa situazione l’ha vissuta ed il desiderio di dare parola a pensieri e sentimenti difficilmente verbalizzabili. La persona con disabilità come le altre e più delle altre”ha bisogno di amare e di essere amata, di tenerezza, di vicinanza e di intimità”, così Giovanni Paolo II richiama “particolare attenzione” per la cura delle dimensioni affettive e sessuali della persona con disabilità.
2º premio Spesso è così
Francesco Ormando – Marino (RM)
L’opera consiste in uno scatto in bianco e nero. Il soggetto è un frammento di vita quotidiana, su per giù, della mia amica Paola,affetta da nanismo. La foto non ha l’obbiettivo di risultare bella o artistica, quello che deve essere messo in luce è l’aspetto reale. La semplicità dell’immagine è voluta, non ci sono fronzoli a decorare un gesto che segna la quotidianità delle persone disabili. Un sussurro, un’occhiata , una mano puntata contro che può venire da un bambino o da un adulto indifferentemente. Il modo migliore per eliminare la discriminazione è quello di sensibilizzare anche i più piccoli, i bambini. Come possiamo sperare di cambiare il mondo se non guidiamo i nostri figli verso la moralità?
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3º premio
Raggiungere i miei spazi
Marta Gaggioli – Perugia
In quest’opera è ritratto un ragazzo che si trova a casa sua, ma è bloccato dalle scale, non può raggiungere la sua camera e l’intero piano superiore della casa. Con questo scatto vorrei mostrare quanto può essere difficile per persone con disabilità motoria, ogni piccolo passo, anche il solo desiderio di salire nella sua camera! Anche i mezzi che servono per poter “affrontare le scale”, non sono sempre accessibili a tutti. Ogni sera, ogni giorno queste scale ci saranno sempre, lui cresce, e non basta più prenderlo in braccio per superare un problema.
Categoria Vignette
1º premio Percorso ad handicap
Gabriella Corbo – Genova
La vignetta vuole rappresentare le vere barriere che chi è disabile (o per qualsiasi altro motivo è considerato “diverso”) deve affrontare: l’indifferenza egoistica, l’ignoranza che genera diffidenza e paura, la discriminazione di chi si sente sano, migliore ed invincibile, la rimozione dei problemi quando non se ne è direttamente coinvolti, il rifiuto del diverso sentito come “altro” e non come persona. Solo superando questi ostacoli, che sono nella mente dei cosiddetti “normali” e che ne alterano la percezione, si può accedere ad una società migliore che includa, responsabilmente e senza discriminazioni, tutti, con il carico di problematicità e sfumature di vita che ognuno porta con sé.
2º premio Andy & Sex
Paolo Pighi – Mantova
La vignetta descrive le problematiche riguardanti l’argomento sessualità nei disabili, cosa forse non fondamentale ma comunque molto importante. Spesso anche il personale maggiormente formato professionalmente può fare fatica anche solo ad accettare che i disabili abbiano istinti e desideri sessuali; e tale difficoltà può derivare dalla difficoltà di affrontare la propria sessualità. In fondo il desiderio di approcciarsi all’altro sesso è una cosa normale e quindi perché non cercare serenamente una risposta (anche se non è sempre facile).
3º premio Wheel-Stair
Mirko Failoni – Cantù (CO)
Il disabile, alle volte, può sembrare così piccolo di fronte a certe barriere, che noi scavalchiamo come fossimo giganti, così come niente fosse…
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Categoria Sceneggiature
1º premio
E se fossi tu il diverso?
Giovanna Lombardi – Rozzano (MI)
Il nostro protagonista vive una sua giornata qualunque (il risveglio, il lavoro, la mensa) in un mondo in cui tutti sono sulla sedia a rotelle, mentre lui è l’unico ( o comunque uno dei pochi) a camminare sulle sue gambe. Si trova per questo penalizzato durante situazioni apparentemente banali, come camminare sul marciapiede o prepararsi il vassoio con le pietanze in mensa. Il momento peggiore della sua giornata è senz’altro quando, arrivato in ufficio, si rende conto che è scomparsa la sua sedia. Non si sa se la scomparsa di questo oggetto sia accidentale o se sia uno scherzo che gli ha fatto qualcuno. L’intento è quello di rovesciare i punti di vista: il diverso, quello, a torto, svantaggiato dalle barriere architettoniche e mal visto è un uomo qualunque.
2º premio Il vecchio West
Tommaso Volpi – Bologna
L’ambientazione western, un mondo duro e difficile, è stata scelta per esprimere le difficoltà dei portatori di handicap nel mondo moderno. Tre pistoleri sono testimoni di tre situazioni di discriminazione/esclusione sociale (uno addirittura è l’artefice di un sopruso) e non fanno nulla per intervenire. Preferiscono ignorare la richiesta d’aiuto. Uno si copre gli occhi, uno si tappa le orecchie, un altro preferisce tacere. I pistoleri, che sono un duplice riferimento alle tre scimmie e al film di Sergio Leone, “Il buono, il brutto, il cattivo.”, esprimono l’indifferenza e qualche volta la cattiveria della persona comune verso i disabili. Paradossalmente per sfuggire alla realtà che hanno davanti i pistoleri diventano a loro volta disabili: il cieco, il sordo e il muto.
3º premio Il gioco della sedia
Alida Musumeci – Catania
Per tanti può essere una sedia, per qualcuno può essere una sedia a rotelle. Per tanti è una cosa poco importante, come un gioco, per qualcuno invece è la normalità di ogni giorno. Solo la consapevolezza, espressa in semplici gesti di civiltà, può colmare questa differenza e dare un significato unico per tutti. Indistintamente. “Il gioco della sedia” è uno spot che punta, in un rimando visivo tra persone senza e con disabilità, a sensibilizzare attraverso il processo di role-taking, ovvero mettersi nei panni dell’altro, principio posto alla base dell’empatia verso il prossimo. Le scene sono state quindi ideate con l’intento di portare chi guarda ad immedesimarsi nelle situazioni vissute e nelle sensazioni provate dai diversamente abili per aumentare l’efficacia del messaggio, si spera soprattutto per il comportamento attuato di conseguenza, e avvertirne una comune utilità sociale.
Categoria Cortometraggi
1º premio Il mio nome non e’ importante
Emanuele Pisano – Scordia (CT)
I desideri di due vite si sfiorano. Un Uomo, un disabile in sedia a rotelle, vive le sue giornate in casa da solo. È prigioniero delle sue azioni e soprattutto dell’indifferenza da parte di chi invece dovrebbe prendersene cura. Qualunque cosa sembra uno scopo impossibile, anche guardar dalla finestra. Una Bambina, nomade, si procura da vivere, vendendo rose rubate furtivamente al cimitero. Ma ha in mente qualcosa di più importante, uno scopo che con cauta semplicità vuole raggiungere. Accomunati dallo stesso desiderio di godere della vita, provano ad ottenere la felicità, sfruttando le proprie forze.
2º premio La città dimenticata
Mario Galeotti – Busalla (GE)
Dopo “Sognando”, un altro cortometraggio ambientato nella triste realtà degli ospedali psichiatrici…. Le pagine di un quaderno, tenuto giornalmente dagli infermieri di un manicomio, rievocano fatti e personaggi appartenuti a quel luogo di detenzione. Sia in apertura che in chiusura il commento musicale è affidato a Don Backy con la sua splendida canzone “Sognando”, che già aveva ispirato l’omonimo cortometraggio. Con l’amichevole adesione di Augusta Molinari e Carla Cerati.
3º premio L’ora d’aria
Barbara Maffeo – Roma
Un uomo immobile a un crocevia. Un altro che compie il suo “dovere” quotidiano. Sapete come come mi trattano? La risposta si consuma silenziosa tra l’indifferenza dei passanti. Un pomeriggio qualunque, in un parco qualunque.
link:
http://www.sapetecomemitrattano.it/vincitori.php;
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