ANNA RICCIARDI – I “saluti” dell’ex direttore artistico del Tindari Festival
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ANNA RICCIARDI – I “saluti” dell’ex direttore artistico del Tindari Festival

Avrei preferito attendere la scadenza, proprio l’ultimo giorno dell’anno, del mio mandato di Direzione artistica del Tindari Festival che coincide anche con un ultimo spettacolo, per salutare e ringraziare
pubblicamente tutti, ma la notizia, appresa a mezzo stampa, della nomina di un esperto alla direzione del Festival, mi ha spinto ad accelerare i tempi…

Gli auguri al nuovo direttore artistico
Avrei preferito attendere la scadenza, proprio l’ultimo giorno dell’anno, del mio mandato di Direzione artistica del Tindari Festival [Tindaro Granata ndr] – che coincide anche con un ultimo spettacolo, per salutare e ringraziare pubblicamente tutti, tutti coloro che hanno reso sempre possibile che il teatro greco di Tindari fosse tempio del sacro rito.
Ma la notizia, appresa a mezzo stampa, della nomina di un esperto alla direzione del Festival, a cui vanno i miei migliori auguri, mi ha spinto ad accelerare i tempi per onorare il pubblico e gli artisti, e le istituzioni che in questi anni hanno permesso, nonostante una parabola economico – finanziaria, vertiginosamente discendente, la realizzazione di uno dei più antichi Festival d’Italia. .
La stima dimostrata di Bonsignore, Raffa e Greco
Credo fortemente nel ricambio, nella necessità che nuove energie circolino, che nuovi traguardi vengano fissati e raggiunti ma mi sarei aspettata di essere congedata nei tempi e nei modi che si convengono non solo alla circostanza ma rispetto a tutto il lavoro svolto con il sangue e la fatica di artisti, funzionari, organizzatori, maestranze e addetti ai lavori.
Non posso, di contro, non far presente le parole di gratitudine e la stima altissima che, proprio in questi giorni, il Sindaco Bonsignore, la Vicesindaco Raffa, hanno tenuto a manifestarmi insieme all’Assessore al Turismo e allo Spettacolo Daniele Greco.
“sfondare i cancelli del Teatro”
Ho amato profondamente e visceralmente il mio lavoro, che mi ha permesso di superare impasse di qualunque natura perché il mio unico ed esclusivo obiettivo, quasi una predestinazione a cui non potevo
sottrarmi per ragione alcuna, è stato quello di tutelare la cultura e lo spettacolo, di “sfondare i cancelli del Teatro”, soprattutto quando tutte le rocambolesche vicissitudini logistiche, amministrative economiche e in ultimo Pandemiche (2 anni di Covid) facevano presagire esiti nefasti.
Ci si misurava con 65 anni di Storia, qui si facevano i conti con uno dei teatri più importanti della Magna Grecia, c’era una eredità da difendere quoquo modo!
Bisognava tutti insieme dare fondo alle risorse intellettuali, creative, artistiche, scendere in profondità per restituire Arte!
Ho amato e onorato sempre il pubblico e con molti spettatori si è creato negli anni uno scambio costruttivo e stimolante che conservo come uno dei regali più emozionanti della mia direzione. In questi giorni in tanti mi hanno espresso la loro stima e il loro affetto anche dispiacere ma i passaggi di testimone fanno parte del naturale corso di un teatro. Sono stati anni entusiasmanti e dai ritmi serrati, di grande fervore e con una gran mole di attività realizzate.
la multiformità del Tindari Festival 
Il Tindari Festival si è dipanato, secondo una linea artistica di multiformità espressiva, prosa, danza, lirica, eventi culturali, mostre, presentazioni di libri, musica classica e d’autore, Jazz, special Event. La pullulante cultura multiforme, identità e vessillo di questa terra, si è sviluppata anche nelle location storico artistiche della città (da qui palcoscenici aperti) in una visione di site-specific e prevedendo ogni anno partnership e inserimenti nei circuiti teatrali nazionali.
16 location
L’idea artistica è stata quella di legare al fulcro del festival, ossia il teatro greco di Tindari, i tesori della città: ben 16 location, tra chiese, campanili, la riserva naturale di Marinello, monumenti antichi e intere fazioni del centro storico, si sono trasformate in veri e propri palcoscenici per la drammaturgia contemporanea e classica, per eventi teatrali e musicali con innovata attenzione agli studi e alla ricerca etnoantropologici.
le stagioni del Festival
Le stagioni del Festival hanno pertanto differenziato le varie proposte artistiche e culturali: non posso non condividere la gioia per il ritorno dell’Opera Lirica, le prime nazionali teatrali con il meglio della tradizione pregnante di attualità e con le nuove generazioni di artisti,( si ricordi anche il Premio Parodos dedicato alle giovani compagnie), la prima edizione dei concerti alla riserva naturale di Marinello, financo l’esperimento dei concerti di organo a canne nel Santuario di Tindari.
Tyndaris Augustea
Infine, Tyndaris Augustea, evento teatrale itinerante nel parco archeologico che ha ricevuto la titolarità di evento di grande richiamo turistico della Regione Siciliana e premiato dall’entusiasmo del pubblico per intere quattro stagioni.
Non posso dimenticare una delle cose che mi sta profondamente a cuore e che porterò sempre con me l’inaugurazione della prima stagione teatrale invernale del teatro Beniamino Joppolo che per quattro anni ha visto la Città nuovamente unita nel segno della cultura e della condivisone di uno spazio pubblico, insieme altri eventi culturali come Patti nobilissima Civitas che ha fatto riscoprire tesori artistici e monumentali mai aperti al pubblico trasformando la Città in un’agorà sociale di incontro di idee e di trasformazione anche con le associ azioni culturali.
i ringraziamenti
Ringrazio pertanto tutti, tutti gli artisti e gli addetti ai lavori, che si sono spesi facendo proprio il teatro, con onori ed oneri, senza risparmiarsi.
 
Vorrei ricordare per lo speciale e prezioso contributo personale Gilda Buttà, Luca Pincini, Edoardo Siravo, per la particolare vicinanza Paolo Gazzara, la compagnia e l’equipe della Tyndaris Augustea Cinzia Maccagnano, Elio Crifò, Luca Fiorino Antonio Silvia, Salvo Nigro, che non hanno mai smesso di credere in questo sogno. Filippo Amoroso il più grande maestro vivente della drammaturgia antica a cui devo gran parte della migliore prosa, Alberto Munafò e Francesco Costa fautori del ritorno dell’ opere liriche, Ninni Panzera e TaoArte per l’attenzione speciale rivolta a Tindari e tutti i Teatri e gli enti Partner, Nino Milone [responsabile dell’associazione turistica Pro Loco di Patti – ndr] per la perizia amministrativa e l’audacia nella produzione.
Un ringraziamento alle Istituzioni protagoniste assolute delle riaperture del teatro, l’Assessore ai Beni culturali della Regione Siciliana Alberto Samonà e il direttore del parco archeologico Domenico Targia; gli assessori che hanno sostenuto il Festival e cito Cesare Messina per tutti, a lui son toccati gli anni più incredibili, quelli del Covid, ma ci ha permesso di andare sempre in scena e Mauro Aquino per la fiducia accordatami specie nei nuovi visionari progetti culturali. E Massimo Scaffidi che ha tradotto in immagini grafiche l’esprit del festival.
Ringrazio ancora gli spettatori, numerosissimi, il vero motore dell’incanto del teatro di Tindari.
Se si restituisce coraggio, passione, qualità, originalità allora il pubblico si risveglia, restituendo a sua volta a tutti noi il bisogno di condividere ancora esperienze culturali come segno di catarsi e dell’esser parte di qualcosa di più grande, di qualcosa che a che fare con l’infinito.
Anna Ricciardi
alcune locandine
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9 Dicembre 2021

Autore:

redazione


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